Titolo: Eredità
Serie: Katekyou Hitman Reborn
Rating: PG
Character: Lal Mirch, Tsunayoshi Sawada, Hayato Gokudera, Takeshi Yamamoto. Colonnello (solo menzionato)
Pairing: //
Prompt: Azzurro
Conteggio parole: 300 (tripla drabble)
Note: E ce la fa! Finalmente sono riuscita ad infilare un maledettissimo riferimento a Colonnello-shou è_é! Anche se ancora non ha fatto una vera e propria comparsa in una mia fic, per lo questo continuerò ad odiarlo.
Disclaimers: I personaggi di KHR appartengono alla Amano-sensei.
La flashfic è ispirata al volumetto 16, non ricordo il numero della puntata dell'anime, ma ormai non è più uno spoiler.
Scritta per la Rainbow Challenge@
FW.it E quando lo scrigno si rompe sotto la sua lieve pressione, l'Azzurro inonda gli sguardi dei ragazzi.'>Il box passa di mano in mano, scivolando dalle dita dello Storm Guardian in quelle del Rain Guardian.
È come il gioco della bottiglia -sebbene non ci sia nulla di divertente o di allegro in una battaglia per la sopravvivenza-, è come vederla girare finché il collo non si punta sull’ultimo di loro.
«E se neppure il mio anello dovesse funzionare?» domanda Sawada.
E lei, di nuovo, riprende a spiegare.
«Tra tutti e sette gli attributi, l’Anello del Cielo è l’unico ad essere in grado di aprire tutti i box. Avanti, prova.»
Ha un tono severo, uno sguardo duro che incute timore.
È una donna, ma preferisce celare le sue curve morbide sotto un pesante mantello, bendandosi braccia e gambe.
Il Decimo erede dei Vongola -così diverso da come lo aveva immaginato e, allo stesso tempo, così straordinario nella sua mediocrità- annuisce, raccoglie il proprio desiderio di proteggere tutti, Tutti, perché possano tornare insieme nel passato e lascia che questi sentimenti scorrano dalla mente alle braccia, dal cuore alla punta delle dita, dal suo corpo all’anello del Cielo che lo ha scelto come padrone.
La fiamma si sprigiona.
Calda. Vigorosa. Di una bellezza genuina.
Ma quando inserisce l’anello nella fessura del box, questo si frantuma, cedendo un pezzo dopo l’altro che si trascina a terra per disperdersi in polvere.
Non rimane più niente dello scrigno, se non un oggetto tra le mani del ragazzo.
Azzurro.
Catene che imprigionano l’Azzurro.
Sbatte le palpebre più volte per riuscire a ridefinire con lo sguardo la sagoma tondeggiante dell’oggetto, la sua forma infantile.
E di nuovo quell’Azzurro che, in contrasto con la sua pelle, la rende fastidiosamente pallida.
«Ma è un ciuccio!»
Un ciuccio incatenato -racchiuso come un tesoro in uno scrigno- che porta con sé uno dei colori dell’Arcobaleno.
L’ultima eredità di Colonnello.