[Original] Il debito dei morti

Dec 23, 2023 23:56

E' una raccolta di drabble non necessariamente legate tra loro, che in futuro potrei decidere di ampliare.
Scritta per Corsa di Natale - Edizione I @La torre di carta

La divisa degli Z’temnyat stringe la carne, tradisce il cuore - Alexi sente il bottone del colletto spingere sul collo, sfidandolo a ribellarsi (Ma non lo farai, vero, ragazzo? Fallirai, come hai fallito nel salvare tua madre).
Gli stivali di cuoio pestano i pavimenti del Palazzo di Vetro mentre, prigioniero nella pancia del mostro, avanza.
Seduto sullo scranno, Mathijs - ladro di regni, distruttore di sangue, pazzo, pazzo e mille volte maledetto! - lo scruta con occhi di pietra.
Un gradino più in basso, i due eredi gemelli si levano come germogli marci nati sotto a un sole insanguinato; oro e cremisi il colore delle vesti.
Alexi stringe i pugni - alla vita la spada pesa. Spessa. Affilata.
Arriverà il giorno in cui il debito di sangue sarà finalmente ripagato.


«Alexi Krylarko,» La voce di Mathijs è ruvida come pietrisco, fredda e vuota. L’uomo prende parola e i suoi occhi indugiano a malapena su Alexi, indifferente alla sua presenza (indifferente alla vita o alla morte di chi lo circonda).
«inchinati al cospetto dell’Oracolo. Da oggi la tua vita apparterrà a lei.»
Solleva una mano, ad indicare la figlia - i capelli di grano raccolti in una treccia che le incorona il capo. Principessa per diritto di sangue, dea per volontà dei numi.
Alexi piega una gamba, s’inginocchia ( Mai più, mai più, mai più ) e solo al marmo sotto ai suoi piedi mostra il suo disprezzo.
«Vi proteggerò con la mia vita.» afferma, battendo il petto.
Parole. Solo parole.

*

Accanto a Oszkàr, Alexi credeva d’aver trovato un respiro nuovo, sereno, che cavalca il filo decorato dei suoi guanti e non quello della spada tesa.
S’illudeva.

Alexi lo afferra per il colletto.
«Possibile non t’importi di nessuno?!»
Gli sbatte la schiena al muro, ancora e ancora; dalle labbra carnose del ragazzo solo il silenzio di un muto.
Non sa quale demone lo possegga: gli stringe il collo, per la prima volta lo tocca e sotto le dita la pelle d’ambra è calda, morbida.
Di colpo, però, i muri si squagliano, divengono polvere di stelle e poi oceani e palazzi e volti. Il passato lo attraversa, il futuro bisbiglia al suo orecchio.
Quando Oszkàr lo allontana, è già troppo tardi.
La verità, Alexi, ce l’ha impressa nella retina.
«…sei tu l’Oracolo…»

*

Sulla piccola panca in pietra del Giardino d’Inverno, Alexi sembra un gigante in un mondo in miniatura. Sul terreno, tra chiazze d’azzurro, bianco e rosa pastello si schiacciano le impronte dei suoi stivali, pesanti e sgraziate.

«Non sembri a tuo agio.»
Oruha, al contrario, fluttua tra i fiori come uno di loro, come fosse fatta d’aria di primavera e petali di sole.
La sua voce è l’unica carezza che l’abbia toccato, mentre lo guarda da lontano, senza avvicinarsi. Mai.
«Non sapevo ci fosse un giardino nel Palazzo» commenta Alexi.
Una risata triste accarezza il velo della ragazza.
«C’è tutto quello che vuoi, così che tu non debba mai lasciarlo.»
Alexi alza gli occhi. Vetro e acciaio al posto del cielo.
È così che nascono le prigioni.

character: alexi krylarko, long-fic: la voce dell'oracolo; characte, character: oszkàr, [corsa delle 24h], [drabble], [challenge], [original]

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