Characters: James Buchanan Barnes; Steve Rogers;
Pairing: Bucky/Steve { stucky };
Rating: NC-17
Genre: erotico; introspettivo;
Prompt: bollenti; 32. Sesso telefonico - 29. Spogliarello - 23. Ansimare - 35. Con le dita... si possono fare molte cose!
Words: 120 x 4
Warning: slash; movieverse; pre-siero;
Note: headcanon: pre-siero!Steve è adorabilmente bossy.
Disclaimers: I personaggi di Captain America appartengono alla Marvel e a chi di diritto.
Scritta per l'iniziativa
Corsa delle 24 ore - IV Edizione @
Torre di carta Tre squilli.
Un ansimo passato inosservato alla risposta.
Due secondi.
Uno: «Hey Steve.»
Due: «Ho voglia di scopare.»
Il volto di Steve esplode in un rossore caldo, balbettante, che scioglie parole sulla lingua e lascia sul palato sapore di baci lontani. Li raschia dalla cornetta, quando Bucky poggia le labbra al cellulare.
«Credevo fossi in missione in Libano.»
«Già, ma ho tempo a sufficienza per il sesso telefonico.»
Steve s'appende con entrambe le mani alla cornetta, la plastica scricchiola.
«Steve?»
In risposta un mugugno - non osa di più, la voce lo sta già tradendo.
«Spogliati.»
«Gesù, Bucky.»
«Fallo lentamente, voglio sentire ogni strato scivolarti sulla pelle, finché non sarai nudo per me.»
Tre squilli.
Due secondi.
Un battito perso.
***
Il cuoio delle cinghie che sostengono lo scudo ha un suono inconfondibile.
Bucky socchiude gl'occhi, le cinghie schioccano sul corpo teso di Steve, sui muscoli gonfi delle spalle mentre le dita fanno scattare la chiusura sotto le ascelle.
Lo strappo dei guanti è assordante, cadono a terra e le mani corrono al colletto, infilano l'indice per allargarlo, deglutendo rumorosamente.
«Bucky» lo sussurra nervoso, con voce incrinata e se Bucky potesse vederlo, saprebbe che è per l'erezione dura che sta sformando il cavallo dei pantaloni.
«Lo so» gli risponde - eccome se lo sa «Non fermarti» una mano nelle mutande. Non s'accarezza, non ancora, quasi gli servisse di più, per poter godere.
La giacca della divisa è la prossima a cadere.
***
La voce di Bucky arriva ovattata, i cuscini del divano ne ingoiano gl'ansimi e per Steve è quasi impossibile capire cosa dica.
Geme. Lo chiama. E quel suono umido - che sente solo se tende le orecchie e trattiene il fiato - sono le sue dita affondate tra le natiche. O forse le proprie mentre si masturba e non desidera altro che sentirsi avvolgere dall'abbraccio dei suoi muscoli anali, in quella frizione divina che rende lui elettrico e Bucky ipersensibile.
«Adesso… Buck… Inserisci un altro dito…»
Non ricorda quando il comando è passato a lui.
«Aha… Steve…»
«Penetrati… ma non fare altro…»
E Bucky è così obbediente.
Anche quando, tre dita a riempirlo, ansima sconnesso e singhiozza il suo nome.
***
«Po-posso…»
I pensieri s'imbrogliano, la frase rimane in sospeso e le dita, dentro di lui, tremano per il bisogno che ha di sentirle muovere, di farsi scopare da Steve.
«Resisti.»
Nonostante l'ordine, la voce di Steve è inferma. È seduto sul letto della stanza prenotata dallo SHIELD, la cornetta in bilico tra spalla e guancia.
«Steve…» ci sono mille suppliche in quell'unico nome «No-non… non ce la faccio più…»
«Dio, Bucky, se solo ti avessi qui.»
L'afferrerebbe per le cosce, sollevandole fino a puntellargli le ginocchia contro le spalle e lasciarlo completamente esposto, così splendidamente vulnerabile.
Il solo pensiero lo avvicina all'orgasmo.
«Muovile.»
Un sospiro liberatorio, Bucky inizia finalmente a penetrarsi.
Due gemiti strozzati all'unisono e, poco dopo, s'uniscono nell'orgasmo.