Characters: Quentin Coldwater; Eliot Waugh; Margo Hanson { nominated };
Pairing: EliotxQuentin {queliot}; accenni alla EliotxQuentinxMargo;
Rating: PG
Genre: introspettivo, sentimentale,
Warning: slash; threesome;
Words: 560
Prompt di: Sakura Hikari Efp ~ The Magicians, Quentin/Eliot, primo bacio
Disclaimers: ispirata alla puntata 1x12 ~ Thirty-Nine Graves
Scritta per la
Drabble We 6/05-8/05 2016 @
We are out for prompt Il loro primo bacio è un affogato all'alcol, sporco della presenza di Margo. È un bacio alticcio, in cui le labbra di Eliot si spalancano su quelle tremanti di Quentin e le mani di Quentin si aggrappano al suo volto come se non sapesse dove altro metterle. E perché metterle proprio lì, gli sembra naturale - per cos’altro sono fatte le sue mani, se non per toccare Eliot?
Il loro primo bacio sa di sale; Margo ha pianto tra di loro, Eliot ne ha leccato via le lacrime per farle sparire in fretta e ha cercato rifugio nella bocca di Quentin, dove la lingua si è spinta ad esplorarlo in stoccate combattive, come fosse stato un castello da espugnare.
Il loro primo bacio è una fotografia annebbiata nella memoria, tutti e due troppo ubriachi per fermarsi ad assaporare il momento e conservarlo meglio. Ricordano solo la fretta di trovarsi, l'urgenza di prendersi, le mani di Margo a cercarli tra le coperte e la risata brilla di Eliot, mentre bisbiglia sulla bocca di Quentin di volerlo scopare da sempre.
Il loro primo bacio è un disastro. Non durante: dopo - quando ormai è diventato un pezzo della loro storia e non c'è modo di cambiarlo, né di renderlo migliore; al risveglio - quando Quentin apre gli occhi e nel letto ci sono altre gambe incrociate alle sue, mani che toccano il suo corpo nudo e il volto addormentato di Eliot che gli respira vicino.
«Ti rendi conto che quello che stai facendo, il seguirmi ovunque e fissarmi con quegli occhietti perversi, ha smesso da un pezzo di essere adorabile e sta diventando inquietante?»
«Ah. Sì. No. Scusa?»
Eliot ride e dalla sua ventina di centimetri in più si gode lo spettacolo che gli sta offrendo Quentin: il rossore del suo volto e la fuga dei suoi occhi nervosi che si muovono per ogni punto del giardino dei Fisici.
Ha mentito: lo trova ancora adorabile in quel suo autismo impacciato, soprattutto quando il ragazzo si stringe nelle spalle e azzarda un’occhiata in sua direzione.
«Possiamo… sì, uhm, ok, possiamo riprovare?»
«Mi piaci così audace.»
«È un sì?» Non è stupito che Eliot abbia capito a cosa si riferisca, è stupito invece di essere riuscito a chiederglielo. Con il cuore in gola, rafforza lo sguardo, solleva gli occhi sul più alto e da lui viene catturato.
Il loro secondo bacio è bagnato di martini, il sapore alcolico ancora nella bocca di Eliot. Le sue dita arpionano il collo di Quentin, subito sotto la nuca, lo piega sotto di sé in una fisarmonica di muscoli contratti e beve di lui, della sua saliva e dei suoi ansiti.
Quentin chiude gli occhi, le mani trovano i capelli di Eliot come se avessero vagato da sempre alla ricerca di un posto in cui affondare e li tira sino a sentirlo gemere.
Il loro secondo bacio si consuma contro la corteccia di un albero; le spalle di Quentin vi sbattono in una spinta feroce in cui Eliot gioca con lui e lo domina. La sua gamba si struscia tra quelle del ragazzo e le sue mani lo tengono fermo, in trappola, mentre la sua bocca lo assale, umida, avida e imbevuta di confessioni oscene con cui gli gonfia le labbra, sussurrandole una alla volta.
Il loro secondo bacio si dimostra un straordinario calco del primo. Ed è perfetto, semplicemente perfetto.