Characters: Ilyas; Gavriil; Lænton; Metacomet dell'Incanto {nominated};
Pairing: GavriilxIlyas {oneside}; LæntonxIlyas {oneside};
Rating: PG
Genre: slice of life; fluff;
Words: 500
Prompt: Frutti; 4. Ciliegia;
Warning: slash; cowt!verse;
Disclaimers: I personaggi sono stati creati dall'illustre trinità di
landedifandom.
Ilyas e Gavriil invece sono miei.
Scritta per l'iniziativa
Sette giorni e tanti prompt @
Torre di carta «Ilyas, non fare il coglione e scendi subito!» Gavriil urla dal basso, agita le braccia ad intimargli di scendere e, se non fosse che teme possa distrarlo e portarlo a cadere, si scaglierebbe con tutto il proprio peso contro l'imponente albero di ciliegio che domina il paesaggio nei giardini del Palazzo di Tanit. Solo per far scendere quella scimmietta bianca.
«Ci sono quasi.»
Ma Ilyas è una capra testarda e le ciliegie di quell'albero sono le preferite del Sommo Lænton e se deve morire, tanto vale farlo per amore di qualcuno che a malapena sa che esiste. Se non è idiozia questa!
Gavriil serra i pugni.
«Guarda che sto per salire!» e lo ha fatto per un po', afferrando i rami più larghi e issandosi su quelli più grossi. Ma Ilyas è un mostriciattolo d'agilità felina, minuto, sottile, dal peso di una piuma e i rami da cui dondola e su cui atterra in punta di piedi sono fragili come lui.
«No, no, ce l'ho… Fatta!»
È la tipica ultima parola famosa, quella che precede la caduta. E la sua, quando il braccio si tende, le dita afferrano il grappolo di grosse ciliegie che penzola tra le fronde più alte e il ramo si spezza, è una caduta verso il vuoto.
«Cazzo, Ilyas!» non può farcela ad afferrarlo. È troppo lontano, troppo tardi, troppo lui, senza un briciolo di magia, nemmeno per salvare chi ama (e non lo ama).
Ma il corpo di Ilyas si ferma a mezz'aria, tra le mani di un vento gelido e tagliente che lo accolgono e lo cullano, governate da qualcuno più in basso. L'atterraggio è morbido, eppure solido, mentre viene lasciato tra le braccia di un uomo. Ha vesti bianche e gioielli argentati e quando Ilyas solleva lo sguardo, gli occhi sottili che lo fissano sono quelli del Sommo Lænton e l'odore afrodisiaco che lo avvolge è quello della sua pelle e della sua terra.
Immobile, il ragazzo non osa nemmeno respirare per paura di vederlo scomparire o peggio, di arrecargli offesa. Ma Lænton continua a fissarlo in un silenzio che pesa nel suo sguardo azzurro, gli occhi curiosi, il profilo elegante e il vento che gioca con i suoi riccioli biondi.
Quando lo rimette a terra, le gambe di Ilyas cedono e lui cade inginocchiato. China il capo e solleva le mani a coppa, in un'offerta traboccante di ciliegie.
«Sono per voi.» bisbiglia pianissimo.
Lænton lo studia con l'attenzione di un felino, ma il sorriso che incurva le labbra è divertito.
«La prossima volta, soldato di Metacomet, usa una scala.»
Lo ha riconosciuto dallo stemma cucito sul petto della casacca azzurrina.
«Sì signore.»
Quando Lænton se ne va, è come se il tempo riprendesse a scorrere.
Gavriil gli corre accanto, la sua mano è pesante nella pacca contro la schiena e il suo sguardo è indurito dalla preoccupazione. Ma non ha il cuore di rimproverarlo, non dopo averlo sentito spezzarsi davanti allo sguardo innamorato con cui Illyas ancora guarda la schiena di Lænton.