Fandom: Katekyou Hitman Reborn
Titolo: And he closed his eyes
Rating: Nc-14
Conto parole: 200 (W)
Characters: Takeshi Yamamoto, Tsunayoshi Sawada
Pairing: 80x27
Challenge: special #3@
it100Prompt-regalo ricevuto: Your skin make me cry
Warning: shounen ai, death
Shigure lo aveva abbandonato. La lama conficcata nel terreno di fango e sangue.
Cadde in terra privato perfino della forza di respirare.
La prima cosa che vide fu il volto di Tsuna piegato su di sé, le sue labbra che si muovevano a pronunciare una frase che non sentiva e le mani che si aggrappavano disperate alle proprie spalle.
«Visto Tsuna… te l’avevo detto che ti avrei protetto…»
Gli occhi bruciavano.
Il sangue aveva cancellato l’ambra con cui erano stati creati per sostituirla d’amaranto e incollarsi sulla pelle in una maschera di dolore.
«Ehy, Tsuna…» le parole ne grattarono la gola, uscendone arrocchite «Abbiamo vinto, no?»
«S-sì, certo che sì…» mormorò il giovane Boss.
«Allora perché piangi?»
Righe trasparenti segnavano il loro percorso sulle guance del ragazzo e Tsunayoshi vi passò sopra il braccio per asciugarle.
«E’ solo che… non voglio che tu muoia, Yamamoto.»
Sorrise.
Takeshi Yamamoto.
Uno squarcio gli apriva il petto, ma lui sorrideva.
«Potresti darmi un bacio, ho sentito che fanno miracoli.»
Il sangue non si fermava e lui ancora ci scherzava sopra.
Tsunayoshi si avvicinò, poggiando le proprie labbra a quelle del Guardiano.
Takeshi chiuse gli occhi.
«Ecco… sto già meglio…»
Ma non li riaprì.
Fandom: Katekyou Hitman Reborn
Titolo: Slave of angry, prisoner of ice
Rating: Nc-14
Conto parole: 200 (W)
Characters: Xanxus, Tsunayoshi Sawada
Pairing: //
Challenge: special #3@
it100Prompt-regalo ricevuto: I find your face too hard to define
Warning: spoiler sulla saga dei Varia
Note: Nonostante la coppia XXX mi piaccia (praticamente come tutte le altre coppie in cui compare Tsu-kun), questa drabble può perfettamente essere letta in chiave non-shounen ai.
Non è per le cicatrici che marchiano il volto di Xanxus, deturpandone la pelle e conferendogli una furiosa espressione che nasconde dietro quella sua violenta rabbia la sua tristezza.
Non sono neppure gli occhi, rossi come tizzoni ardenti e passionali come il fuoco che brucia all’inferno e che lo corrode da dentro, facendo a brandelli quel che rimaneva della sua umanità, quello che lo rendeva il Figlio del Nono o quello che, semplicemente, un tempo lo faceva sorridere.
Perché, prima di arrivare a questo punto, sorridevi anche tu, vero?
Non è neppure per la bocca, sempre incurvata in una linea storta ed insofferente o dischiusa a pronunciare insulti e frasi che fanno male.
Quando Tsunayoshi lo guarda, mentre la fiamma ghiacciata dello Zero Point Breackthrough First Ediction si ciba del corpo dell’uomo inginocchiato di fronte a lui, non riesce a vedere nient’altro che un’ombra grigia cancellare le linee marcate del viso, insieme alla vergogna di essere solo uno come tanti.
Forse non era davvero cattivo.
Forse non era davvero così sadico.
Forse non era tante cose di quelle che ha dimostrato.
Ma i forse non servono a niente.
Ed alla fine di Xanxus non rimane che collera prigioniera del ghiaccio.
Fandom: Katekyou Hitman Reborn
Titolo: You're late
Rating: Nc-14
Conto parole: 300 (W)
Characters: Kyouya Hibari, Tsunayoshi Sawada
Pairing: 18x27
Challenge: special #3@
it100Prompt-regalo ricevuto: Lividi
Warning: shounen ai
Note: Non so perchè ma tutte le volte che mi prefiggo l'obbiettivo di scrivere su Reborn, la coppia che mi riesce più facile trattare è sempre la 18x27, infatti tra le tre che ho scritto per ora questa è quella che mi sembra uscita meglio. Mah. Sarà che per me Hibari è un po' più facile da muovere, chi lo sa.
L’occhio è rossastro.
Dovrebbe essere nocciola brillante, quasi lucido.
Eppure è rossastro.
Circondato da un alone nero che si estende sulla pelle e si unisce alla macchia violacea sulla guancia.
Lividi.
Quel ragazzino è troppo debole.
Insulso erbivoro.
Che lo guarda con un sorriso stentato e la mano tra i capelli. Chissà se sono morbidi come sembra. Non che gli importi, tsè!
Non ha neppure il coraggio di parlare e di implorarlo di perdonarlo del ritardo, di fare appello ad una -inesistente- bontà e lasciargli continuare quella misera esistenza per un altro giorno ancora.
Debole e codardo.
«Sawada Tsunayoshi.» ha pronunciato soltanto il nome del ragazzo, ma possiede lo stesso suono di una condanna a morte.
«S-sì...» pigola lui, ginocchia a terra e sguardo timoroso all’insù.
«Sei in ritardo.»
«Mi… mi dispiace…»
E’ il minimo!
Cinquanta minuti d’attesa non sono pochi. Non sono neppure da lui. Perché diavolo è rimasto quando poteva andarsene?
Tra le mani stritola i propri tonfa.
Dovrebbe colpirlo ancora, l’insulso erbivoro se lo meriterebbe; ha perfino chiuso gli occhi in attesa che Kyouya lo faccia, fin quando non ne sarà soddisfatto o finché probabilmente non lo avrà ucciso.
Stupido inutile essere debole!
Lo detesta quando fa così.
Quando Tsunayoshi si arrende davanti alla forza del Cloud Guardian, quando abbassa il capo senza reagire, lasciandosi picchiare e poi, sempre-sempre-sempre, alla fine lo rialza e con un sorriso gli chiede scusa.
Lo odia.
Mentre il proprio braccio ricade lungo il fianco.
Lo vorrebbe morto.
Mentre si sente sbuffare irritato e l’altra mano si aggrappa ai capelli di lui, sollevandolo con forza. Lo sapeva: sono morbidi.
E stenta a riconoscersi.
Quando, tirandolo a sé, gli morde le labbra, sussurrandogli in bocca: «La prossima volta che mi dai appuntamento, sii puntuale se non vuoi che ti morda fino alla morte.»