Characters: Jefferson; Emma Swan;
Pairing: JeffersonxEmma { madswan };
Rating: NC-17
Genre: Introspettivo; Erotico;
Words: 653
Warning: pwp;
Prompt di: Klaudia Liu Barbera ~ Emma/Jefferson, AU, tra i due c'era sempre stata parecchia tensione irrisolta nell'aria. Finalmente un giorno trovò sfogo
Scritta per il Porn Day della
Winter is Coming Week @
We are out for prompt C'era sempre stata una scintilla accesa tra loro che nessuno dei due aveva mai voluto cogliere, lasciandola cadere nel vuoto e guardandola spegnersi nel terreno; ma quando la mano di Jefferson si era stretta al polso di Emma { Non andare, non lasciarmi, non odiarmi, non respingermi. Non fare di me un uomo pazzo d'amore. Curami, curami, curami. }, lei aveva ceduto.
E la scintilla era diventata fuoco e il fuoco li aveva divorati.
È stata Emma a guidarlo nella camera da letto, lo ha preso per mano e per tutto il tragitto attraverso il salotto ha sentito gli occhi di Jefferson fissi sulla propria schiena. Lui la guarda con il timore di vederla diventare polvere e non smette di farlo nemmeno quando la porta si chiude alle loro spalle ed Emma si volta e accenna un sorriso timido.
Riesce a percepirla l'insicurezza di lei: c'è un lieve tremore nelle dita sottili che si dedicano a sciogliere il nodo della sciarpa che lega il collo di Jefferson { il cappio di un impiccato che non ha ancora smesso di dimenarsi alla ricerca di ossigeno }, ma entrambi lo ignorano e la sciarpa cade a terra.
Basta un unico sguardo di Emma alla carne cucita insieme alla base del collo per far scattare qualcosa in Jefferson. Un istinto primordiale, un bisogno pulsante che gli urla nel petto e nella testa; la afferra per le spalle e si gira per spingerla contro il muro, intrappolandola tra questo e il proprio corpo.
Non c'è alcun bacio all'inizio, né tenerezza. È l'angoscia a manovrare il corpo di Jefferson, marionetta di se stesso; nasconde il volto alla spalla di Emma e strofina le labbra contro il suo seno, sentendo la ruvidezza della canotta scura, abbassandone appena il bordo con i denti per baciarne la pelle nuda e chiara e poi succhiarla.
Emma sa di buono - di tutto ciò che esiste di buono al mondo. E di magia. Soprattutto di magia.
Jefferson la assaggia, ne fa bocconi che inghiotte tra i gemiti, mentre le unghie della Salvatrice gli graffiano la schiena attraverso il gilè e la camicia. Non durano molto, cadono com'è caduta prima la sciarpa e come cadono la canotta e i jeans di Emma, lasciandola vestita solo dell'intimo. La punta della lingua di Jefferson ne ridisegna i bordi, li bagna di saliva ed Emma geme, tirando indietro il capo a ricolorare la parete di scie dorate che si agitano nervose ogni volta che la donna inarca la schiena e chiama con gli occhi il nome di Jefferson.
Jefferson è nudo, bello, pericoloso e affamato. Ha occhi che implorano, anche quando la sua bocca scende tra le gambe di Emma e la sua lingua spinge contro i suoi slip, li bagna di saliva e di umori che sanno di lei; ha mani che continuano a cercare in Emma la salvezza, anche quando la spoglia completamente, l'abbraccia e le curve di lei si disegnano sul corpo di lui; ha l'espressione ferita di chi ha dimenticato come amare, ma ci sta provando, ci sta provando così tanto che gli sembra di impazzire.
È in quel momento che si baciano per la prima volta: quando Emma raccoglie il volto di Jefferson tra le mani { e ne raccoglie anche i pezzi, li rimette insieme e li unisce ai propri } e posa le labbra alle sue. Un bacio lento, la lingua di Jefferson che le esplora con calma la bocca, le sue dita che la stringono ai fianchi e l'erezione che si fa spazio in lei.
Jefferson si spinge tra le sue cosce, si prende il suo corpo e implora il suo amore, finché l'amplesso non li annulla entrambi.
«Ho bisogno che mi ami, Emma.»
«Ti amo.»
«Ho bisogno che tu ci creda.»
«Non posso.»
«Perché? Perché?! Perché...»
«Perché amare è complicato. Amare te è complicato.»
E la scintilla si era persa nel fuoco e il fuoco li aveva consumati.