Characters: Lacros del Martello; Lænton;
Pairing: LacrosxLænton;
Rating: PG;
Genre: Fluff;
Words: 526
Prompt: CoW-T!verse
Warning: slash; cowt!verse;
Disclaimers: I personaggi sono stati creati dall'illustre trinità a cui fa capo anche l'iniziativa del CoW-T.
Scritta per la 6° Settimana del
Cow-t5 @
maridichallengeQuando Lænton lo trova, la stanza è al buio e Lacros è seduto sul bordo del letto, con i gomiti sulle ginocchia e le dita tra i capelli. Il suo volto è nascosto, ma non serve vederlo per immaginare l'espressione dei suoi occhi azzurri.
Sua madre è morta.
E Lænton sa per esperienza che un dolore come quello ti rimane addosso a lungo, più di quanto vorresti.
Gli si avvicina lentamente, dandogli il tempo di accorgersi della propria presenza; si aspetta di essere cacciato con una qualche scusa banale, invece Lacros tace e non si muove, nemmeno quando le proprie mani raggiungono le sue e con gentilezza le allontanano dal capo e lo obbligano a sollevarlo.
Rimangono in quella posizione per così tanto che sembrano trascorse ore, finché Lænton non si inginocchia tra le gambe del Sommo Priore e ne bacia il dorso di una mano e poi della gemella. Soltanto allora Lacros sembra ritrovare l'uso della parola.
«È morta.» la voce è più roca del solito e la gola brucia come se ogni parola pronunciata fosse stata forzata ad uscire.
«Lo so. Mi dispiace.»
Non è l'unico a saperlo. Tutto il popolo sa della morte della Prima Veggente di Tanit; i funerali si sono conclusi da poche ore.
«Non so che cosa dovrei fare.» c'è un tremito che spezza in due la frase, concludendola in un sussurro quasi inudibile.
Lænton lo abbassa verso di sé, costringendolo a poggiare la fronte alla propria. Lo bacia, in un'unione di labbra che non viene approfondita ma in cui la sua bocca continua a premere contro quella di Lacros come se quel bacio non dovesse finire mai.
«Sì, che lo sai.» soffia alla fine, senza ancora staccarsi; invece si risolleva, poggia un ginocchio al materasso e gli circonda le spalle larghe in un abbraccio caldo quanto il proprio respiro, mentre il Sommo Priore chiude gli occhi e lascia che il marito lo consoli e gli faccia dimenticare il dolore, per quanto non c'è nulla che possa distoglierlo dalle sue responsabilità anche se sono l'ultima cosa a cui vorrebbe pensare ora.
«Devi farla tornare.» insiste Lænton.
«Non mi ascolterà mai.»
«Non ascolterà nessuno, se non te.» c'è una stilla di gelosia che Lænton non è riuscito a nascondere, ma nonostante tutto non cambia il fatto che abbia ragione. Lo bacia un'altra volta e un'altra ancora, finchè non ne sente i muscoli rilassarsi e le sue mani sollevarsi per afferrarlo alla vita e sollevarlo affinchè possa accomodarsi sulle sue gambe.
«Cosa farei senza di te...»
Alla domanda, a cui manca un tono interrogativo Lænton sorride: «Avresti sposato uno di quei cretini che ti corteggiavano.»
Questa volta la stilla di gelosia è così limpida che Lacros non riesce a trattenersi dal sorridergli, con una tristezza che gli si incastra agli angoli delle labbra, e poggia la guancia contro il suo petto.
Dovrebbe rintracciare Manila, parlarle e convincerla a tornare a casa una volta per tutte, ma può farlo più tardi, nessuno potrà biasimarlo se per un po' continuerà a farsi coccolare dall'abbraccio di suo marito, nessuno potrà dirgli nulla se per un po' lascerà che sia Lænton a prendersi cura di lui.