Characters: Lacros; Lænton;
Pairing: LacrosxLænton;
Rating: PG
Genre: Fluff;
Words: 851
Prompt: CoW-T!verse
Warning: slash; cowt!verse;
Disclaimers: I personaggi sono stati creati dall'illustre trinità a cui fa capo anche l'iniziativa del CoW-T.
Scritta per la 6° Settimana del
Cow-t5 @
maridichallenge "Non avrai nessuna megera fra le cui braccia correre affannosamente se non mi ascolti, perché se tu non lo fai io impazzirò e ucciderò te, tutti i miei pretendenti e probabilmente il resto della nostra razza."
"Ti prego di non rivolgerti a mio marito con simili appellativi."
"Io mi rivolgo a chi mi pare come mi pare,"
[Cowt-5 - 2°settimana]
Arrivato insieme a Lacros, si è fermato prima di essere notato dalla Veggente e se ne è andato prima ancora che iniziassero a parlare della nuova battaglia, ma troppo tardi perché potesse evitare di sentire l'insulto a lui rivolto, quasi la ragazza sapesse perfettamente della sua presenza, all'ombra di una delle colonne di marmo che circondano la sala del trono.
Lacros lo ritrova poco dopo nelle loro stanze, con il fianco poggiato alla ringhiera del balcone e le braccia incrociate al petto.
«Lænton.» lo chiama lui, stringendosi con il petto contro la sua schiena e allungando le mani alla ringhiera, imprigionando il corpo del marito tra le proprie braccia.
Lænton non si volta, continua a guardare l'orizzonte, come se ci fosse qualcosa di interessante tra le stelle che tinteggiano d'oro il cielo.
«L'hai sentita, vero?» gli chiede l'altro e sanno entrambi a cosa si riferisce. «Mi dispiace, lo fa solo per fare dispetto a m-»
Lænton lo interrompe prima che possa completare la frase.
«Non è una novità il modo in cui mi chiama. E non è certo per fare dispetto a te che lo fa.» si volta, dando le spalle alla ringhiera e ai giardini del palazzo, per specchiare gli occhi di Lacros nei propri. Gli sorride avvicinando il volto al suo per premere un bacio casto e fugace contro la sua bocca «Per tua fortuna, non mi è mai interessato il suo odio.»
«Giusto, in fondo mi hai sposato per l'influenza della mia famiglia.»
«E per la tua ricchezza, Lacros, non dimenticarti della tua ricchezza.»
«E per la mia ricchezza.»
Si sorridono ed è Lacros questa volta a baciarlo, assicurandosi che le proprie labbra rimangano premute più a lungo contro quelle del marito e preme la lingua tra le sue, in un invito a schiuderle per lui. Presto, non c'è più nulla di casto nel loro bacio, in cui il volto del Sommo Priore si spinge con maggior irruenza su quello dell'altro, obbligandolo a reclinare il capo indietro, mentre entrambe le braccia stringono la vita di Lænton, in una morsa soffocante che gli strappa un singulto. Nemmeno quando il bacio si scioglie allenta la presa, la rinsalda invece, per tenerselo vicino, fuso quasi al proprio corpo. Per impedirgli di allontanarsi da lui.
Lænton non se ne lamenta, lo lascia fare e si appoggia con le braccia alle sue spalle, lasciando ciondolare le mani dietro alle sua schiena, con le dita che gli sfiorano i capelli lunghi e biondi.
«Quindi, stai continuando ad assecondare i capricci di tua sorella o finalmente puoi chiudere la questione del suo matrimonio?» domanda, solleticandone il mento con il naso, sentendolo pizzicare dai peli della barba.
«Non che sia l'unica di cui assecondo sempre i capricci.»
«Fingerò di non averti sentito.»
Lacros ride, anche se non si rimangia la propria frase, né il marito gli chiede di farlo; come al solito, infatti, ha più che ragione e Lænton preferisce cambiare discorso: «Chi credi che vincerà tra quei quattro?»
L'uomo scrolla le spalle. Non è interessato alla vittoria di uno dei quattro pretendenti alla mano di Manila, l'unica cosa che desidera è che la sorella si sposi una volta per tutte, così com'è tradizione. Ha già avuto troppi pensieri da quando loro madre è morta e già riportare a casa Manila è stato un traguardo ottenuto a fatica.
«Uno vale l'altro.» risponde con un sospiro.
«Allora, in questo caso, spero vinca Cyprian della Spada.»
Lacros affila lo sguardo, puntandolo fermamente sul suo volto.
«Lo conosci?» domanda e, anche se non vorrebbe rendere la propria gelosia così palese, il tono gli esce in un sibilo basso, vagamente minaccioso che strappa un ghigno compiaciuto a Lænton.
«Oh, li ho conosciuti tutti e quattro se è per questo. Dovrò pur trovare un modo per intrattenermi quando tu non ci sei.»
«Credevo che programmare l'assassinio di mia sorella fosse già un intrattenimento più che sufficiente.»
«Intrattenimento che è stato messo da parte a favore dell'incontro con i quattro pretendenti.»
Lacros storce il naso in un broncio che, è buffo dirlo, ma ricorda in maniera spaventosa quello infantile di sua sorella e Lænton tira ancora un po' la corda, sfidando la sua pazienza: «O, in caso, la donna del Crepuscolo. Vesper, giusto?»
«Lænton, continua a parlarmi di quei quattro e finirò per legarti al mio letto fino alla fine dei tuoi giorni.»
La risata di Lænton è bassa e melliflua e la sua lingua si spinge tra le labbra, per poi scivolare sulla punta dei denti, in un'espressione accattivante che l'altro preferisce togliergli dalla faccia con un altro bacio, più lungo dei precedenti e più languido, spingendolo più indietro per fargli premere la schiena contro la ringhiera del balcone e poi ancora più indietro, fino ad incurvarlo sul vuoto, in una sensazione di caduta che, ovviamente, non si avvera. Lo tiene stretto con un braccio e con l'altro si tiene al balcone e quando il bacio si scioglie si tira indietro e lo trascina con sé, verso l'interno della stanza.
«E ora andiamo a letto, che questionare con te e Manila mi sfinisce.»
Non che abbia davvero intenzione di dormire, una volta a letto, ma questo non c'è bisogno di dirlo.