May 15, 2013 10:40
Secondo la Vita Hludowici Imperatoris[1], era il figlio primogenito del re d'Aquitania e futuro imperatore Ludovico il Pio e da Ermengarda[2] (780-818), figlia del conte di Hesbaye[3], Ingramm (o Ingerman o Enguerrand, nipote di Rotrude, moglie di Carlo Martello) e di Edvige di Baviera.
Biografia [modifica]
Si sa poco dei primi anni della sua vita, che trascorse probabilmente alla corte di suo nonno Carlo Magno e, dopo la morte del nonno (814), nell'815, il padre Ludovico lo inviò a governare la Baviera[4], affiancato da alcuni funzionari franchi.
Nell'817, alla dieta di Aquisgrana, l'imperatore, Ludovico il Pio, con la Divisio Imperii al suo primogenito, Lotario, concesse il titolo imperiale[5], e con l'incoronazione a imperatore aggiunto, fu sancita la sua superiorità sui fratelli[6], mentre al secondogenito, Pipino, concesse la sovranità, col titolo di re, sull'Aquitania, il tolosano e la Settimania[7], che già governava, e al terzogenito, Ludovico, che sarà detto il Germanico, concesse la sovranità, col titolo di re, sulla Baviera, la Carinzia e la Boemia[7]. Questa suddivisione conosciuta anche come Ordinatio Imperi fu ratificata dall'imperatore a Nimega, nell'819.
Lotario Nell'821, secondo gli Annales Xantenses, Lotario sposò Ermengarda ( † 20 marzo 851), figlia di Ugo, conte di Tours[8], che secondo il cronista Thegano era discendente dalla famiglia degli Eticonidi[9] e di Ava o Bava.
Nell'822, sempre secondo gli Annales Xantenses, Lotario venne inviato dal padre a prendere possesso dell'Italia (regnum longobardorum)[10], e, secondo Eginardo, Lotario fu affiancato da alcuni dignitari di fiducia di suo padre, il monaco Wala, l'abate Adalardo e il comandante delle truppe, Gerungo, per consigliarlo ed aiutarlo nelle trattative[10], specialmente per garantire la giurisdizione imperiale nei territori governati da Papa Pasquale I, che, il 5 aprile 823, a Roma incoronò Lotario imperatore[11].
Co-imperatore [modifica]
Denaro di Lotario I, battuto nell'833.
Nell'823, era nato il suo fratellastro, Carlo, figlio di Ludovico il Pio e della sua seconda moglie (sposata nell'819, dopo circa un anno di vedovanza), Giuditta dei Welf (Guelfi)[12], creando notevoli problemi nella successione a Ludovico come era stata prevista nella Ordinatio Imperi dell'817. L'Imperatore cercò di assegnare territori anche al figlio appena nato, ma dato che l'ordinatio non prevedeva un caso del genere, incontrò notevoli resistenze da parte dei figli Lotario (Imperatore e Re d'Italia), Pipino (Re di Aquitania) e Ludovico (Re di Baviera), per cui parve che le decisioni dell'817 seguissero il loro corso
Nell'824, Lotario, dopo la morte di papa Pasquale, tornò a Roma per incontrare il nuovo papa, Eugenio II[13], e nel novembre di quello stesso anno, promulgò uno statuto sulle relazioni tra Papa ed Imperatore, noto come Constitutio romana, che riservava il potere supremo alla potenza secolare, e successivamente emise varie ordinanze per favorire un governo efficiente dell'Italia.
Ma, nel 829, alla Dieta di Worms, Ludovico diede a Carlo col titolo di Duca parte dell'Alemannia (o Svevia), l'Alsazia, la Rezia e parte della Borgogna[14], tutti territori tolti a Lotario. Questi, pur essendo il padrino di Carlo, si risentì ed il padre per allontanarlo dalla corte lo inviò in Italia[15], vietandogli di far uso del titolo imperiale.
Dinastia carolingia
Pipinidi
Pipino di Landen († 640)
Grimoaldo I († 661 ?)
Childeberto († 661 ?)
Arnolfingi
Arnolfo di Metz († 640)
Clodolfo di Metz († 696)
Ansegiso († 679 circa)
Pipino di Herstal († 714)
Drogone di Champagne († 708)
Grimoaldo II († 714)
Teodoaldo († 714)
Carolingi
Carlo Martello († 741)
Carlomanno († 754)
Pipino il Breve († 768)
Carlomanno († 771)
Carlo Magno († 814)
Ludovico il Pio († 840)
Dopo il Trattato di Verdun (843)
Lotario I
(Imperatore)
Carlo il Calvo
(Re dei Franchi Occidentali)
Ludovico II il Germanico
(Re dei Franchi Orientali)
Nell'agosto dell'829, a sostituire Lotario nella custodia del fratello Carlo, fu chiamato a corte Bernardo di Settimania[16], conte di Barcellona, che era stato insignito del titolo di ciambellano e aveva ricevuto il feudo della marca di Spagna.
Secondo il cronista Thegano, i parecchi nemici (molti dei collaboratori del co-imperatore Lotario) non tardarono a mettere in giro la voce che Bernardo fosse divenuto l'amante dell'imperatrice, Giuditta di Baviera[16] ed inoltre Pipino I di Aquitania, era anche stato convinto da Wala che Bernardo volesse portargli via il regno.
Allora, nell'830, mentre, secondo gli Annales Bertiniani, Bernardo e l'imperatore, lasciata Aquisgrana, stavamo avanzando verso la Bretagna,[17], per una spedizione contro i Bretoni riottosi a riconoscere l'autorità dell'imperatore, per riunirsi a Parigi, col resto dell'esercito[18], secondo la Vita Hludowici Imperatoris, Pipino I di Aquitania, anche per vendicare lo sgarbo fatto al padre, raccolto un esercito di Guasconi e Neustriani, si riunì al fratello, Ludovico II il Germanico, e si avviarono verso Parigi per scalzare l'imperatore, Ludovico il Pio[19], per punire la matrigna ed uccidere Bernardo[18] che, sentendosi seriamente minacciato, si trovò costretto a fuggire e ritornare nei suoi domini, a Barcellona[18] e in Settimania[4]. Il padre, Ludovico il Pio, che aveva sospeso la campagna di Bretagna, constatata la propria inferiorità si consegnò loro a Compiègne, Giuditta fu chiusa in un monastero[16] a Poitiers e i suoi fratelli, Corrado e Rodolfo che, da quando Bernardo era ciambellano, avevano fatto rapida carriera a corte, furono tonsurati e chiusi in un monastero[16], in Aquitania. Solo allora, Lotario I, proveniente dall'Italia, si riunì ai fratelli, riassumendo il titolo di imperatore aggiunto
La ribellione però fallì per il disaccordo tra i tre fratelli (Pipino I e Ludovico il Germanico preferivano essere sudditi del padre anziché del fratello) e, nell'831, a febbraio, nella dieta di Aquisgrana, Ludovico il Pio riebbe il trono imperiale.
Nell'833, Lotario I coi fratelli, Pipino I e Ludovico II il Germanico, si ribellarono nuovamente e si erano radunati coi loro eserciti nella piana di Rothfeld, vicino a Colmar, dove furono raggiunti da Ludovico il Pio ed i suoi seguaci, che aveva l'intenzione di trattare. A loro si unì il Papa Gregorio IV, con l'intento di fare da paciere; il risultato invece fu che Ludovico il Pio fu abbandonato da tutti i suoi seguaci[20] e dovette consegnarsi ai figli[21]. Poi, con l'assistenza dell'arcivescovo di Reims, Ebbone, deposero il padre, che fu rinchiuso nel monastero di San Medardo a Soissons, e, il 30 giugno, proclamarono unico imperatore Lotario, dividendosi il regno in tre parti[22].
Subito però si manifestarono dissapori tra i fratelli e Pipino e Ludovico il Germanico si riaccostarono al padre, il deposto imperatore, Ludovico, ed il primo marzo 834 Ludovico il Pio fu reintegrato sul trono imperiale[23].
Lotario, secondo Thegano, continuò nella sua ribellione, ma prima che l'anno fosse terminato fu catturato, allora si prostrò ai piedi del padre che lo perdonò, lasciandogli il titolo di re d'Italia e gli permise di rientrare in Italia[24], con l'obbligo di proteggere la santa sede. Il 28 febbraio 835, a Metz, Ludovico il Pio, fu nuovamente incoronato imperatore.
Nell'837, Ludovico il Pio, in una dieta ad Aquisgrana, ampliò, a discapito di Pipino I e Ludovico il Germanico, i territori che sarebbero stati assegnati al giovane Carlo, che a settembre divenuto maggiorenne, gli fu assegnato un territorio tra la Loira e la Senna, iniziando un riavvicinamento a Lotario che li condusse poi all'incontro di Worms dell'838.
Dato che era morto Pipino I (13 dicembre 838) a Worms, nell'839, Ludovico il Pio, oltre ad aver diseredato il figlio di Pipino I, Pipino II (che non venne più menzionato anche nelle due successive spartizioni dell'impero), al figlio Ludovico assegnò la sola Baviera, per cui l'impero, alla sua morte sarebbe stato diviso praticamente in due parti[25], con la linea di demarcazione, da nord a sud, che correva lungo la Mosa, sino alla Mosella, a Toul, poi attraversando la Borgogna ed il lago di Ginevra, arrivava alle Alpi, che seguiva sino al mar Mediterraneo. Lotario I, che, oltre al titolo di imperatore, aveva il diritto di prelazione, scelse la parte orientale, e a Carlo il Calvo, toccò la parte occidentale.
Quando Ludovico I stava per morire nell'840, mandò le insegne imperiali a Lotario, che, disconoscendo le varie divisioni, in applicazione dell'Ordinatio Imperi dell'817 pretese di avere giurisdizione su tutto l'impero, riconoscendo i due fratelli come re suoi vassalli. Così, alla morte di Ludovico il Pio, avvenuta, secondo gli Annales Fuldenses, dopo una breve malattia, il 20 giugno 840, su un'isola del fiume Reno[26], Lotario prima stipulò una tregua con il fratello Ludovico II il Germanico che aveva occupato tutti i territori alla destra del Reno, quindi attaccò il fratellastro Carlo il Calvo, che preferì non combattere, accettando la riduzione del suo regno alla sola Aquitania più la Provenza; quindi fissò un incontro, nella primavera successiva, ad Attigny, a cui doveva partecipare anche Ludovico, dando il tempo ai fratelli di cercare alleanze ed armarsi.
Ad Attigny, nella pimavera dell'841, Lotario non si presentò, permettendo a Carlo, che era il più debole[27] di allearsi con il fratellastro Ludovico, ed i loro eserciti si incontrarono a Châlons sur Marne, mentre Lotario aveva radunato le sue truppe nelle vicinanze di Auxerre, in attesa dei Guasconi del nipote, Pipino II, che si era alleato con lui.
Il 24 giugno, all'arrivo di Pipino II, l'imperatore ritenne di essere abbastanza forte da poter dare battaglia, che iniziò il mattino seguente a Fontaney[28], nelle vicinanze di Auxerre, dove le truppe di Ludovico II il Germanico ebbero la meglio sull'esercito imperiale, nonostante che i Guasconi di Pipino II avessero battuto il contingente di Carlo il Calvo, costringendo Lotario a fuggire[29], per ritirarsi ad Aquisgrana. Secondo i cronisti dell'epoca fu un massacro[28], ed il cronista Reginone nota che anche i vincitori ebbero gravi perdite[30].
La guerra civile continuò con alterne fortune, con Lotario che attaccava ora un'ora l'altro dei fratelli, sinché, nel febbraio 842, vi fu un rinnovo dell'alleanza dei fratelli più giovani contro Lotario (Giuramento di Strasburgo[31]). Le forze unite dei fratelli erano troppo forti per l'esercito di Lotario, che, in primavera, a Coblenza, fuggì senza combattere. Allora, prendendo con sé tutto ciò che era in grado di raccogliere, dovette abbandonare la sua capitale, Aquisgrana, per ritirarsi verso sud, inseguito dai fratelli. Arrivato sul Rodano, inviò messaggeri ai fratelli riconoscendo il suo torto e chiedendo di dividere l'impero in tre parti[32].
L'incontro preliminare tra i tre fratelli avvenne, nel giugno 842, nei pressi di Macon, su un'isola della Saona[32], dove fu stabilita una tregua e si stabilì di formare una commissione di 120 membri (40 per ogni fratello), che avrebbe dovuto definire la ripartizione[33]. La commissione si riunì nel castello di Coblenza, senza riuscire a concludere il lavoro[33]. Nel mese di novembre, vi fu un altro incontro e la tregua fu rinnovata[34].Infine, dopo molte difficoltà e ritardi, la spartizione fu definita, col Trattato di Verdun, firmato nell'agosto 843[35].
La divisione ci è descritta dal cronista, Reginone[30]:
a Carlo spettò tutta la parte occidentale del regno dei Franchi dall'oceano al fiume Mosa
a Ludovico spettò tutta la parte orientale del regno dei Franchi sino al fiume Reno, più alcune zone, ricche di vino, sulla riva sinistra del Reno e
a Lotario, in quanto primogenito, il titolo imperiale, i territori compresi tra i regni dei suoi due fratelli, la Provenza.
La guerra civile era terminata e, confermato imperatore[36], oltre all'Italia e alla Provenza, Lotario ricevette una fascia di terra fra il mare del Nord e la catena alpinalungo le valli della Mosa e del Reno e poi lungo la valle del Rodano, raggiungeva il mar Mediterraneo, che venne denominata, Lotaringia.
La pace fu garantita dai continui incontri tra i tre fratelli, che stipularono anche un accordo che garantiva l'ereditarietà dei regni ai rispettivi figli.
Nell'846, Giselberto, conte di Maasgau, nella bassa Mosa, vassallo di Carlo il Calvo, rapì una delle sue figlie (probabilmente Ermengarda), trovando protezione in Aquitania. Carlo che riuscì a giustificarsi (Giselberto si era alleato con Pipino II) evitando una ripresa della guerra[33], ma Lotario, l'anno dopo, rifiutò un nuovo trattato di pace, sempre irritato per il rapimento della figlia, da parte di Gisalberto[35].
I Saraceni, in Italia Meridionale, con i loro attacchi, sempre nell'846, erano giunti a minacciare Roma, ma, pur non entrando dentro le mura, nel mese di agosto, avevano saccheggiato la basilica di San Pietro[37]che si trovava fuori le mura, profanando la tomba del primo apostolo[38]. Lotario aveva inviato in italia, il figlio, Ludovico, che intervenne, ma fu sconfitto dai Saraceni e a stento riuscì a raggiungere Roma[39].
Nell'847, allora Lotario ideò una spedizione contro i Saraceni, che avevano occupato il Beneventano, avvicinandosi nuovamente a Roma[40]. Pose il figlio Ludovico al comando della stessa che riuscì, nell'848 a sconfiggere i saraceni e a liberare Benevento[41].
Dopo aver ottenuto la riappacificazione dei principi longobardi di Salerno e Benevento, nell'850, Ludovico, per volere di Lotario, da Papa Leone IV, venne unto[42] e incoronato co-Imperatore.
Sempre in quell'anno, Lotario, avendo nominato il figlio, Ludovico, re d'Italia (per tenere a bada i Saraceni), si interessò del suo regno di Lotaringia, occupato in alterne contese e riconciliazioni con i fratelli e in inutili sforzi per difendere le sue terre dagli attacchi del Normanni[43] (chiamati Vichinghinei testi dei Franchi).
Secondo il cronista Reginone, nell'851, morendo Ermengarda di Tours[44], Lotario rimase vedovo.
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