MAGIC KNIGHT RAYEARTH | EMERAUDE, ZAGATO, LANTIS | COLOURFUL ROULETTE | JET BLACK

Jan 22, 2011 19:48

Titolo: Vita nella Morte
Titolo del capitolo: … l’incubo era lei, Vita nella morte…
Genere: angst, introspettivo, drammatico
Rating: VM16
Avvertimenti: storia a capitoli, missing moments
Personaggi: Lantis, Zagato/Emeraude;
Claim: [Magic Knight Rayearth] - Emeraude, Zagato, Lantis
Tema: set 05. Jet Black
Tabella: Colourful roulette
Introduzione: la storia della caduta di Sephiro in piccoli squarci esistenziali di chi l'ha provocato e di chi l'ha vissuto.
Disclaimer: la frase che compone i titoli dei vari capitoli così come il titolo della storia (Vita nella Morte) è presa da "la ballata del vecchio marinaio" di Coleridge, traduttore da me (ahimé!) ignoto. I personaggi e le ambientazioni di Magic Knight Rayearth sono delle CLAMP. Il resto è mio e non ci guadagno niente (se non puro divertimento).

La principessa Emeraude contemplava nello specchio il suo volto da bambina, incorniciato dai lunghi riccioli biondi, le braccia abbandonate lungo il corpo. Guardava lo specchio e nello specchio vide il riflesso dei suoi occhi, il riflesso della propria anima. Speranza e sogni d’amore cavalcavano nell’azzurro delle sue iridi e precipitavano silenziose nel nero delle sue pupille. Chiuse gli occhi: una smorfia di dolore le contrasse il viso. “Sephiro, io non ti sto abbandonando,” pensava mentre nero e azzurro si rincorrevano dietro le palpebre tremanti.
Riaprì gli occhi e faticò a riconoscersi nella figura di donna che lo specchio le rimandava. La veste da camera era diventata troppo stretta, soffocante, quasi una gabbia che le impediva di muoversi. Armeggiò con il nodo della cintura, se la sfilò e la gettò lontana da sé, concentrandosi sullo specchio e su quella immagine di sé che non aveva mai conosciuto. Era così che Zagato la vedeva? Con quelle gambe lunghe, con le mani affusolate, i fianchi e il seno che erano molto più di un semplice accenno? Con i lineamenti del viso più accentuati, gli zigomi sporgenti, il mento appuntito? Era quella la donna che desiderava? O erano i suoi occhi, sempre uguali, con sogni e speranze tinte di azzurro che venivano risucchiate in un nero senza fondo?
“Zagato,” mormorò piano, come per evocare il suo amato dalle ombre. Le parve di vedere comparire la sua figura nello specchio, accanto a lei. Lo vide levarsi il mantello, l’armatura e le pesanti vesti sacerdotali. Lo vide appoggiare le mani su quel corpo di donna, e le labbra sulle sue labbra. Guardava i suoi occhi azzurri mentre la osservava, mentre la accarezzava. Guardava i suoi occhi, baciava la sua bocca, toccava il suo corpo. Cingeva la sua vita con le braccia forti, la accendeva di passione con la sua bocca bramosa, con i suoi baci ardenti, mentre continuava ad accarezzarle la schiena, i seni, il ventre. Mentre la prendeva e la portava dove mai era stata, passando per il dolore, arrivando al piacere, godendo di entrambi perché lui era lì e lo stava vivendo con lei.
Ma era solo un sogno.
Un sogno che l’aveva lasciata ansante, sul pavimento freddo della stanza, con il cuore che batteva forte contro il suo petto, con il respiro troppo veloce per darle fiato. Emozionata e imbarazzata corse a cercare la veste che prima aveva gettato lontano e che, ora, era tornata della sua misura. Se la infilò velocemente, a nascondere il suo corpo e il suo desiderio e si buttò sul letto - sola - mentre le lacrime le rigavano il volto. Non seppe se erano di vergogna o di bramosia: l’oblio del sonno arrivò prima delle risposte.

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