Bloody Deals - Capitolo 10

Feb 04, 2013 22:10

Psssst! Ehi, tu!

Sì, proprio tu. Ti ho visto, che scorrevi giù per la friends page, sai? E scommetto che tu hai appena visto me. Scambiandomi per l'ennesima allucinazione. Dopotutto, si sa, ormai il Livejournal di quella pessima della Blackie è un blog fantasma, giusto?

...Ok, in effetti non hai tutti i torti. Ma questa volta sono reale, davvero. Sono un post a tutti gli effetti. E non un post qualunque... ma un aggiornamento di Bloody Deals! *_*

...

No, aspetta, non te ne andare così. Lo so, lo so che è una storia che non viene aggiornata da un anno, che la sua autrice è di una pigrizia allucinante e che probabilmente ti sei dimenticato persino fin dove arrivassero le puntate precedenti. Ed è proprio per questo che ho deciso di aiutarti. Perché lo sappiamo tutti e due che è il caso di una bella ripassata, qualora decidessi di leggere il resto. Tieniti pronto, quindi, perché inizia il...


Asthore Fallon, piccolo centro abitato situato a pochi chilometri da Wicklow, Irlanda. Shane Allen, ventiquattro anni, ha sempre vissuto qui, tirando avanti a suon di lavoretti di poco conto e sognando, prima o poi, di riuscire a sfondare. Non ha mai brillato per capacità o intelligenza, Shane. E nemmeno si può dire che sia mai stato granché fortunato: abbandonato da piccolo in un orfanatrofio, mai stato in grado di farsi una famiglia o degli amici degni di questo nome, un totale disastro con le ragazze. Eppure... anche allo sfigato dell'anno, prima o poi, può capitare l'occasione di stravolgere la propria esistenza. Per Shane, questa "occasione" ha preso il nome di Alastair. Bellissimo, elegante, carismatico e a capo di una serie di affari importanti. Il modello ideale per qualsiasi ragazzo che desideri andare oltre il solito schifo di un'esistenza piatta, insomma. C'è, tuttavia, un altro piccolo dettaglio con cui Shane deve fare i conti: Alastair è un vampiro. E non uno di quelli che si vedono nei film: niente bare, nessuna funzione vitale inibita... nessun problema con la sete di sangue. Beh, sì, più o meno. Gli affari di Alastair, in effetti, hanno proprio a che vedere con una sua scoperta tanto recente quanto rivoluzionaria: le iniezioni a base di sangue. A quanto pare, basta una piccola dose di sangue umano mandata giù per le vene, in sostituzione del solito morso sul collo, perché l'effetto del nutrimento si riveli più duraturo. La caccia agli umani e l'uccisione delle vittime, insomma, è diventata fuori moda: basta mettersi in contatto con Alastair o uno dei suoi dipendenti per avere la possibilità di vivere in eterno... al giusto prezzo, ovviamente. Un prezzo che Shane è più che disposto a pagare: insomma, da quanto gli è parso di capire gli basta semplicemente collaborare all'espansione degli affari del vampiro per avere in cambio vita eterna, bellezza e potere. Un bell'affare, no?
...No. Nel giro di pochi mesi dal Contratto che stabilisce le sue modalità di "lavoro" con Alastair, Shane ha modo di rendersi conto che la vita eterna non è poi così bella come sembra. Tanto per cominciare, non si può dire che in bellezza ci abbia guadagnato granché: il suo naso resta sempre a patata, la sua faccia è sempre piena di lentiggini, e la sua altezza resta tutt'ora misera. In quanto al potere... dubita che quello di compliare scartoffie su scartoffie ogni singolo giorno della propria esistenza possa essere esattamente definito un potere. E in quanto alla sete di sangue? Una fregatura anche quella: le dosi costano uno sproposito, e col suo misero stipendio è già tanto se riesce a permettersi quello che serve per tirare avanti. Shane decide di averne abbastanza: niente di tutto questo era scritto sul suo Contratto, e lui non vuole passare il resto della sua eternità in quel modo. Decide di farla pagare ad Alastair, quindi... salvo rendersi conto dopo poco di non avere idea di come cominciare. Non ha idea di dove abiti il suo capo, nè di come fare per minacciarlo. La soluzione arriva in maniera del tutto casuale quando il giovane vampiro si trova davanti ad uno strano volantino: Frehley Carrigan, sensitiva, consulenze 24 ore su 24. Magari una sensitiva può fare al caso suo, visto che si occupa di defunti o pseudo-tali! ...Peccato che, ancora una volta, la sua idea si riveli una fregatura: la suddetta Frehley non è altro che una studentessa universitaria squattrinata che, insieme al coinquilino Roddie, ha deciso di inventarsi delle capacità da medium per racimolare qualche soldo con cui pagare l'affitto. Il problema è che il buon vecchio Shane viene a conoscenza della cosa... solo *dopo* aver rapito la ragazza!
Ed Alastair, invece? Sì, beh... per quanto potente e carismatico, neanche lui sembra cavarsela granché bene. Oltre ai problemi con i suoi dipendenti incapaci -tra cui proprio Shane- ha anche una minaccia a cui far fronte: quella dei vampiri Antichi. Si tratta di un gruppo estremamente ristretto, ma non per questo di scarsa importanza. Sono loro a dettar legge sul mondo dei vampiri e suoi Contratti. O almeno... così è stato fino all'arrivo di Alastair. Pare proprio che la storia delle iniezioni e la fine della caccia agli umani, infatti, abbia minato di parecchio l'equilibrio e le regole interne degli Antichi. Aiuta ancor meno, poi, il fatto che uno di loro, Morgan, sia proprio il fidanzato di Alastair... e si sforzi di mantenere a tutti i costi la pace tra le due "fazioni". Senza molto successo, in effetti.
Alastair continua a credere che gli Antichi abbiano fatto il loro tempo e debbano farsi da parte. Gli altri sperano di poter mettere le mani sugli affari del loro nemico in modo da impossessarsene e riguadagnare un minimo di credibilità. Ma l'operazione non è facile come può sembrare...




L’interno del pullman puzzava da morire, i sedili erano sporchi e la folla decisamente troppa. Una signora anziana vestita di tutto punto lanciò un’occhiata di disapprovazione ai suoi capelli lunghi, alla miriade di anelli che indossava e alla giacca in pelle.



-Bah… la moda di oggi. E dire che saresti un ragazzo così carino, senza tutta quella roba addosso. Come speri di trovare un lavoro, conciato così?

Alastair si limitò a rivolgerle un sorriso cortese.



-Mi dispiace che il mio stile non sia apprezzato. Tuttavia, sono totalmente a favore della libertà di espressione, e credo che ognuno abbia il diritto di dare sfogo alle proprie idee, finché si resta in un ambito cortese- rispose, in tono affabile. La donna sembrò raggelarsi. Probabilmente non si aspettava che fosse in grado di risponderle a tono.



-M-mi dispiace, non volevo dire che… insomma, forse…- per qualche ragione, sembrava del tutto incapace di scollare lo sguardo da quello di lui.

-Lo capisco, sul serio. E infatti non me la sono presa- un nuovo sorriso. Si portò una mano alla tasca, ne fece uscire un biglietto da visita -qualora voleste approfondire la questione, mi trovate qui-

L’altra prese il biglietto e lo fissò con aria confusa.

-Un’associazione di…?

-…Beneficenza, sì. Ci occupiamo di ragazzi disperati, in cerca di aiuto e di cure. Non sarà un lavoro vero e proprio, ma è sempre bello sapere di potersi rendere utili alla società, non crede?

Un sorriso sul volto della donna.

-Sei proprio un ragazzo pieno di risorse, sai? E mi scuso se ti ho giudicato in maniera così affrettata.

Alastair scosse la testa.

-Non c’è alcun bisogno di scusarsi. Capita a tutti di fare errori di valutazione- la rassicurò -comunque, se il progetto dovesse interessarla, siamo sempre in cerca di nuovi volontari. Più si è, meglio è- continuò, sorridendo di nuovo.

Lei si rigirò il biglietto tra le mani, prima di metterlo in borsa.

-Farò sicuramente un salto dalle vostre parti. Mi piace vedere giovani attivi per il sociale.

Lui accennò appena un sorriso. Nel frattempo, il bus aveva raggiunto la sua fermata.

-La ringrazio. Sarebbe un onore avere una persona tanto decisa pronta a collaborare con noi. Le auguro una buona serata, sperando di rivederla presto- fece un breve inchino in segno di saluto. La donna rispose sorridendo a sua volta. Ormai sembrava completamente andata per lui.



-Buona… serata…



Le porte del pullman si richiusero alle sue spalle, e Alastair lo guardò allontanarsi con aria divertita.

Un’associazione di beneficenza. Come no. “Dona anche tu un po’ di sangue per sostenere le creature della notte!” Chissà se potrebbe piacere, come slogan…

Si prese qualche altro minuto per risistemarsi gli abiti spiegazzati. La casa di quei tre non era molto lontana, e lui voleva essere più che presentabile. Sempre che non si facessero prendere da un colpo, prima. Dopotutto, vedersi concesso l’onore di una sua visita non era cosa di tutti i giorni.



…Anche perché non sopporterei mai un altro viaggio infernale. Meno che mai per incontrare loro.

Detestava viaggiare. I tempi in cui andava fuori spesso e volentieri per concludere affari erano finiti; adesso, preferiva di gran lunga che fossero i suoi dipendenti più fidati ad occuparsi delle faccende “esterne”.

Ma non questa volta.

No, avrebbe dovuto mettere fine a quella storia una volta per tutte. Da solo.



Si guardò intorno con circospezione, per assicurarsi che nessuno lo seguisse. Non che gli Antichi meritassero un riguardo del genere, ma era buona abitudine cercare di nascondere il più possibile le tracce di qualsiasi attività sospetta ad occhi indiscreti. Per fortuna, la via era piuttosto isolata. Merito dell’ora tarda, visto che si era nel centro della città. Alastair si lasciò sfuggire un sospiro.

-…Neanche la decenza di scegliersi un posto più isolato. E si meravigliano anche che gli affari vadano male.

Un’ultima svolta, prima di raggiungere il palazzo. Era esattamente come se lo ricordava, solo un po’ più cadente. Era chiaro che non veniva ristrutturato da anni. Persino il campanello era andato.



Dovette bussare più volte, prima che qualcuno si degnasse di rispondergli. Rumore di catenacci, qualche imprecazione, e poi, finalmente, un viso lentigginoso. Paddy.

-A... A... Ala...- sembrava che non  riuscisse nemmeno a pronunciare il suo nome.

-...Ci sei andato vicino- un sorriso sarcastico -posso entrare, adesso?

L'altro si fece da parte con una smorfia.

-N-non... non aspettavamo una tua visita. Brendan...

-Il vecchio Brandy non potrebbe desiderare di meglio che parlare a quattr'occhi col suo caro collega- lo interruppe seccamente -si tratta di affari, dopotutto, no?



Una nuova smorfia. Non sembrava troppo convinto, ma si fece da parte comunque.

La casa era immersa nel silenzio più totale, tuttavia, pareva che il suo arrivo fosse bastato a riscuotere i suoi abitanti. Notò Fergal, tirato a lucido come suo solito e probabilmente pronto ad uscire, bloccarsi di botto a fissarlo. E poi...



-Alastair!

Nonostante il tentativo di usare un tono gioviale, si vedeva lontano un miglio che il vecchio Brandy era sconvolto almeno quanto gli altri. Occhi sgranati, sguardo fisso su di lui e i suoi vestiti. Non era difficile leggere le sue emozioni, in quel momento: sorpresa, disgusto... preoccupazione. Oh, non avrebbe potuto aspettarsi una reazione migliore.



-Buonasera a te, mio caro- si rivolse a lui con tutta la gentilezza possibile. Lo vide irrigidirsi. "Caro". Era evidente quanto detestasse essere chiamato così da un uomo. Da lui, poi...!

Razza di mummia omofoba.

Al silenzio, in quel momento, si aggiunse la tensione più totale. Paddy aveva richiuso la porta e si era diretto verso Fergal, a sussurrargli qualcosa all'orecchio. Brendan, invece, non era riuscito a sostenere il suo sguardo, e si era lasciato andare in un falsissimo colpo di tosse.

-Accomodati pure.



Gli fecero strada verso il salotto. Paddy continuò a borbottare sottovoce, ma fu presto zittito dagli altri due. Una volta raggiunta la meta, restarono tutti lì, immobili, a fissarlo.

Li ignorò, almeno sulle prime, e si limitò a concentrarsi sulla stanza. Le pareti erano ricoperte di carta da parati scura, sporca e consumata in più punti. I mobili erano tirati a lucido, ma non era difficile notare che erano vecchi di secoli e si mantenevano in piedi per miracolo. L’argenteria era ricoperta da uno strato nemmeno troppo sottile di polvere, i tappeti erano luridi e pieni di buchi. Tutta la casa, in generale, aveva un aspetto grandiosamente malconcio.

…Proprio come loro



Tornò con lo sguardo ai loro volti pallidi e tirati. In effetti, non si poteva davvero dire che fossero messi meglio del resto della casa. Diamine, la giacca che indossava Brendan doveva risalire almeno a trent’anni prima! Un sorriso di compatimento si allargò sul suo volto: eccolo lì, l’Antico il cui nome veniva ancora sussurrato con timore nei club più esclusivi della città. Nient’altro che un relitto di ciò che era stato.

-A cosa dobbiamo l’onore della tua visita, Alastair?- persino nel suo modo di parlare c’era qualcosa di orribilmente… passato. Il pensiero gli strappò un nuovo sorriso, stavolta più largo.

-Affari. Era quello di cui avremmo dovuto parlare, dopotutto, no?- rispose con calma. Si guardò intorno.

-Sarebbe il caso di sederci, non credi?- aggiunse poco dopo.

Com’era da immaginarsi. Erano talmente sconvolti dalla sua presenza da dimenticarsi persino delle buone maniere. Neanche stessero avendo a che fare con il demonio in persona.

Cosa che, per loro, non si discosta troppo dalla realtà.



Si accomodarono, finalmente. Solo allora, Brendan si decise a riprendere la parola:

-Inizia pure. Vuoi che ti offra qualcosa?

Sentì Paddy ridacchiare sommessamente:
-Un bicchierino, magari?



Brendan fece presto a fulminarlo con un’occhiataccia. Alastair non si scompose.



-Non prendo niente, grazie. Sapete che in genere non amo… bere. Fatta eccezione per qualche situazione disperata- si soffermò a guardare proprio il più giovane dei tre. Il quale distolse immediatamente lo sguardo e tornò a mugugnare qualcosa di incomprensibile.

Come se non sapesse che non potrei dissanguarlo nemmeno volendo.

Alastair si limitò ad un sorrisino di compatimento, e riprese a parlare.
-In effetti, è proprio questo che mi porta qui. So di non aver mostrato particolare riguardo per le vostre richieste, ultimamente, ma credo che sia giunto il caso di discuterne di persona. Soprattutto considerando gli avvenimenti recenti…



Brendan sollevò un sopracciglio:

-Hai avuto modo di parlare con Morgan?

Alastair annuì, non senza lasciarsi sfuggire un sorriso provocatorio. Iniziò a giocherellare con una ciocca di capelli, fissando insistentemente l’altro. Diversamente a quanto accaduto nell'ingresso, ora nessuno dei due sembrava intenzionato ad abbassare lo sguardo, adesso.



-Parlare… sì, abbiamo fatto anche quello. Sai, il povero ragazzo era alquanto scosso, quella sera. Aveva bisogno di... rilassarsi- trattenne una risatina, alla vista dell’altro che si irrigidiva di nuovo. Era troppo divertente provocarlo. Sembrava che volesse dire qualcosa, ma lui lo interruppe di nuovo:

-Dì un po’, Brandy… da quando il terrore e le minacce fanno parte della tua politica? Con la gente che dovrebbe essere al tuo stesso livello, almeno.

Vide Fergal nascondere il volto dietro una mano. Probabilmente avrebbe voluto intervenire a sua volta, ma sembrava non avere il coraggio necessario per parlare. Brendan, al contrario, non si scompose.



-Di quali minacce parli, Alastair? Ho solo fatto presente al tuo…- esitò un momento -a Morgan, che se intende dare il suo contributo come Antico, deve interessarsi come tutti degli affari. Nient’altro.

Cercava di mostrarsi tranquillo, ma era chiaro quanto fosse in imbarazzo. Cosa che divertì ulteriormente Alastair.

-Come tutti, dici? Intendi dire…- indicò il più giovane -come un ragazzino che preferisce sfogliare la guida ai night club più in della città invece di concentrarsi sulla riunione?



Un tonfo. Paddy fece presto a sparire al di sotto del tavolo, tentando di recuperare la rivista che gli era appena caduta di mano. E di nascondere il viso paonazzo. Non appena riemerse, Brendan gli lanciò l’ennesima occhiataccia. Di nuovo, Alastair finse di non curarsene e proseguì nel suo discorso.



-…O come uno che preferirebbe di gran lunga andare in giro a divertirsi, piuttosto che starsene rinchiuso in una stanza ammuffita a parlare di questioni che non lo interessano, solo per compiacerti?

Questa volta fu il turno di Fergal di diventare livido in volto. Tentò di pronunciare qualche parola:

-Io non…

Alastair gli rivolse un sorriso tranquillo.



-Oh, avanti, caro. Lo sai che il mio ritrovo è sempre aperto per te e le tue amichette.

Notò lo sguardo di Brendan andare dall’uno all’altro con aria furente. Teneva i pugni stretti, e aveva tutta l’aria di essere sul punto di esplodere.

-Fergal, tu…?

Quello non rispose. Si limitò a fare qualche gesto confuso con la mano, come a voler dire che non aveva idea di cosa si stesse parlando. Peccato la sua espressione lasciasse intendere l’esatto contrario. Alastair, intanto, non sembrava avere alcuna intenzione di fermarsi.



Fissò nuovamente lo sguardo su Brendan:

-E veniamo a te, adesso. Un cadavere ambulante che si crogiola nel sogno di un’epoca passata, senza concludere un affare da anni. Ottimo intuito, certo, ma zero capacità di adattamento. La consapevolezza di aver fatto il proprio tempo è troppo dura per essere accettata… ragion per cui, speri ancora di riuscire a mettere le mani su qualcosa che possa aiutarti a ritrovare la tua vecchia gloria. E quale migliore affare della vendita di sangue?

-Sai che il tuo metod…

Alastair non gli diede il tempo di finire.



-Oh, certo che lo so. Il mio metodo non ti interessa realmente. Iniezioni… che orrore! Una cosa assolutamente contro natura!- sollevò le mani in un gesto teatrale di disgusto -...ma vanno di moda, e tu non hai altra scelta. Se vuoi continuare a fare affari, devi fare un piccolo compromesso. Arrenderti ai cambiamenti quel tanto che basta a ricavarne un vantaggio. Il giovane Alastair si occupa della vendita, e il temibile Antico riprende il dominio sui Contratti. Un piano perfetto, no? Se solo quel lurido idiota di un Alastair non fosse così testa dura…

Brendan chinò il capo senza dire una parola. Tuttavia, bastava la sua espressione a lasciar intuire quello che stava pensando.

Colpito e affondato.



Senza far rumore, Alastair si fece più vicino al suo avversario. Un po’ troppo vicino. Quando tornò a parlargli, le sue parole furono poco più di un sussurro:

-Ti svelerò un segreto, Brandy. Oltre ad avere la testa dura, sono anche meno idiota di quanto pensi. Non sarà con un Contratto, che riuscirai a fregarmi. Meno che mai qualche stupida minaccia. Se credi di riuscire a far leva su sciocchezze del genere… ti sbagli di grosso. E non è bene sottovalutare la concorrenza, sai?

Nessuna risposta, fatta eccezione per un leggero cigolio della sedia: il tentativo di Brendan di sottrarsi a quella vicinanza così imbarazzante. Alastair sorrise con aria serafica. Allungò un dito a sfiorargli la linea della mandibola. Vide l’Antico immobilizzarsi e digrignare i denti. Era chiaro quanto trovasse insopportabile quel tipo di affronto, eppure sembrava che non sapesse come reagire. Gli altri due osservavano in silenzio, come pietrificati.

Lui proseguì, a voce più alta, questa volta, in modo che tutti potessero sentire:

-So che puoi fare di meglio, caro. Non avrai costruito la tua reputazione sul nulla, giusto?

Un ringhio sommesso. Attese qualche altro secondo, senza ottenere risposta. Si avvicinò ancora, fin quasi a sfiorargli l'orecchio con le labbra. Sentì Brendan tremare appena.



-Dimostrami che sotto questo aspetto di vecchia mummia si nasconde ancora un temibile avversario- sussurrò ancora -…e magari potresti avere qualche possibilità.



L'altro si mosse di scatto. Per un attimo, sembrò quasi che fosse sul punto di morderlo. Non lo fece, ovviamente. Conosceva le regole, sapeva che, a meno di non volersi intossicare, gli sarebbe convenuto tenere le zanne al proprio posto. E se anche fosse stato tanto stupido... Alastair aveva già provveduto ad allontanarsi di nuovo per rimettersi in piedi.



-Avete un unico tentativo a disposizione. Datemi modo di capire che le vecchie storie sul vostro conto non sono solo una leggenda... e forse potremo tornare a parlare seriamente di affari



Iniziò a dirigersi verso la porta della stanza. Fece per aprirla, ma si fermò all'ultimo momento, prima di rivolgersi di nuovo a loro:

-Oh, quasi dimenticavo. Avete tre giorni. Direi che è un tempo più che sufficiente per portare a termine un piano, giusto?

Silenzio di tomba, anche se le occhiate di fuoco che gli rivolsero si sarebbero potute definire più che esplicative. Alastair non attese oltre, e li lasciò soli a rimuginare sul loro futuro.

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Note:
-...Avevo quasi dimenticato quanto fossero odiosi Photobucket/il LJ *_* fortunatamente, quei cari ragazzi hanno pensato bene di dimostrarsi adorabilmente odiosi per tutta la serata con il caricamento/l'inserimento delle immagini, beccandosi una scarica infinita di insulti. Così, giusto per festeggiare il ritorno di Bloody Deals <3
-...E sì, questo era il capitolo del pesce d'aprile '_' come potete vedere, la prima parte era seria... ma il continuo ben diverso :D anche le foto sono state rinnovate, un po' per festeggiare il pc nuovo e faigo (che tende comunque all'esplosione quando faccio partire TS3 '_' ormai abbiamo appurato che è il gioco in sè ad essere programmato di cacca, e non il pc '_') e un po' perché le precedenti non mi convincevano del tutto °°
-Mi rendo conto di aver fatto un papiro immondo di "riassunto delle puntate precedenti" e di non aver spiegato un bel niente nei dettagli '_' bon, spero che comunque sia abbastanza comprensibile per rinfrescarvi la memoria *_*

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