Hurricane Years - Capitolo 1

Nov 06, 2011 19:29

Bon.
Pronti a partire con la follia. Tecnicamente, le "interviste" di Hurricane Years non sono affatto finite, così come non ho ancora finito di anticipare chi saranno i narratori della storia. Bloody Deals è ancora in alto mare, anche se sto tentando disperatamente di continuare a scriverla nonostante tutti i blocchi e le maledizioni.

Perchè allora spunto fuori proprio oggi per postare?
Risposta semplice: oggi è... il compleanno di The More Things Change! *_____*
Il post con il primo capitolo vero e proprio della storia ha fatto la sua comparsa qui sul LJ il 6 novembre 2010. Avrei potuto limitarmi a fare un post speciale per festeggiare. O magari degnarmi di farla finita con le interviste e muovermi a presentare il resto dei personaggi. Poi, però, mi è caduto lo sguardo su quel mezzo primo capitolo che avevo scribacchiato di Hurricane Years. E mi sono detta: perchè no? *_____* Potrebbe essere un modo carino per festeggiare, oltre che per dare finalmente un inizio ad una storia che ormai sto pubblicizzando da mesi.
Tempo due giorni, diverse imprecazioni e un blackout che a momenti rischiava di mandarmi tutto a quel paese... ed eccoci qui.

Siore e siori, Hurricane Years ha inizio. U___U



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Sing me a song, you’re a singer
Do me a wrong, you’re a bringer of evil...
Le note di Heaven And Hell dei Black Sabbath si diffondono nel negozio vuoto, mentre mi do’ da fare per sistemare gli ultimi scaffali. Una spolverata qui, un’occhiata alla lista dei nuovi arrivi lì… la solita noia mortale.



So it's on, and on, and on...
Ah, Ronnie, quanto hai ragione!



Non è che odi proprio il mio lavoro. Dopotutto, è l’unica cosa che mi permette di arrivare a fine mese. Fino a quando non riuscirò a diventare un musicista famoso, si intende. Che è più o meno la ragione per cui mi sono trasferito in questo posto. In realtà, all’inizio ho provato con la recitazione, ma non è andata granchè bene e…
-Ancora perso nei tuoi pensieri mentre ascolti quella robaccia satanica, Dane?-



La voce del capo mi fa sobbalzare, rischiando di farmi crollare di mano l’ultima pila di album da sistemare. Riesco a metterla in salvo sul bancone appena in tempo per evitare il disastro e mi volto con un sospiro. Billy Ferguson, quarant’anni suonati e single isterico da almeno cinque, mi fissa con aria di rimprovero. Braccia incrociate su uno dei suoi orridi completi multicolore, sopracciglia aggrottate e smorfia di disapprovazione. Un classico.



-Non mi ero distratto- mento spudoratamente -stavo solo cercando di valutare la sistemazione più adatta per questi- indico la pila di album. Lui alza gli occhi al cielo, esasperato.
-Non è poi così difficile. Lo scomparto per la musica jazz ce l’hai proprio di fronte, nel caso non te ne fossi accorto.



Già. Figuriamoci se poteva sfuggirgli qualcosa, a quello. Nulla da meravigliarsi se non è ancora riuscito a trovare nessuna che voglia stare con lui. O meglio… nessuno, nel suo caso.
-Piuttosto, cos’è che avevamo detto, a proposito dei brani da ascoltare in negozio?- continua lui -credevo di aver messo bene in chiaro le cose: io quella roba qui dentro non ce la voglio-
Trattengo a stento uno sbuffo. Eccolo che ricomincia.
-Non è roba satanica- cerco di spiegargli per la millesima volta -è solo…-

It's Heaven... and Hell! 
Billy solleva un sopracciglio.



-Certo. Ed io sono Babbo Natale. Avanti, Dane, perché non metti su qualcosa di più adatto? Non vorrai mica far scappare i nostri clienti?-
Niente da fare. E’ fissato con questa storia. Secondo lui, tutte le band rock sono un prodotto del demonio, e coloro che le ascoltano degli esaltati che vanno in giro a profanare tombe e a bruciare chiese. Inutile ogni tentativo di spiegargli che non farei del male ad una mosca e che vado a Messa tutte le domeniche. Continua a tenermi d’occhio, in attesa di cogliermi in fallo. Credo che sia colpa di quello che è successo il primo giorno di lavoro.
Forse non avrei dovuto farmi beccare a scapocciare ascoltando i Judas Priest a tutto volume.



Il capo, intanto, si è già diretto verso il registratore e ha fermato la musica. Tira un sospiro di sollievo quando nel negozio cala nuovamente il silenzio, poi raccoglie la cassetta e me la lancia al volo.
-Avanti, ti concedo l’onore di scegliere la prossima colonna sonora- propone, con un sorriso a trentadue denti. Beh, qualcuno in meno, a dire il vero -qualcosa di tranquillo, possibilmente- continua.
Lo guardo esterrefatto. Nessuna ramanzina?
Sposto il peso da un piede all’altro, rigirandomi la cassetta tra le mani, in attesa della sua prossima mossa. Lui non smette di sorridere. Cos’avrà in mente?



-Dunque, veniamo a noi. Ho un annuncio importante da farti.
Eccolo. Avrei dovuto aspettarmelo. Mai fidarsi di Billy Ferguson e dei suoi sorrisi sdentati.
-Qualche settimana fa mi dicesti che non ti piace lavorare da solo, giusto?- prosegue lui, ignorando la mia espressione terrorizzata.
Annuisco appena, mentre sento un brivido gelido corrermi lungo la schiena. Forse vuole licenziarmi. Ha sempre ribadito che un solo commesso bastava e avanzava, per il negozio. Ed io non gli sono mai andato a genio. Che abbia trovato… un sostituto?



Billy fa un cenno in direzione della porta, prima di chiamare ad alta voce:
-Francis… vieni qui, caro!-
Oddio. Sta succedendo davvero. Non riesco a crederci.
-Billy, so di aver detto certe cose in passato, ma io…- deglutisco, cercando di trovare le parole -insomma, ho bisogno di questo lavoro. Non potremmo parlarn…?- il capo non dà cenno di avermi sentito, e la voce mi muore in gola non appena il nuovo arrivo fa il suo ingresso nel negozio.



Non è difficile capire perché abbia scelto lui.
Alto, slanciato, con due occhioni verdi che farebbero invidia a chiunque.
E poi quel nome, Francis.
A quanto pare, Mr. Ferguson si è trovato un nuovo fidanzato.
E intende assumere lui al mio posto.



Fisso il tipo in questione con quella che spero sia una delle mie migliori espressioni truci. Anche lui ha i capelli lunghi, solo che a differenza dei miei non sembrano una marea di spaghetti.
-C… ciao- borbotta quello, tenendo gli occhi bassi. Sembra piuttosto imbarazzato. Mi limito a rispondere con un grugnito. Billy, intanto, sprizza gioia da tutti i pori.
-Francis sarà il tuo nuovo collega di lavoro. Ti aiuterà a sistemare in giro e ad occuparti della clientela. Sono sicuro che voi due andrete parecchio d’accordo- mi tira una pacca sulla spalla, facendomi l’occhiolino. Resto interdetto per un attimo.



Collega di lavoro?
Lancio un’occhiata a Francis, che nel frattempo sembra di gran lunga più interessato a studiarsi la punta delle scarpe. Collega. Di lavoro. Non sono licenziato. D’un tratto, sento che potrei esplodere di gioia.



-Ma è… meraviglioso!- esclamo, con voce fin troppo acuta -è un vero piacere conoscerti, Francis!- continuo, mentre gli tendo la mano. Lui si irrigidisce, prima di risollevare lo sguardo.
-Fran. Solo Fran, per favore- borbotta, ricambiando la mia stretta. Gli sorrido affabile. Sapere che non è qui per fregarmi il posto mi ha reso improvvisamente più cordiale.
Il capo, intanto, sembra avere fretta di dileguarsi:
-Adesso devo proprio scappare. Vado a ritirare i nuovi arrivi. Larry, lo lascio nelle tue mani. Spiegagli tutto quello che serve e mettetevi al lavoro. Ci rivediamo più tardi, ok? Francis… fai il bravo, mi raccomando!- cinguetta, rivolto al nuovo arrivato. Lui si limita ad annuire, senza fare commenti. Sento la porta chiudersi alle nostre spalle. Ferguson è andato.



Concentro nuovamente la mia attenzione su Fran, intento a sbirciare la pila di dischi che ho lasciato poco prima sul bancone. Il suo sguardo si illumina, quando tira fuori uno degli album.
-Però… Robert Johnson. Mica male!
-Lo conosci?- chiedo, fissandolo ad occhi sgranati -però… credevo di essere l’unico. Io lo adoro!-



Fran annuisce:
-Idem. La sua musica ha influenzato una buona metà dei miei gruppi preferiti- risponde, lasciandosi andare in un sorriso. Il primo da quando è entrato.
D’un tratto, mi viene un’idea. Billy mi ha dato carta bianca sulla scelta della musica per oggi, giusto? Senza pensarci due volte, prendo il vinile dalle sue mani e lo piazzo sul giradischi.


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Immediatamente, parte Me and the Devil Blues. Fran sembra perplesso:
-Non starai rischiando un po’ troppo?
-Che intendi dire?
Lui si stringe nelle spalle, mentre giocherella nervosamente con gli altri album.
-Ho sentito qualche parola del discorsetto di Ferguson, prima. La storia della musica satanica. Robert Johnson è famoso per la leggenda del patto col diavolo e per le sue canzoni… misteriose, a dir poco. Sicuro che metterlo come sottofondo non possa causarti altri problemi?- sembra seriamente preoccupato.



Scoppio a ridere.
-Però, te ne intendi davvero! Comunque, non credo che sia un problema. Billy non saprebbe distinguere un valzer da un coro di chiesa. Tutto ciò che conta, per lui, è che non ci siano chitarre elettriche- gli spiego, cercando di buttarla sul ridere.
Fran non cambia espressione. D’un tratto, ho il sospetto di aver fatto un passo falso.



-Scusami- mugugno -non intendevo offendere il tuo uomo. Il capo è una gran brava persona, nonostante le sue paranoie. E’ solo che mi piace scherzarci su, di tanto in tanto- gli spiego. Vedo Fran sgranare gli occhi con aria confusa.
-Il mio… uomo?!-



Annuisco convinto.
-Sicuro! Avanti, non ti devi preoccupare, non sarò certo io a giudicarti! Dopotutto, è la situazione perfetta: il vecchio Billy smette di fare la checca isterica ed io mi ritrovo con un nuovo collega. Potrei mai lamentarmi di una cosa del genere?-



Lui arrossisce da capo a piedi:
-Credo… credo che ci sia un equivoco. Ferguson ed io non stiamo insieme. Mi ha semplicemente assunto dopo un regolare colloquio- si affretta a chiarire.
Oh. Perfetto, Larry. Dare dell’omosessuale al nuovo collega: l’ideale per iniziare bene il nuovo rapporto lavorativo, eh?
Tento disperatamente di rimediare:
-Oddio, scusami! Devo aver frainteso la situazione. Non credevo davvero che Billy intendesse assumere altri dipendenti, e quando ti ho visto comparire ho pensato…-



Fran non mi lascia il tempo di finire.
-Nessun problema- cerca di fingere che sia tutto a posto, ma è chiaro che si sente ancora in imbarazzo. Inizio a pensare che sia meglio cambiare argomento:
-Comunque… sono davvero contento di averti qui, Fran. E’ bello avere un po’ di compagnia, questo negozio in genere è un mortorio. Anche tu sei nuovo di queste parti?- provo a chiedergli. Non ho potuto fare a meno di notare che parla con un leggero accento.
Lui annuisce.



-Più o meno. In realtà sono qui già da qualche anno. Mio fratello ed io ci siamo trasferiti da New York in cerca di fama. O qualcosa del genere- si stringe nelle spalle, senza aggiungere altro.
A quanto pare, il ragazzo non è molto prodigo di spiegazioni. Forse l’ideale sarebbe farla finita con le chiacchiere e passare alle cose serie, tuttavia non posso fare a meno di essere incuriosito dall’ultima frase:
-In cerca di fama, hai detto?-



Vedo il suo sguardo perdersi nel vuoto, con aria sognante. Agita la mano in un gesto vago, prima di rispondere:
-Sono un bassista. Avevo un gruppo con mio fratello, appunto. Facevamo cover, cose così. Non era male, solo che non era il mio genere- esita per un momento, poi continua -adesso sono alla ricerca di qualcosa di più… vicino ai miei gusti. Heavy metal senza tanti fronzoli, insomma- si appoggia al bancone, sorridendo.



Resto a guardarlo a bocca aperta. Questa sì che è bella!
-Ma è fantastico! Anche io suono- esclamo, entusiasta -batteria. Stesso genere. E sono alla ricerca di una band. Forse si potrebbe…?- inizio a buttarla giù lì, con fare speranzoso. Sono mesi che cerco musicisti. Ok, forse non proprio mesi. Un paio di settimane, magari. Ho messo qualche annuncio in giro, ma nessuno sembrava interessato. Questo ragazzo ha tutta l’aria di essere una vera e propria manna dal cielo!



Fran ci pensa su per qualche secondo. Sembra sul punto di rispondere, quando il rumore della porta che sbatte ci fa sobbalzare entrambi. Vedo Billy rientrare a tutta velocità.
-Scusatemi, ho dimenticato le chiavi della macchina- si dirige verso il bancone e inizia a frugare tra i cassetti. Dopodiché lo vedo fermarsi, in ascolto.



Fran mi lancia un’occhiata preoccupata. Sulle prime non capisco… poi mi sento raggelare. Il disco di Robert Johnson è ancora su. E la canzone che sta suonando in questo momento è…

If today was Christmas eve, if today was Christmas eve
And tomorrow was Christmas day
If today was Christmas eve and tomorrow was Christmas day
...Hellhound On My Trail. Meraviglioso. Cos’è che si diceva, a proposito di pezzi misteriosi?



Attendo in silenzio la reazione di Billy. Se la riconosce sono fritto. Per tutta risposta, lui alza il pollice in segno di approvazione:
-Ottima scelta, Larry! E’ esattamente quello che intendevo per musica tranquilla- si complimenta, prima di sparire nuovamente fuori dal negozio.



Quando finalmente sento la sua macchina allontanarsi, mi rivolgo a Fran con aria trionfante:
-Visto? Valzer, cori di chiesa, titoli strani… per lui non fa differenza. Basta che non ci siano chitarre elettriche- ridacchio.
Lui si limita a guardarmi senza battere ciglio. Non sembra affatto divertito. Sospiro. Noiosetto il tipo, eh? Restiamo in silenzio per qualche secondo. A quanto pare, rompere il ghiaccio sarà più difficile del previsto. Tuttavia, faccio presto a ricordarmi di un certo argomento che di sicuro potrà interessare entrambi:
-Senti un po’, tornando al discorso di prima… ti va di vederci per suonare, qualche volta? Insomma, ci piace lo stesso genere, e siamo entrambi in cerca di musicisti. Non sarebbe male organizzare qualcosa!



Questa volta, lui non esita a rispondere:
-Per me si può fare. Conosci già qualcun altro con cui mettere su un gruppo?-
Mi stringo nelle spalle.
-A dire il vero no…- mormoro -ma li troveremo presto, ne sono sicuro!- aggiungo.
-Se lo dici tu…-



Faccio cenno di sì con la testa, dopodiché lo prendo sotto braccio:
-Fidati del vecchio Larry! Insieme conquisteremo il mondo a suon di rock n’ roll!-
Lui non sembra granchè convinto.
-Sarà. Al momento, però, mi accontento anche solo di tenermi il posto di lavoro che ho appena conquistato. Si sta facendo tardi e non abbiamo ancora combinato nulla… non vorrei che Ferguson cambiasse idea e mi licenziasse!-



Il tono è serio. Tuttavia, non mi sfugge il suo sorriso quando passa davanti a me per sistemare l’ultimo disco.
Credo che possa essere considerato già un inizio.

____________________________

A grande richiesta (?)... il ritorno delle note pseudo-storiche! XD (Solo una, in realtà, ma comunque sostanziosa .__.)
-Robert Johnson è un musicista blues realmente esistito. Nato in America ai primi del '900, è morto a soli 27 anni. La sua musica ha profondamente influenzato diverse band e musicisti rock, tra cui Jimi Hendrix, Rolling Stones e Led Zeppelin. La leggenda vuole, come accennato da Fran e Larry nel capitolo, che il ragazzo in questione avesse venduto la sua anima al diavolo per imparare a suonare. Ovviamente, si tratta solo di una leggenda, ma è pur vero che negli anni '80 (non molto diversamente da oggi .___.) la diffidenza nei confronti dei cosiddetti "musicisti satanici" era ancora parecchio alta. I metallari, poi, erano praticamente il male °° da qui anche le crisi isteriche che si fa venire il capo di Larry quando lo scopre ad ascoltare gente come Judas Priest e Black Sabbath °°

Altre note:
-LO SO, il negozio di dischi sembra TUTTO, meno che un negozio di dischi '_' è che mi mancava una qualsiasi cosa nel gioco che potesse assomigliare ad un espositore di vinili D: per "risolvere", ho usato gli espositori già esistenti in TS3, in modo da riempire almeno un po' lo sfondo... però non è che il risultato sia proprio eccelso, ecco '_'
-Il sim di Billy Ferguson è... una versione riveduta e corretta di un sim di Robin Williams (l'attore °°) a cui stavo lavorando XD mi rompevo di mettermi a creare un sim da zero, quindi ho sfruttato il primo adulto che mi è capitato sotto mano XD
-E comunque: riciclare il concept del banner di The More Things Change per mancanza di idee migliori... non ha prezzo '_'

larry, hurricane years

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