Un amore che trascende il tempo

Sep 19, 2014 13:08

TITOLO: Un amore che trascende il tempo
FANDOM: Arashi
GENERE: Au, Fantasy, Sentimentale
PAIRING: Sakumoto (avevate dubbi? XD) Ohmiya
RATING: PG-15




Capitolo 8:

Amori passati
Erano ancora lì, intenti a baciarsi quando Jun perse la concentrazione e finì col muso a terra.
“Ahia!”
“Devi concentrarti” sorrise baldanzoso Sho.
Jun non sapeva di che colore fosse diventato il suo viso in quel momento ma lo sentiva andare a fuoco.
Aveva davvero baciato un morto?!
“Mi sa che per fare altro... dovrai concentrarti mooooolto di più Jun” rise Sho. I suoi occhi scintillavano di gioia.
“Idiota!” lo additò Jun alzandosi in piedi ma ricadde subito a terra. La caviglia sinistra gli doleva terribilmente. Probabilmente aveva preso un colpo o una storta scivolando nel crepaccio.
“Aspetta. Provo ad aiutarti. Tu concentrati un po'” il fantasma passò il braccio di Jun intorno al proprio collo. Per tutti e due era davvero difficile restare concentrati.
Sho voleva baciare di nuovo Jun e l'altro aveva troppo male alla caviglia.
Riuscì a portarlo sul sentiero principale.
Aveva anche smesso di piovere fortunatamente per Jun.
“Ora devo solo trovare i miei genitori...” disse il ragazzo stanco, tutto sporco, infreddolito e bagnato da capo a piedi.
“Magari sono riusciti a ripararsi al santuario...” ipotizzò Sho.
“Ci hai seguito da lontano vero?” chiese Jun guardando il fantasma.
“Si” rispose senza esitazione l'altro “In questo periodo dell'anno è normale che un minuto ci sia un sole splendente e il secondo dopo venga giù un acquazzone”
“Perché non me lo hai detto?”
“Ti ho avvisato e poi... pensavo che ti fossi informato almeno un po'' sul tipo di clima di Hakone quando ti sei trasferito” disse Sho e Jun arrossì.
Non a aveva fatto nulla di tutto ciò.
Si era ritrovato proprietario di una villa stupenda, aveva fatto le valige e si era trasferito a vivere da solo.
“Io....non ho nemmeno controllato le previsioni meteo per oggi...” si giustificò.
“Sei carino anche se sei un disastro”
“Cosa? Disastro io?!”
“Zitto e baciami” pronunciò le labbra Sho ma Jun si allontanò “Juuuun”
“Non allargarti troppo nuvoletta di gas”
“Tu sai come rovinare i momenti magici tra due persone...” sospirò Sho sentendo arrivare qualcuno “Vengono a salvarti”
“Tu mi hai salvato Sho” disse Jun guardandolo “Di nuovo...”
“Ogni volta che vuoi. Ti voglio vedere in condizione di fantasma tra moltissimi secoli. Non ora.” sorrise Sho vedendo la mano di Jun cercare di sfiorargli il viso “Concentrati Sho”
Il fantasma chiuse gli occhi e Jun poté fargli una carezza prima di appoggiare le labbra alle sue e baciare un sorpreso, per pochi istanti, Sho.
“Jun!” lo chiamò la madre arrivando seguita dal marito e la figlia.
“Che fai la bella statuina?” chiese Minako vedendo il fratello in una posa strana con la bocca socchiusa “Sei indecente! Che fai con sta lingua?!”
Jun riaprì gli occhi e vide il viso di Sho.
Era proprio bello...
“Jun?”
“E' andato... un fulmine lo avrà preso in pieno...” sospirò la sorella.
“Smettila Mina. Tesoro tutto bene?” chiese la madre al figlio tutto inzaccherato di fango,
“Si...si sto bene mamma...ero solo....non importa”
“Ti sei fatto male figliolo?” domandò Matsumoto-san notando i jeans strappati.
“Ah si sono scivolato in un crepaccio... per poco non finisco di sotto...”
“Oh Santo Cielo!”
La disavventura di Jun aveva portato al malcapitato una stretta fasciatura alla caviglia e una bella influenza.
La madre insistette per restare con lui finché non fosse guarito ma Jun la convinse a tornare a Tokyo promettendo che se fosse stato peggio l'avrebbe subito chiamata.
Dopo la partenza della famiglia, Jun avvisò Masaki che purtroppo, finché non si sarebbe ristabilito completamente, non sarebbe riuscito ad andare a lavoro per un po' di tempo.
L'amico lo rassicurò. Doveva prendersi cura di sé e tornare pimpante più di prima.
“Hai chiamato un medico?” chiese Sho arrivando con un bicchiere in mano e un enorme sorriso che gli andava da una parte all'altra del viso.
“Fai lo scemo eh? Sai che in queste condizioni non riesco a recuperare l'aspirapolvere.....bastardo”
“Vedo che la malattia non ha intaccato il tuo lato sarcastico mon cheriè”
Jun prese il bicchiere e bevve piano. L'acqua fresca era un sollievo per la sua povera gola in fiamme.
“Posso fare qualcos'altro per te?” fece Sho ossequioso.
“Fai poco lo spiritoso”
“Ho capito...vuoi un bacetto” si avvicinò il fantasma.
“Ti piacerebbe eh? Stai lontano”
“Ti ricordo, caro il mio malatino preferito, che sei stato tu a baciarmi...per ben due volte!” esclamò Sho “E ci davi dentro con la lingua!”
“Ma....ma...ma...” balbettò Jun livido di rabbia e di imbarazzo “Questo non è assolutamente vero!”
“Ti sei approfittato di un povero fantasma...vergogna!”
“Aaaaaaah! Smettila!” sbottò Jun coprendosi col lenzuolo.
Anche Sho ci aveva messo la lingua!
“Comunque per la cronaca... mi è piaciuto” dichiarò Sho sbucando tra Jun e il lenzuolo, facendo saltare il ragazzo dallo spavento.
“Basta!”
A Jun girò forte la testa e ripiombò sul materasso con un tonfo.
“E' meglio che non ti agiti così Jun. Devi riposare hai la febbre”
“Si...” disse Jun infilandosi di nuovo sotto le lenzuola “E non farmi scherzi”
“Promesso. Ora dormi un po'”
Come un bambino, Jun si addormentò subito.
Sho lo vegliò tutto il tempo rinfrescandogli ogni tanto la fronte e accarezzandogli i capelli.
Qualche ora dopo, Jun si svegliò. La febbre era scesa e, visto che non poteva fare molto poiché si sentiva debole, decise di riprendere la lettura dei diari.
Prese il volume dal comodino e lesse.

Caro diario, scusa il silenzio ma ho passato ogni momento disponibile con il mio adorato Sho.
Dio quanto lo amo.
Oggi pomeriggio, insieme ad altri giovani e uomini della nostra cittadina, è partito per andare in guerra.
La sua famiglia era alla stazione ferroviaria.
Il fratellino di Sho, Ryosuke, piangeva. Ha solo sei anni è ancora troppo piccolo per essere arruolato , per fortuna.
Sua madre è stata davvero gentile con me.
Facciamoci forza cara, vedrai che il nostro Sho tornerà da noi sano e salvo. Preghiamo le divinità affinché lo proteggano.
Ha il sorriso dolce come il figlio.
Dopo aver abbracciato la famiglia, Sho mi ha guardata. Si vedeva che era spaventato a morte ma per il bene della sua famiglia e il mio, si faceva forza.
I suoi occhi erano stupendi come al solito. Il mio cuore batteva così forte da sovrastare il rumore del treno.
“Ciao Tanaka... prenditi cura di te”
Gli ho detto che lo aspetterò e l'ho abbracciato. Tutta la sua famiglia era sbalordita per il mio moto di affetto. Ma sono una fidanzata che ha dato l'arrivederci al suo innamorato. Delle buone manieri non me n'è proprio importato niente e poi, se devo dirla tutta ho visto più di una coppia di fidanzati scambiarsi effusioni molto poco caste in pubblico!
Eh si... ho preso esempio da loro e mi sono sporta verso il mio Sho per baciarlo sulla bocca ma all'ultimo lui ha voltato il viso e ho finito per baciarlo all'angolo della bocca. Era tutto rosso! Aaaah! Il mio timido Sho. Anche se ci sposeremo al suo ritorno è ancora in imbarazzo con me. E' salito sul treno ed è sbucato dalla finestrella per un ultimo saluto. Sentivo le lacrime pungermi gli occhi ma volevo salutarlo con un sorriso.
Volevo che portasse con se il ricordo del mio sorriso per quando la malinconia di casa lo avrebbe assalito.
Mi manca.
Prego che il mio Sho torni da me.

Jun lesse altre pagine dedicate al periodo in cui Sho era via per la guerra.
Saltava i lunghi monologhi di Ririko sulle sue giornate in cui pregava per il ritorno di Sho sano e salvo e arrivò alla data che cercava. Il giorno in cui scoprì che Sho era morto.

Caro diario...sto male...così tanto male che quasi mi sento svenire.
Stamattina, mentre bevevo il the, la mia tazza preferita, si è rotta nelle mie mani. Un brivido mi è passato lungo la schiena e ho avuto un brutto presentimento. Quando sono uscita con Ayano, la mia ansia era a livelli massimi.
Ayano ha detto che sembravo una pazza.
Alle 5 del pomeriggio ho avuto una crisi di pianto al parco e lì ho capito. Era successo qualcosa, qualcosa di molto brutto al mio adorato Sho.
Senza pensarci due volte sono corsa alla grande casa dei Sakurai. La mia amica mi ha seguito senza capire.
Quando mi venne ad aprire Ryosuke con i lacrimoni agli occhi, il cuore mi si è fermato.
La madre di Sho è arrivata poco dopo e ci ha fatto entrare.
Era distrutta ma non ha versato una lacrima, da sola credo che lo abbia fatto.
C'era anche il padre, risoluto tanto quanto la moglie.
Dal fronte era arrivata una lettera.
Il soldato semplice Sakurai Sho era morto durante un combattimento, colpito da una granata per salvare alcuni compagni era stato insignito della medaglia al valore e alzato di grado.
Sho, il mio Sho, morto. Poco mi importa che abbia salvato delle vite umane. Lui non c'è più.
Il mio grande amore non c'è più.
Perché sono sempre le brave persone a rimetterci?
Lui era davvero una brava e buona persona!
Dell'amore della mia vita è rimasta solo una foto che sua madre mi ha regalato.
“Sho avrebbe voluto che l'avessi e che ti facessi forza” mi ha detto sua madre abbracciandomi.

Quando Jun smise di leggere, aveva gli occhi pieni di lacrime. Anche se la trovava patetica e ingenua, Ririko-san era davvero innamorata di Sho.
Lo stesso Sho che aveva baciato lui il giorno prima.
“Sei arrivato al punto in cui scopre che sono morto?” chiese proprio il fantasma al suo fianco.
“Conosci il contenuto delle pagine del diario?”
“No. Esattamente che vi sia scritto non lo so ma immagino che stia parlando di quello se stai piangendo... è uno dei diari più vecchi dalla data...” disse Sho “La disperazione di Tanaka ti ha coinvolto”
“Hai salvato delle persone...i tuoi sogni sono andati in mille pezzi... non dovevi morire...” singhiozzò Jun sorprendendo Sho.
“Era...il mio destino Jun...”
“Un destino crudele... dovevi vivere e tornare qui...”
“E sposare Tanaka certo... perché mi amava”
“Perché tu meritavi di realizzare i tuoi desideri” disse Jun chiudendo il diario “Meritavi di essere felice”
“Tutti volevano che la sposassi. Ririko-san è una così brava e bella ragazza Sho, nessuno sapeva del tuo interesse per lei... sei sempre così riservato! Io e tuo padre siamo molto favorevoli al vostro matrimonio... Questo mi ha scritto mia madre nell'ultima lettera che lessi in vita.”
“Io credo che per amare bisogna essere in due. L'amore non corrisposto lasciamolo ai romanzi e agli sfigati. Ho sempre voluto bene a Ririko-san e gliene voglio tutt'ora. Per me è stato come avere una seconda nonna materna però tu non le hai mai detto che l'amavi...non eravate convolati a nozze. Lei aveva tutto il diritto di rifarsi una vita con un altro uomo. Ok forse non nell'immediato, ma dopo qualche tempo avrebbe potuto benissimo. Non avrebbe disonorato la tua memoria!” si accalorò Jun.
“Concentrati Jun voglio baciarti” dichiarò Sho prima di riuscire a baciare Jun che non si tirò indietro di certo ma per via della febbre non riusciva a restare troppo concentrato.
“Gomen...” si scusò il ragazzo con le guance rosse.
“Perché ti scusi?” sorrise dolcemente Sho guardandolo sistemarsi meglio nel letto.
“Volevo baciarti di più...” ammise Jun chiudendo gli occhi ormai troppo pesanti per restare aperti.
“Queste tue docili ammissioni mi piacciono un sacco sai Jun?” gongolò il fantasma e appoggiò le labbra sulla fronte dell'altro.
“Mmmm...che bella sensazione...”
“Allora resterò così”

Nei giorni successivi Sho si prese cura di Jun come poteva.
Certo il fatto che fosse un fantasma alleviava l'altro dalla febbre quando si sfioravano o almeno Sho lo toccava. La concentrazione era difficile da mantenere per Jun.
Era più di una settimana che Jun era a casa malato, costretto a letto con la costante minaccia che Sho si mettesse a cantare se non se ne fosse stato buono.
“Che bello domani torno a lavoro!” esclamò Jun “La caviglia è guarita e anche la febbre è completamente passata! Voglio uscire di casa!”
“Era per il tuo bene tesoro” disse Sho sorridendo.
“E' da qualche giorno che mi chiami così! Non mi piace”
“Ma è tenero”
“Non voglio essere chiamato così. Punto e stop!”
“Allora userò il soprannome che ti aveva dato tuo nonno Koichi...pisellino!” ridacchiò Sho vedendo però Jun serio “Scherzavo...”
“Stavo... ragionando”
“Su cosa?”
“La nonna era di Hakone... e anche il nonno... e anche lui è andato in guerra da giovane come te. Se i miei calcoli sono esatti... dovevate avere la stessa età”
“Si... siamo andati a scuola insieme. Non eravamo propriamente grandi amici, o meglio, io preferivo stare a casa a studiare o a leggere mentre lui era sempre fuori a divertirsi coi i suoi innumerevoli amici ma era un bravo ragazzo. A differenza degli altri cretini della nostra scuola lui non mi prendeva in giro chiamandomi topo da biblioteca. Koichi-kun era gentile ed era molto popolare tra le ragazze, non so come abbia fatto Tanaka ad innamorarsi di me invece che di lui!”
Jun lo ascoltava interessato. Era come sentire i racconti di gioventù dei propri nonni ma c'era un'atmosfera completamente diversa, forse perché a raccontarglieli non era un anziano signore segnato dal passare del tempo e dalle dure esperienze della vita ma di un giovane, probabilmente più giovane di lui ma in versione fantasma. Sho non sarebbe mai invecchiato.
“Quando partimmo per essere spediti al fronte...” riprese a parlare Sho “Lui era più spaventato di me. I suoi amici erano così spavaldi incuranti della propria vita. Ci avvicinammo molto e parlammo delle nostre vite qui ad Hakone. Gli confidai che non ero innamorato di Tanaka ma che non l'avevo rifiutata solo perché non ero certo di tornare e lui mi confessò di essere da sempre innamorato di Tachibana...”
“Tachibana? La nonna? Il cognome di nonna Ayano da nubile era proprio quello! Il nonno già l'amava”
“Parlava solo di lei. Di quanto fosse bella, dolce, gentile con tutti e anche di quanto lei e Tanaka fossero legate. Però Koichi-kun non le aveva mai dichiarato il suo amore”
“Cosa? Perché?”
“Non voleva farla soffrire. In qualche modo pensava che se le avesse confessato il suo amore, anche se fosse stato corrisposto, gentile com'era Tachibana di sicuro avrebbe sofferto molto se lui fosse morto in guerra... tutto l'opposto mio non credi?” sorrise amaramente Sho.
“Ma il nonno è tornato a casa sano e salvo, si è sposato con la nonna ed è nata mia mamma. È stato fortunato”
“Non sono morto invano....” mormorò Sho.
“Aspetta....tu... il nonno era uno di quei ragazzi che è stato salvato da te?” chiese Jun e Sho annuì “Tu... hai salvato la vita del nonno! Così facendo...io ora sono qui, sono vivo... lo devo a te”
“Ho solo voluto proteggere un amico innamorato che poteva avere un futuro luminoso davanti a sé con la persona che amava” dichiarò Sho.
“I nonni erano davvero innamorati persi mi diceva la mamma. Nonno è morto quando ero molto piccolo e per la nonna è stato un trauma....anche se si è sempre mostrata forte con tutti, so che non l'ha mai superata. Ma lei ne aveva tutte le ragioni e tutti i diritti per stare male. L'uomo della sua vita era morto, dopo una vita passata insieme a condividere tutto, una figlia e due nipoti... che la nonna Ayano non abbia mai più pensato a un uomo che non fosse il nonno è logico ma Ririko-san...lei no! Lei aveva il diritto a rifarsi una vita e non ancorarsi a qualcosa che esisteva solo nella sua fantasia!”
“Ti accendi particolarmente su questo punto...” constatò Sho sorridendo “Lo devo prendere come un segno di gelosia nei miei confronti?”
“Non lavorare troppo di fantasia” borbottò Jun tutto rosso in viso.
“Assomigli molto a tuo nonno sai?”
“Eri innamorato di lui?” chiese Jun con un po' troppa ansia nel suo tono di voce, cosa che non sfuggì a Sho ma non glielo diede a vedere.
“Ho solo detto che gli assomigli Jun non che ne ero innamorato”rispose il fantasma “E poi te l'ho detto. Non mi sono mai innamorato”
Non sapeva perché, ma Jun trasse un sospiro di sollievo.
Forse perché rabbrividiva al pensiero che suo nonno che aveva sempre visto innamorato e devoto alla moglie, potesse aver amato Sho in passato.
O forse perché il ragazzo in questione era Sho.
“Senti un po' Jun...”
“Si?”
La faccia di Sho non prometteva nulla di buono.
“Continui a chiedermi della mia, seppur breve, vita e delle mie relazioni amorose e sociali... quand'è che mi parlerai un po' della tua?”
“Sai tutto di me! Mi hai visto crescere!”
“So quello che ho visto nei periodi in cui stavate qui durante le vacanze e nelle occasioni tristi... non so altro...” disse con voce triste che intenerì Jun “Ricordo solo te da piccino che correvi...”
“BASTA!”
“Allora... fammi indovinare... i tuoi nonni erano molto popolari da giovani... tua madre anche. Era ed è tutt'ora una bellissima donna. Anche tu sarai popolare no?”
Jun si guardò le mani. Non amava particolarmente parlare di sé.
“Non sei obbligato a parlarmene Jun” disse Sho in tono dolce “ero semplicemente curioso”
Però Sho gli aveva raccontato tutta la verità, i suoi sentimenti nei confronti di Ririko-san e poi aveva salvato lui più di una volta, ma anche il nonno!
Sentiva di dovergli qualcosa.
“Beh si... ero abbastanza popolare...”
“Modesto!”
“Qualche lettera d'amore la trovavo sempre nel vano delle mie scarpe a scuola. Ai festival scolastici, metà del tempo venivo tirato in disparte da qualche ragazza che si dichiarava...” disse Jun sentendo lo sguardo di Sho su di sé ma non riusciva a guardarlo negli occhi, “Con qualcuna sono uscito ma nulla di più. All'università ho avuto anche una ragazza stabile. Mi piaceva molto e stavamo bene. Non posso dire che ne ero follemente innamorato però... infatti ci siamo lasciati...” raccontò Jun.
“Ti ha ferito?”
“Eh?”
“Lasciarti con lei ti ha ferito?”
“Non particolarmente. Non sono caduto in depressione se intendi questo”
“E poi qui hai trovato me” sorrise Sho.
“Sbruffone!”
“Allora guardami negli occhi e dimmi che non ti piaccio neanche un po'”
“Non mi piaci!”
“Facile dirlo se non si guarda l'altra persona negli occhi. Di che hai paura? Sono un fantasma no?”
Jun sollevò il viso di scatto e si ritrovò puntati addosso gli occhi di Sho.
Aveva ragione Ririko-san, gli occhi di Sho erano bellissimi.
“Tu non... non...” balbettò sentendosi una ragazzina.
“Tu non?”
“Tu...” Jun cedette a Sho e a quello che sentiva davvero per lui “Tu mi piaci molto Sho” disse aspettandosi di vedere la faccia di Sho tronfia invece era sorpreso “Non lo sapevi già?!”
“Non mi aspettavo certo una tua dichiarazione”
“Ma quale dichiarazione! Tu stai male”
“Hai appena detto: tu mi piaci molto Sho” lo imitò il fantasma mettendoci però molta più enfasi.
Jun era paonazzo.
“Io non l'ho detto così!”
“Ah no? Quindi l'hai detto tanto per dire? Solo per farmi stare zitto? Crudeleeee”
Sho aveva il potere di confondergli le idee.
“Mi piace... era da un po' che non mi piaceva qualcuno...” ammise Jun.
Sho sorrise e gli diede una carezza sui capelli.
“Quindi...anche io ti piaccio?” gli chiese Jun.
“Si che mi piaci! Ora riposa ancora un po'”
Jun si accoccolò tra le lenzuola.
Si sentiva un misto di emozioni dentro di sé.
Di sollievo per aver detto a Sho che gli piaceva ma allo stesso tempo sentiva nascere una strana ansia della quale non riusciva a trovare l'origini.
Si addormentò ma per tutto il tempo fece strani sogni.
Era circondato dalle tenebre e cercava affannosamente qualcuno anche se non riusciva a capire chi. Non ricordava né il suo viso né il suo nome ed era una sensazione terribile di smarrimento e abbandono.
“Jun” lo scosse qualcuno “Jun sveglia”
Riaprendo gli occhi si trovò davanti il viso di Sho preoccupato.
“S...Sho...” biascicò con voce ansimante.
Gli sembrava di aver corso una maratona.
“Stavi facendo un brutto sogno”
“Si...credo almeno. Non ricordo nulla”
Sho lo guardò dolcemente e Jun sentì una voglia irrefrenabile di essere abbracciato forte da lui.
“Abbracciami” disse soltanto chiudendo gli occhi e concentrandosi al massimo fino a che si sentì avvolgere da un dolce calore percependo un profumo di fiori.
Se la impresse nella memoria quella dolce fragranza.
Era il profumo di Sho, il profumo di una persona che ormai era diventata importante nella sua vita.
Una presenza che c'era sempre stata fin dalla nascita, anzi ancor prima.
“Sho” sorrise Jun non vedendo l'espressione afflitta dell'altro.

Quando il giorno dopo Jun tornò finalmente al Kodomo no Ririko, tutti i bambini gli corsero incontro in festa.
Sachi-chan saltò in braccio al suo adorato ouji-sama.
“Alla buon ora!” sbraitò Nino con le mani sui fianchi “Volevi restare in vacanza per sempre?!”
Jun non riuscì ad arrabbiarsi con il piccoletto e scoppiò a ridere. Non impazziva per il suo grembiulone rosa ma se pensava di non poter mai vedere qualcosa di più ridicolo di quello doveva ricredersi.
Nino portava un grembiule giallo canarino, l'immancabile scritta in hiragana KAZU e cuciti anche degli animaletti. In più sulla testa Nino portava un cerchietto con delle orecchie da orso.
“Vai anche in tribunale conciato così?” rise Jun.
“Toshi mi ha spedito qui per poter lavorare un po'” brontolò il ragazzo “Volevo restare in ufficio con lui! E' tutta colpa tua Jun!”
“Grazie per il bentornato Nino” sorrise Jun andandosi a mettere il suo di grembiule.
Tornare a lavorare gli fece bene.
Era stranamente di buon umore ma, allo stesso tempo, sentiva nel cuore un senso di inquietudine.
“Juuuuun-chaaaan!” disse Tomoo correndo da lui e Jun lo prese in braccio “Sei tornato? Stai meglio?”
“Meglio grazie. E tu terremoto?” gli chiese Jun coccolandolo.
Il piccolo si rabbuiò e strinse il suo peluche, Saru la scimmietta “Tomoo-chan?”
“Ha parlato con il papà”
Ci mise un secondo Jun a capire a cosa si riferisse il bambino. Lui stesso gli aveva consigliato di parlare sinceramente con Masaki.
“E lui che ha detto?”
“Lui e la mamma non si vogliono più bene e non possono vivere insieme...”
Jun guardò Masaki che passava in quel momento.
“Tomoo-chan vai a giocare con Nino e gli altri bambini ok? Io arrivo subito”
“Ok” trotterellò via.
“Masaki posso parlarti?” domandò all'amico e collega.
“Si certo!”
Si spostarono nel giardino mentre Nino veniva assalito da tutti i bambini.
“Di che vuoi parlare Jun-chan?”
“Ecco... ho sollecitato io Tomoo-chan a parlarti...”
“Lo so me lo ha detto” sorrise il maestro “Sono contento che sia sincero con me”
“Come mai hai detto che tu e Shiori-san non vi volete più bene?”
“Anche io ho voluto essere sincero con lui. Pensavo che rivedendola, l'amore che provavo per lei sarebbe riemerso o sarebbe sgorgato solo odio. Invece, dopo la grande rabbia iniziale... anche quella è svanita. Non mi è indifferente... le voglio bene, è stata il mio primo grande amore ed è la madre di mio figlio... ma non la amo più” ammise Masaki.
“Davvero?”
Jun era sconvolto. Davvero Masaki non amava più Shiori?
“Stai cercando di convincere me o te stesso?”
“Non sto cercando di convincere nessuno Jun-chan. È solo quello che provo. Per questo non posso esaudire il desiderio di mio figlio e riunire la nostra famiglia perché sarebbe condannarlo a una vita dolorosa e triste con due genitori che non si amano...”
“Ma...”
“Tomoo è il frutto del nostro amore, quell'amore che ci ha unito in passato ma lei se n'è andata...”
“Hai sbagliato, ma non è facendola pagare a Tomoo che la punirai per quello che ha fatto” disse Jun non capendo.
“Jun-chan ma non lo capisci? Lei se n'è andata, è vero ma io potevo andare a cercarla no? Se l'amavo così tanto potevo andare a stanarla ovunque lei fosse. In tutti questi anni mi sono sempre lamentato del modo in cui era sparita senza dire nulla... ma io non ho fatto nulla. Piagnucolavo e basta. Solo quando ci siamo rivisti ho capito. L'ho amata e molto. Ma non era così forte quel sentimento o avrei smosso mari e monti per riaverla con me.” spiegò Masaki.
“Non era... vero amore...” mormorò Jun sotto shock.
“Ehi Jun-chan perché sei così scioccato? Non ho detto mica che non ami più te... sembra che la cosa ti tocchi personalmente”
“No ecco...io...”
Perché ne era così scioccato? Masaki aveva ragione non lo riguardava personalmente ma, ultimamente, in qualche modo a lui sconosciuto, era sensibile alle situazioni amorose o forse... un motivo c'era... aveva detto a Sho che gli piaceva.
Sapeva di non essergli indifferente ma Sho... Sho era un fantasma.
Per quanto Sho dicesse di provare interesse per lui, prima o poi l'avrebbe abbandonato.
Cercò nella tasca il cellulare ma l'apparecchio era scarico.
“Maledizione!” corse al telefono nell'ufficio del rettore dell'istituto.
Compose il numero della villa attendendo che Sho rispondesse.
“Maledizione rispondi! Concentrati e rispondi a quel dannato telefono!” sbraitava mentre dall'altro capo nessuno rispondeva.
Dentro di sé stava crescendo l'incontrollata paura che Sho non ci fosse più.
Ora che poteva uscire dalla villa non sarebbe rimasto lì per il resto dell'eternità. Era un fantasma e se doveva restare nel mondo dei vivi a forza poteva benissimo andarsene in giro per il mondo in solitudine.
Il telefono continuava a squillare a vuoto.
Se solo Sho si fosse concentrato avrebbe potuto rispondere.
Lasciò cadere la cornetta e corse fuori in cortile verso il cancello.
“Ehi! Dove vai?” urlò Nino con la faccia dipinta da orso.
“Jun sei tornato...che ti prende?” gli chiese Satoshi che stava arrivando, vedendo il ragazzo sfrecciargli accanto come un razzo “Jun!”
Sho...
Era l'unico pensiero di Jun quando davanti gli apparve proprio il fantasma.
“Sho! Sei qui!”
“Eri tu che telefonavi? Ho riconosciuto il numero dell'asilo dal display e...”
“Perché non hai risposto?!”
“Perché sono un fantasma?” ironizzò Sho.
“Ma puoi concentrarti se lo vuoi! Me lo hai insegnato tu!”
“Jun ma che ti prende?” chiese il fantasma preoccupato, concentrandosi per toccargli la guancia proprio nel momento in cui Jun, concentrato al massimo, si buttò su di lui.
“Jun...”
“Avevo paura che fossi sparito...”
“Ma che sciocchezze dici?”
“Jun...” lo richiamò Satoshi e il ragazzo si voltò.
Tutti i suoi amici lo stavano guardando preoccupati, anche Tomoo lo guardava mentre gli altri bambini correvano in giardino ignari di tutto “Che sta succedendo?”
“Non voglio perderlo...”
“Perdere chi?”
“Sho...” rispose Jun.

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