[Sherlock Holmes] Astrazione

Apr 29, 2010 19:39

Titolo: Astrazione
Pairing: Nessuno
Beta Reader: DaTaLoRe
Rating: G, per tutti
Personaggi: Sherlock Holmes, Mycroft Holmes
Genere: Introspettivo
Avvertimenti: Flashfic (950 parole circa), Ragionamenti Astratti, Schiettezza Holmesiana
Info: Scritta per la April Challenge di holmes_ita, ma non inviata per il contest (il riferimento rimane, diamo al credit quel ch'è di credit, non era così ma non importa). Da collocarsi dopo GREE.
Trama: Una serie di consigli fraterni dei quali si spera il celebre Sherlock Holmes terrà conto.


Astrazione

Sedevamo l'uno di fronte all'altro, nel medesimo silenzio che aveva troppo spesso caratterizzato i lunghi pomeriggi estivi della nostra comune giovinezza.

"Come hai potuto vedere, fratello mio," interloquii pianamente, "La nostra cooperazione nel caso Melas ha sortito più che soddisfacenti risultati."

Mycroft sollevò da un maltrattato trafiletto di giornale uno sguardo indecifrabile ed austero.
"Giunto da Budapest?" inquisì, dopo una breve pausa.

Annuii, "Questa mattina stessa."

Ripose il foglietto nella busta avvolto nella quale esso aveva raggiunto Baker Street, infine parve considerare la mia persona con estrema serietà, i suoi acquosi occhi grigi velati da profonde meditazioni.

"Risultati soddisfacenti, dici." mormorò, "Dovrei darti ragione, giacchè il punto di vista di un logico e distaccato osservatore non potrebbe definire altrimenti l'esito della vicenda."

Lo ascoltai con attenzione. Raramente mio fratello si esprimeva con altro che brevi ed essenziali monosillabi - avendo egli a disposizione una ristrettissima riserva di energia - e quando si esprimeva diffusamente riguardo un qualsiasi soggetto, non parlava mai a vanvera nè invano.

"Tuttavia, figliolo, non riesco a fare a meno di rimpiangere tutto ciò che abbiamo perduto, in questi anni di attenta osservazione del genere umano."

"Perduto?" esclamai, incapace di trattenermi; sollevai le sopracciglia, stupito, "Ogni secondo di analisi consente di guadagnare informazioni, ed un accresciuto bagaglio di esperienza non può certo essere definito come una perdita."

Mi guardò con un velo d'amarezza sul viso rotondo e grassoccio, "Ah, Sherlock." scosse il capo, "Per tutta la mia vita ho praticato la disciplina che tu hai così efficacemente descritto, e tuttora rimango persuaso di aver condotto rettamente la mia esistenza. Tu hai mantenuto la medesima condotta: eppure, anche ora, dall'alto della tua conoscenza, non riesci a capire cosa io intenda."

Abbassai gli occhi sul tappeto rosso della Sala degli Estranei ed attesi, con la maggior misura di pazienza che mi riuscì di manfestare, il seguito di questo preambolo.

"Per noi, ragionatori astratti, il problema ha ormai acquistato più importanza delle persone che ne sono afflitte. Esso ha acquisito una statura propria, una identità quasi. Ricopre un ruolo fondamentale nel nostro intelletto, e la mente, conscia del fatto di non poter esistere, di non poter vivere senza uno stimolo adeguato, è costantemente alla ricerca di ciò che ha perduto, è quasi riluttante a concludere l'analisi teorica. Si affanna a trovare un nuovo sviluppo, un ulteriore pungolo verso una soluzione perfetta ed insuperabile."

"Mio caro fratello," lo interruppi, con un leggero sorriso ironico, "Penso che tu stia esagerando."

"Lo credi davvero?" ribattè, con una nota di severità nella voce. "Come hai potuto constatare di persona, la descrizione da me fatta si adatta in modo inquietante al comportamento da me tenuto durante la vicenda Melas. Ciò che temo è che possa, in un giorno non molto distante da oggi, descrivere con accuratezza anche il tuo."

"Anche se così fosse, Mycroft, ritieni che la professionalità, il distacco e l'entusiasmo non siano qualità lodevoli per un qualsiasi specialista? L'apprezzamento di un enigma e dell'opportunità di risolverlo è base indispensabile per un costruttivo approccio al procedimento deduttivo, e di conseguenza alla soluzione del problema - traguardo gradito a chi se lo ritrova come ostacolo."

La sicurezza di quelle parole - seppur pronunciate con tale familiarità - suscitò nelle iridi acute e penetranti del mio massiccio congiunto un brillìo di placida approvazione.

"Mi trovi d'accordo, Sherlock." ammise, ed ero certo che l'avrebbe fatto, "Ma - se vorrai accettare il mio consiglio - ti suggerirei di non ignorare il tuo cuore, nè la tua coscienza. Priva di una morale o di una saggezza etica, la tua iperattiva mente potrebbe decidere di non limitarsi a scassinare una finestra in presenza di un ispettore di Scotland Yard, ma decidere in autonomia che sia lecito introdursi in dimore altrui anche di soppiatto e senza un appoggio legale. Oppure che udire una stimolante narrazione densa di dettagli e di fatti sia più rilevante che tentar di salvare la vita ad un poveretto tenuto prigioniero lontano dalla famiglia e dalla patria. No, ragazzo mio, no," proseguì in fretta, dopo aver tratto un lungo respiro, "Non sono in cerca di giustificazioni, e confido che avrai compreso il mio intento."

Chinai il capo, rimanendo in silenzio, e mio fratello sospirò soddisfatto, appoggiandosi allo schienale della poltrona, evidentemente ritenendo esaurito l'argomento.

"Mycroft," lo chiamai, dopo qualche minuto, esitando.

"Sì?" mi favorì con un'occhiata vagamente seccata.

Riordinai le idee, quindi mi azzardai ad elaborare la mia invocazione solitaria, "Watson è un medico, e come tale avvezzo a prendere le più difficili decisioni in un brevissimo lasso di tempo, svolgendo una limitata serie di concatenazioni e deduzioni nell'ambito della diagnosi e dell'elaborazione di una terapia. Ciò nonostante..."

Gli occhi grigi di Mycroft mi fissavano tra le palpebre socchiuse.

"... ciò nonostante egli non si reputa, nè vorrebbe mai essere considerato come un pensatore astratto, anzi, è fermamente convinto che l'umanità e la sensibilità non debbano essere separati dall'aspetto prettamente teorico del suo mestiere... che pure trarrebbe giovamento da questo allontanamento, lo conferma qualsiasi analisi logica."

"Se cerchi una spiegazione genuina a questo atteggiamento, Sherlock, " mi rimproverò mio fratello, la voce saggia e bassa che rimbombava nel salone del Diogenes Club, "E' mia opinione che faresti meglio a discuterne con il tuo biografo. Ma se vuoi un mio parere obiettivo, temo che tu non abbia ancora ben chiara la distinzione tra la spirituale tensione alla vetta la cui cima imbiancata non lascia mai i tuoi pensieri... e la necessita di trasportarvi qualcuno la cui esistenza non può essere ignorata, la cui volontà è necessaria, la cui vita dev'essere protetta ad ogni costo, e non può essere sacrificata: neppure sul sommo altare della razionalità. Quest'ultima forza stiamo perdendo, figliolo: cerca di non dimenticarlo."

holmes_ita, sherlock holmes, fanfiction, challenge

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