Titolo: Le tue dita tra i miei capelli
Fandom: YURI!!! ON ICE
Rating: rosso
Personaggi: Otabek Altin/Yuri Plisetsky
Genere: erotico, sentimentale
Avvisi: porn, yaoi
Note: I personaggi non sono miei, non mi appartengono, e ovviamente non ci ricavo niente. Scritta per la decima edizione del p0rnfest sul prompt:
YURI!!! ON ICE Otabek Altin/Yuri Plisetsky I capelli di Yuri tra le dita di Otabek
Post prima volta. Per la cronaca, Yuri è maggiorenne. Ed è fluff (ma giusto un po’).
Quando Otabek apre gli occhi, si accorge subito che è ancora presto. Il sole sta sorgendo su San Pietroburgo e il piccolo appartamento di Yuri è ancora immerso nel silenzio.
Si stiracchia leggermente ma un peso sconosciuto gli impedisce i movimenti. Impiega qualche secondo a mettere a fuoco la situazione: Yuri si è addormentato sul suo petto, esattamente come fa qualche volta il suo gatto.
Otabek sente un brivido di eccitazione nel rendersi conto che sono entrambi nudi, pelle contro pelle, avvolti da una coperta spessa e da un leggero velo di sudore. È la prima volta che Otabek si sveglia in quel modo e si domanda come abbia fatto ad aspettare tanto a lungo.
Tre anni. Sono passati tre anni da quando ha parlato per la prima volta a quel ragazzino arrogante e gli ha stretto la mano, parlando di amicizia e di molto altro. Tre anni in cui il loro rapporto è rimasto sempre sul piano puramente platonico mentre ora, finalmente, può stringerlo a sé senza paura.
Mentre gli accarezza i lunghi capelli biondi, sottile e leggeri come seta, Otabek sospira e ripensa alla notte precedente. Ripensa a quando si è presentato a sorpresa a San Pietroburgo per consegnargli di persona il suo regalo di compleanno e si è ritrovato a baciarlo come se non ci fosse un domani.
Il pacco (un giubbotto di pelle esageratamente kitsch con una tigre ricamata sopra) è rimasto incartato e abbandonato in un angolo per l’intera notte, mentre loro si dedicavano a scoprirsi a vicenda dopo tutto quel tempo.
«Mi stai tirando i capelli, Beka» sussurra una voce impastata dal sonno e dalla stanchezza, più o meno all’altezza del suo petto.
Otabek ritira immediatamente la mano ma poi ci ripensa e torna a infilare le dita tra quei capelli esageratamente morbidi.
Sorride e gli tira volontariamente una ciocca. Yuri sobbalza ed emette un gemito di fastidio, alzando di poco la testa. Otabek ne approfitta e gli bacia le labbra sottili, ancora tiepide per il sonno.
«Buongiorno» lo saluta con un mezzo sorriso e Yuri lo guarda ancora intontito, sbattendo un paio di volte le palpebre.
Solo dopo una manciata di secondi sembra rendersi conto della situazione e anche i ricordi della notte appena trascorsa ritornano a galla. Otabek adora vederlo arrossire di colpo e farsi indietro, sconvolto e imbarazzato fino al midollo.
«G…giorno» sussurra con quella voce che non è mai cambiata e che lo fa diventare matto.
Yuri si guarda attorno come se non riconoscesse nulla della sua stanza e sbircia sotto le coperte, diventando se possibile ancora più rosso. Al contrario, Otabek se la sta godendo un mondo.
Continua ad accarezzargli la nuca e lo guarda arrancare in cerca di qualcosa da dire o da fare.
Alla fine, Yuri sfodera quello sguardo da soldato che lo ha fatto innamorare anni prima e si lancia su di lui, avvinghiandosi al suo corpo nudo e baciandolo con passione. Il moro nasconde a stento un sorriso perché conosce fin troppo bene il suo Yuri e sa perfettamente che quando si sente in imbarazzo o in difficoltà si butta a capofitto nelle cose. E la cosa non lo ha mai eccitato tanto come in quel preciso momento.
Quando sente che Yuri sta per ritrarsi dal bacio, stringe la presa sulla sua nuca e approfondisce il contatto, lasciando che la mano libera scorra languida sotto il piumone per accarezzare la pelle morbida di Yuri.
Il corpo del russo è cresciuto in quegli anni ma non ha mai perso la sua grazia e agilità. È inebriante poterlo toccare in quel modo, come ha sognato da tanto tempo, senza nulla a poterli dividere.
Yuri vibra e trema al suo tocco ancora sconosciuto. Otabek sa che nonostante abbiano già consumato la loro prima volta, a Yuri servirà del tempo per abituarsi a quel genere di contatto intimo.
Appena Otabek porta una mano sulla natica muscolosa dell’altro ragazzo, Yuri sobbalza e si stacca dal bacio ansimando e cercando di prendere un po’ di fiato. È arrossato e stralunato, e Otabek deve fare violenza su se stesso per non andare troppo di corsa e ricominciare da dove si erano fermati ore prima.
«Cosa…cosa stai facendo?» domanda in un ansito Yuri e Otabek ridacchia. Anche se ha diciotto anni, a volte Yuri è ancora innocente come un ragazzino.
«Prova a indovinare» lo stuzzica il kazako facendogli scorrere un dito tra le natiche e poi ribaltandolo sotto di sé con un colpo di reni e addominali di ferro «Come si dice “sesso mattutino” in russo?».
Yuri spalanca la bocca sconvolto ma Otabek non gli lascia il tempo di dire una singola parola. Gli infila la lingua in bocca e lo stende con un bacio da capogiro, uno di quei baci che lasciano anche Otabek senza fiato e con un’erezione dolorosa in mezzo alle gambe.
Socchiude gli occhi quel tanto che basta per vedere Yuri affannato e pieno di voglia, una voglia che fino al giorno prima probabilmente nemmeno sapeva di avere. E allora Otabek scende lentamente a baciargli il collo madido di sudore, la gola perfettamente liscia, i capezzoli che si stanno indurendo sotto il tocco della sua lingua. Yuri è teso come una corda di violino tra le sue mani e si contorce ad ogni leccata o bacio inaspettato. Otabek si è immaginato centinaia di volte come sarebbe stato fare sesso con lui, lo ha sognato quasi ogni notte negli ultimi mesi, ma la realtà supera di gran lunga la fantasia. Yuri è erotico e innocente al tempo stesso, ha gli occhi di un soldato e di un innamorato nello stesso momento.
Otabek scende ancora sul suo corpo perché ha fame, una fame che si porta dietro da anni, e non basta così poco a soddisfarlo. Lascia vagare la lingua sugli addominali del russo, percorre la sottilissima peluria sotto l’ombelico e infine raggiunge l’obiettivo. In un solo, lungo, movimento prende tutta l’erezione di Yuri in bocca e si compiace nel vederlo sobbalzare tanto forte e repentinamente da sollevarsi dal materasso. Otabek gli preme con forza le mani sui fianchi magri e lo spinge di nuovo giù, sentendolo lamentarsi e scalciare per avere qualcosa di più. Yuri sembra gracile ma è dannatamente forte e Otabek deve usare tutta la sua energia per costringerlo sul materasso. Succhia con forza, quasi a volerlo prosciugare, e Yuri grida qualcosa in russo che sembra tanto una bestemmia. Si abbandona sul materasso sommerso da quelle sensazioni nuove e finalmente Otabek può staccare una mano e portarla tra le natiche del biondo, che vibrano di anticipazione. Lì sotto è ancora morbido e rilassato dalla sera precedente, quindi si limita a stuzzicarlo un po’ con la punta delle dita. Vuole sentirlo mormorare il suo nome con voce persa e…
«Vedi di darti una mossa, Beka» sibila all’improvviso Yuri afferrandogli con prepotenza la testa e riportandosela davanti al viso.
Otabek sgrana gli occhi e ci mette qualche secondo a capire.
«Se non ti muovi, me ne vado» ringhia ancora il biondo ma la sua voce rabbiosa si spezza nell’esatto momento in cui Otabek entra dentro di lui e tanti cari saluti al loro autocontrollo.
Yuri si avvinghia a lui come un animale disperato, gli stringe le gambe attorno ai fianchi e senza rendersene contro lo costringe ad affondare sempre più profondamente dentro il suo corpo. Otabek è impotente davanti a quello spettacolo di carne, di unghia e di gemiti che si mescolano sul letto. Tutto quello che può fare è fare l’amore con lui, spingersi e ritirarsi senza sosta, finché un orgasmo accecante non lo coglie e gli fa dimenticare perfino il proprio nome. Solo dopo una manciata di secondi si rende conto che Yuri è ancora sotto di lui, implorante e duro, che prega di essere toccato.
Otabek sorride, lo afferra con una mano e dopo appena un paio di movimenti Yuri gli viene tra le dita assieme a un lungo lamento. Yuri è uno spettacolo della natura sul ghiaccio, ma nemmeno tra le lenzuola scherza. Otabek passerebbe la vita a guardarlo venire con quell’espressione rapita e persa che ha appena scoperto.
Senza dire una parola Yuri si accascia sulle lenzuola scomposte e i due restano distesi sul fianco a riprendersi. Le dita di Otabek scorrono pigre tra i suoi capelli biondi e l’alba sorge serena sul cielo di San Pietroburgo. Quello è davvero un ottimo inizio di giornata.
O almeno lo è finché quel punk impertinente non decide di aprire la sua boccaccia.