Problemi di tutti i giorni, problemi di noi ggiovani. E' questo il tema portante di una pellicola che ebbi l'onore di vedre più di un anno fa grazie a rOD e che oggi danno in prima tv su canale 5.
La fotografia ricorda per l'utilizzo di colori intensi quella tipica della fiction, ma la trama e la distribuzione scelta denotano una volontà di staccarsi completamente da questo genere anche perchè la pellicola è stata spinta come vero e proprio film.
"Troppo Belli" vuole essere uno spaccato di vita dei giovani d'oggi visto con il sagace sguardo di Costanzo & C.
Costantino e Daniele si confrontano\scontrano tutti i giorni con le difficoltà e i problemi di chi non vuole rimanere lì, non vuole mescolarsi con la massa, ma di chi vuole sfondare e fare qualcosa di speciale.
I ragazzi infatti si stanno sbattendo per sfondare nel mondo dello spettacolo ma gli ostacoli sono sempre dietro l'angolo soprattutto se ci si affida a persone sbagliate. Ed è proprio qui che ci si imbatte nella prima morale: lo sciacallaggio di certe persone grazie all'ingeniutà dei giovani volenterosi.
La vera morale però, e lo si capisce solo alla fine, è che bisogna sempre credere in quello che si fa e non lasciarsi frenare dalle avversità, lottando umilmente per raggiungere i propri traguardi.
Scena madre quando Daniele Interrante si trova in riva al Tevere (?) e, ubriaco, grida:" Voglio stare solooooo". Emerge qui il disagio di una generazione di giovani che fatica a sfondare e si sente sempre più precaria, in un mondo che forse non ha più posto per loro e se lo ha è solo per sfruttarli.
Segnalo l'iconizzazione del manager tanto senza scrupoli quanto senza cultura. In questo caso sembra che lo sceneggiatore voglia dirci che tutti gli ambienti alla fine sono popolati da personaggi del genere, ed è proprio da loro che bisogna guardarsi.
Per chiudere il cerchio termino la recensione con la prima frase che apre la pellicola:" A volte, nelle città italiane, nascono ragazzi troppo belli..."
banALE