1. Holding hands - 30 day otp challenge

Dec 24, 2013 11:50

Buongiorno gurlz!
Qualche mese fa ho visto su Tumblr un challenge carino e, basta leggere le tags, ero molto incerta sul farlo o no. Poi mi sono decisa. Dato che non sto scrivendo più (e questo mi rende molto triste), ho pensato che magari questa nuova sfida mi avrebbe fatto ripartire e finire la mia neverending story AibaMaru che è praticamente tutta nel mio cervello, ma che non vuole essere scritta.

Il primo otp è un classico per noi amanti delle cicce: OhMaru.
Potrei essere andata fuori tema, vi avviso X°D

TITOLO: I want to hold your hand, ma non posso perchè ho le mani sudaticce.
GENERE: pucciosa, romantica, sudaticcia
FANDOM: Kanjani8
PAIRING: OhMaru
RATING: Pg
DICLAIMERS: Maru e Tacchon non mi appartengono, ma domani è Natale e non si sa mai...

Basta lucine che causano attacchi epilettici, basta abeti decorati a festa e basta Babbi Natale che cercano di spillarti soldi e, pensando questo, Maru sbattè la porta d’ingresso alle spalle. Si tolse con violenza le scarpe nell’ingresso e si diresse in salotto, lasciando cadere sul pavimento la ventiquattro ore, la giacca e la sciarpa. Poi mise il pacco sul tavolino davanti al divano e si accasciò miserevolmente.

“Stupido Natale!“ disse ad alta voce. “Certo che in questo paese abbiamo un sacco di feste per gli innamorati e nemmeno una per noi poveri sfigati. Già siamo soli peggio dei cani, almeno fateci festeggiare!”, detto questo aprì la scatola e tirò fuori la torta di natale. “Non mi tradirai mai, vero tortina?” mangiò una cucchiaiata di dolce e con la bocca piena continuò dicendo “Io e te staremo per sempre insieme, almeno finchè non ti avrò divorata!!” e terminò con una risata maligna.

Con in mano l’ultima fragola rimasta, si alzò e si diresse verso la finestra. Spostò la tenda e con sorpresa vide che nevicava.

“Oh!” si lasciò sfuggire “Ma io non posso restare a casa.. Nevica!” e come un bimbo di cinque anni, saltellò fino alla scarpiera e mise gli scarponi. Uscendo di casa venne travolto dall’aria gelida, ma non si fece scoraggiare e, messo il cappuccio e i guanti, si avviò senza nessuna meta.

Un altro Natale da solo, l’ultimo di una lunga lista. Gli sarebbe tanto piaciuto provare l’ebrezza di passare questa giornata speciale con qualcuno, ma la realtà era che non ne aveva voglia. Lo sapeva benissimo che i suoi pensieri non erano molto coerenti. Alle volte si ritrovava a chiedersi “Cosa vuoi dalla vita? Un compagno? Il tuo divano, la tua coperta e il tuo pc?” la risposta era ovvia: un ragazzo con cui passare le giornate sul divano! E allora si metteva d’impegno, chiedeva ai suoi amici di farsi presentare qualcuno. Lui ci usciva, ci scambiava qualche email, ma poi tutto finiva lì. Forse era solo paura di crescere oppure di essere privato dei propri spazi perchè, dopo che rimani tanti anni da solo, diventa difficile pensare di dover tener conto della propria vita ad un’altra persona: lui faceva quello che voleva e quando voleva senza dire niente a nessuno, al massimo avvisava la mamma. Tutti questi anni di solitudine avevano forse indurito il suo cuore? Era una domanda che si faceva spesso e non aveva trovato ancora una risposta.

La neve stava cadendo con fiocchi sempre più grossi e soffici e Maru pensò che era ora di uno spuntino prima di tornare a casa. Aveva deciso su due piedi di andare al piccolo ristorante di ramen accanto alla fermata della metro. Era un locale molto accogliente ed era solito passarci le serate quando non aveva voglia di cucinare o di stare da solo. Arrivato davanti alla soglia d’ingresso, poteva sentire il rumore di stoviglie e soprattutto la sua pancia brontolare. Stava per aprire la porta quando si ritrovò davanti un ragazzo. Si guardarono per un secondo, aveva l’impressione di averlo già visto da qualche parte, ma solo quando questo gli sorrise, capì chi fosse.

Oh no, pensò cercando di non sollevare gli occhi al cielo o sbuffare o fare qualsiasi cosa di inconveniente. Era quel tipo che Yasu aveva cercato di rifilargli senza successo! Come si chiamava? Tempura? No. Ohkonomiyaki? No, troppo lungo.. Ohkura! Ecco!

“Ciao Ohkura! Come stai?” E’ da tanto che non ci vediamo?” disse quasi automaticamente.

“Eh già, esattamente da quando hai smesso di rispondere alle mie email! Per il resto tutto bene!”

Le parole di Ohkura lo risvegliarono come se avesse ricevuto uno schiaffo. Che figuraccia! Le mani iniziarono a diventare sempre più umidicce e abbassò istintivamente lo sguardo.

“Ma cosa ci fai qui la sera di Natale?” chiese Ohkura.

Maru si sorprese del fatto che gli avesse rivolto la parola, ma ora, come poteva spigargli che si sentiva solo e che l’unica cosa che voleva era strafogarsi?

“Sai com’è, avevo bisogno di stare un po’ per conto mio..” bravo, bella scusa! “Tu hai già finito di mangiare?”

“Sì, ma sai cosa ti dico? Mi farei volentieri un altro piatto di ramen!” e detto questo prese Maru sotto braccio, aprì con slancio la porta e urlò “Due posti e due ramen XL!”

Li fecero sedere e, arrivate le scodelle iniziarono a mangiare.

“Mmm!!” mugugnò Maru. Ci voleva proprio, finalmente il suo cuore si stava riscaldando grazie a quel piatto delizioso.

“Vero?? Mamma mia, ne mangerei a vagonate, anche se non è buono come quello di mia nonna.. Ma questi sono dettagli!”

“Già, già” assentì mentre soffiava sul brodo che aveva raccolto con il cucchiaio. Poi gli venne in mente che non vedeva Yasu da un po’ di tempo e quindi chiese sue notizie.

“Oh sì, sì! Il piccolo Yasu, ora è impegnato con l’inaugurazione di una nuova mostra e guarda caso ho proprio il tuo invito!” gli porse una busta tutta glitterosa.

Perchè ha con se il mio invito?

“E poi, sai la novità?” domandò con il viso che sprizzava voglia di spettegolare da tutte le parti.

“No, racconta!” rispose per non deluderlo.

“Esce con un nuovo tizio.. Si chiama come una macchina..”

“Yaris?”

“No! Aspetta..”

“Subaru?”

“Bravo!!!” sbraitò senza vergogna.

Nel vederlo così allegro sentì una morsa allo stomaco e, no, le mani no! Possibile che ha trent’anni si dovesse ancora preoccupare di avere due spugne al posto delle mani? Perchè ogni volta che provava certe sensazioni dove succedergli questo? Per di più mentre stava mangiando.. E ora come cavolo avrebbe preso le bacchette? Già si immaginava bastoncini che volavano per il ristorante.

“Ma come hai fatto ad indovinare? Sarà che per me le macchine sono tutte uguali..” e ancora stordito dall’entusiasmo cercò di prendere la mano di Maru che, ovviamente, evitò il contatto.

Questa volta Ohkura non la prese molto bene e un silenzio pieno di imbarazzo scese tra i due.

Maru provò a smuovere un po’ la situazione, ma con scarso successo. Era sul punto di arrendersi quando Ohkura si schiarì la voce.

“Posso farti una domanda?” e senza aspettare una risposta continuò, “Perchè non mi hai più cercato? Non ti piaccio? Lo so che il mio carattere non è facile da gestire, però… Però.. Potrei impegnarmi di più, fare meno la diva. Non so cosa ti ha raccontato Yasu, ma sono tutte bugie!”

In realtà Yasu non aveva mai detto niente di negativo su Ohkura, anzi, lo elogiava di continuo, forse per convincere Maru a riprendere i contatti e uscirci di nuovo.

“Ti chiedo scusa, ma non so cosa dirti.. In realtà non c’è un vero motivo per il mio disinteresse, forse non era il momento giusto o forse solo pigrizia.. Tu non hai niente che non va: sei simpatico e molto carino, pigro quanto basta per passare le giornate sul divano, ti piace mangiare..” cercò di sistemare la situazione. Quelle cose le pensava davvero e, ora che le diceva per la prima volta ad alta voce, si sentiva un emerito cretino. Perchè c’erano voluti mesi prima di capire che forse provava qualcosa per Ohkura? Non riusciva più a staccare lo sguardo dal suo viso, notava solo ora tutti quei nei e quelle guanciotte che si stavano tingendo di rosso. Chissà a cosa stava pensando..

“Noto che Yasu ti ha parlato delle mie abitudini..” sussurrò abbassando lo sguardo.

“Sì, ma guarda che sono delle ottime abitudini!!! Non c’è niente da vergognarsi.” disse tutto di un fiato.

“Pr.. Prima hai detto che.. che non era il momento giusto, vero?”

“Vero.”

“E.. E adesso? Potrebbe essere il momento giusto?”

Maru abbassò la testa. Il cuore era sul punto di esplodere e il cervello era occupato a cercare di rispondere alle milioni di domande causate da quella semplice quesito. Poteva rispondere sì, passare il resto del Natale insieme a lui e poi chi lo sa, noleggiare qualche film o andare in giro per ristoranti. Magari di domenica potevano fare le maratone di telefilm a letto, tra cibo e baci. Le sue fantasie era diventate talmente reali che si ritrovò con un groppo alla gola e si rese conto che in quel momento non esistevano risposte negative. Lo voleva.

Annuì senza dire niente.

“Posso?” chiese Ohkura.

Sollevò lo sguardo e rimase colpito dal cambiamento che aveva subito il volto del ragazzo. Non era più incerto e triste, ma fiero di se e con un sorriso gentile.

“Posso?” ripetè porgendogli la mano.

Oh no! pensò pieno di terrore, la mano proprio no! Tutta quella situazione e la marea di emozioni in cui stava annegando, avevano trasformato le sue mani in due spugnette disgustose.

“Guarda che non sei obbligato.. Mi sarebbe piaciuto, ma se sto andando troppo veloce dimmelo pure!”

“Sei perfetto, ma vedi.. Ora mi prenderai in giro di sicuro.. Anche a me piacerebbe molto, ma..” prese un bel respiro e bisbigliò “ho le mani sudaticce.”

Ohkura non perse il sorriso.

“Facciamo così, metti la mano sul tavolo.”

Maru obbedì all’istante e dopo pochi secondi la mano di Ohkura avvolse delicatamente la sua.

“Ecco! Era facile, no? Così posso accarezzarti senza essere risucchiato dalle sabbie mobili!” e scoppiò a ridere.

“Adesso posso farti io una domanda?” ora che le acque si erano leggermente calmate voleva soddisfare la sua sete di curiosità. “Cosa ci facevi con il mio invito?”

“Ohohoh! Come posso spiegartelo senza sembrare uno stalker.. Ti ricordi il nostro secondo appuntamento? Siamo venuti qui..”

Maru non si ricordava un bel niente.

“Tu avevi detto che questo era il tuo ristorante preferito.. E.. Oggi ho sondato un po’ il terreno chiedendo di te a Yasu e mi ha detto che momentaneamente eri single anche tu. Quindi ho pensato che forse.. Forse saresti venuto a trascorrere la serata qui! Ho rubato il tuo invito con la speranza di poter scambiare due parole.”

“Stalker!”

“No dai, non mi trattare male!”

Vedendo il viso preoccupato di Ohkura, scoppiò a ridere.

“Scherzo, scemo! E intanto oramai è troppo tardi.. Sono caduto con tutti e due i piedi nella tua trappola, caro stalker!”

Ben presto finirono di mangiare e sempre con le mani unite decisero di rimanere ancora un po’ nel locale. Maru avrebbe voluto fermare il tempo e godere di quelle dita che amorevolmente lo sfioravano, ma il tempo è tiranno ed era arrivato il momento di andare.

La neve continuava a scendere e il freddo era diventato pungente. Il volto di Ohkura era illuminato dalla luce soffusa che proveniva dal ristorante. Non voleva dargli la buona notte, voleva stare ancora con lui e farsi coccolare ancora un po’.

“Senti, a casa ho una torta e non vorrei mangiarla tutta da solo.. Se ti va, cioè.. Se hai ancora un posticino nel tuo stomaco, cosa ne dici se…”

“Perfetto!” e gli prese la mano mettendosela nella tasca del giaccone.

“Ma cosa?” sbottò terrorizzato Maru.

“Shh! Non è poi così terribile.. Hai mai visto le mutande natalizie di Yasu? Quelle si che fanno paura! Ma le tue mani no, sono così cicciottelle e, sì, un po’ bagnaticcie, ma non mi interessa.. Ora che ti ho in pugno non ti lascerò andar via facilmente. Al massimo possiamo mettere i guanti anche a ferragosto!” rise di gusto.

Maru sogghignò e sentì le loro mani stringersi ancora di più. Poi gli venne in mente che in realtà la torta non c’era più, andata, sparita nella sua pancia. Oddio, aveva già perso la testa dopo solo una serata? E ora?

“E’ sorto un problema. Mi sono appena ricordato che la torta me la sono mangiata prima di uscire.. Tutta.”

“Ah! Quindi volevi portarmi a casa con questo inganno, casanova!”

“Ma no, non era quello il mio intento, te lo giuro!” si giustificò rosso di vergogna.

Ohkura si piegò in due dalle risate.

“Dai non ridere di me!!!”

“Scusa, ma non posso farne a meno! Hai le mani talmente sudate che potrei scivolare a terra.” disse cercando di non soffocare.

A quella battuta, Maru cercò di togliere la mano dalla tasca, ma Ohkura la trattenne.
“Conosco giusto una pasticceria aperta 24 ore su 24..” e per la prima volta lasciò andare Maru, ma solo per dargli una pacca sul sedere, poi riprese la mano e non la mollò più per tutto il resto della nottata.
Buona vigilia e vi auguro di trovare uno dei vostri bias sotto l'alberello di natale!
Io ci spero ancora ;)

main: maruyama ryuhei, p: ohmaru, 30 day otp challenge, main: ohkura tadayoshi, fanfiction

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