Auronda's Performance alle 53a Biennale d'arte contemporanea di Venezia

Jul 03, 2009 19:06






Il 5 giugno, all'inaugurazione della Biennale d'arte di Veneziana,
verso l'ora del tramonto, una schiera assordante e danzante percorrerà le calli tra i Giardini
e l'Arsenale. Un serpente di tenebra in una nuvola di rumore bianco:
a guidare l'insolito corteo, il musicista Arto Lindsay

Sarà perché in Laguna quest'anno non c'è un giovane curatore emergente ma un giovane professore svedese appassionato di filosofia come Daniel Birnbaum. Sarà perché in tempi di sboom del mercato torna di moda il rigore teorico al posto dell'effetto speciale. Sarà perché quando le certezze vacillano ci si aspetta che gli artisti diano una mano a dare un senso al mondo (per questo, forse, Birnbaum chiede ai suoi di "fare mondi").
La 53ª Biennale di Venezia si preannuncia quanto mai seria, forse perfino seriosa. Ma, mentre l'attenzione di tutti è puntata su un bar costruito da Rirkrit Tiravanija e una bi-blioteca realizzata da Tobias Rehberger (entrambi al Padiglione Italia ai Giardini) o su Yoko Ono che vince il Leone d'oro alla carriera, pochi sanno che l'evento più sorprendente e inaspettato di questa edizione è qualcosa che in una Biennale non si era mai visto.
Il 5 giugno un serpente nero, danzante e molto noise scorrerà per due ore - il tempo che va dal crepuscolo al tramonto - per le calli di Venezia, partendo dalle Fondamenta Nuove, svoltando poi per via Garibaldi (quel tratto di strada ancora popolare che ai turisti non interessa perché non assomiglia alle cartoline), per tornare infine verso i Giardini.

Né scultura né performance, né concerto né installazione, ma tutte queste cose insieme. In una parola: una parata.
Non è un caso che Arto Lindsay, musicista e artista invitato da Birnbaum a realizzare questa impresa un po' titanica, arrivi, culturalmente, diritto dagli anni Settanta newyorkesi e dal Brasile anni Sessanta: la sua parata, dall'esoterico titolo Multinatural (blackout), è un'opera d'arte pubblica e col-lettiva, che coinvolge oltre cento persone tra ballerini, musicisti, coreografi, designer, stilisti e videomaker selezionati da tutto il mondo e che rischia di segnare un vero punto di svolta nel modo di fare e guar-dare l'arte nelle biennali e fuori.
.
Di essa - dopo - non rimarrà quasi nulla: non fotografie in serie limitata, non sculture da esporre in galleria, non oggetti-feticcio da poter rivendere ai collezionisti.

Giovanna Amadasi

                             






biennale d'arte contemporanea di venezia, auronda, serpente di tenebra in una nuvola di rum

Previous post
Up