LONDRA, TRA AGOSTO E SETTEMBRE DEL 2001, POCO PRIMA DI SALUTARE MIA CUGINA OLY CHE E' TORNATA IN AUSTRALIA PER SEMPRE. COSA PENSI, LETTORE ANONIMO, DI QUESTI SORRISI?
Nathalie Dalain spiega che il divertimento sottrae da ogni lotta. Quando vivevo a Londra ho visto questo chiaramente. La gente che alle cinque del pomeriggio esce dall'ufficio della City e si ubriaca fino a cadere per terra e sembra che ride...
E' anche bello vedere quella spensieratezza drogata dall'alcohol. E' bello, e quando si beve in quei contesti comprendi che hai una valvola di sfogo che è sempre li per te, disponibile, che infondo ti allontana dal bisogno di avere delle cose normali, come uno stipendio adeguato ai costi della vita o una casa dignitosa per esempio, e tutto il resto. Che poi cosa è una casa dignitosa per un londinese? Non esiste proprio il concetto se non per i miliardari. Gente che vive una realtà parallela, lontana dal mondo del lavoro "nine to five". E poi ubriaco sei li nel bar che abbordi, o ti illudi di abbordare qualcuno che il giorno dopo non esiste più, inghiottito dalla metropoli. Eppure quello spazio di fuga lo rimpiango ogni tanto. Mi manca quella spensieratezza, quel vivere fottendosene in fondo di tutto. Mi manca l'indifferenza degli inglesi. Quell' "all right" detto pure se c'è una tragedia in atto che ti impedisce di passare per quel posto li. Si cambia strada, "all right" ed è tutto normale. Fili dritto per la tua strada, quel solco mentale privato. E poi, arrivi che sei stanco ad un certo punto. Stanco della solitudine.