Oink oink oink! Oggi è il compleanno della mia Dannatuzza del cuore! <3
Non lo dico perché è la festeggiata, ma è una delle persone migliori che abbia trovato sul web. Inizialmente, lo ammetto, ci parlavo tanto perché mi piaceva stuzzicarla sparlando di Sam. Sì, lo so, fatemi causa XD
Col tempo però mi ha sempre più conquistata. È una ragazza semplicemente fantastica: intelligente, creativa, simpatica, dolcissima, sempre disponibile... ed è matta come un cavallo <3
Mi illumino di immenso ogni volta che la vedo comparire su msn o col suo amato ebuddy e le nostre chiacchierate scleranti resteranno nella storia. Insomma, che altro dire? Ti adoro, Dannatuzza, non cambiare mai. Anzi sì: cerca di emizzare meno, non si può che amarti, te l'assicuro!
Veniamo al regalino...
Era una notte senza luna, l'unica luce proveniva da un lampione sulla strada. Stentavo a dormire. Continuavo a rigirarmi fra le lenzuola, sperando che il sonno finalmente arrivasse. All'improvviso, lo sentii. Inizialmente, pensai ad uno scherzo dell'immaginazione: era un rumore tanto strano! Ma quel clap clap continuò. Col passare dei minuti riuscii ad individuarne la fonte: il letto sopra al mio. Mia sorella.
Mi tirai su e la vidi, la scena che non dimenticherò mai: era seduta in mezzo al letto e cercava di tenere una bottiglina in equilibro sulla fronte, mentre batteva ritmicamente le mani...
Ok, ok. Veniamo al vero regalino! XD Love you, Dannata ♥
Titolo: Heaven beside you
Autrice:
arial86 Rating: G
Sommario: La guerra in Cielo è finalmente finita, lasciandosi alle spalle due creature ferite e sole. Riusciranno a farsi forza a vicenda e ad andare avanti?
Personaggi: Gabriel, Michael.
Note: Dedicata a
vahly . Si ringrazia
babycin , beta fantastica e per nulla rompiscatole <3
Il suo incedere è maestoso, tutto il suo essere ammantato di una luce pura e sublime.
Non vi è più invidia negli occhi di chi lo guarda: una creatura simile è fatta per essere ammirata col cuore scevro di piccolezze e rancori.
Profondi inchini accolgono il suo passaggio. Curioso come il sommo disprezzo di cui sono oggetto e la venerazione a lui destinata abbiano reso tanto simile la nostra condizione: ad entrambi è negato il volto dei nostri fratelli. Per questo nessuno ha notato le ombre che velano il suo sguardo, la dura piega delle labbra?
Io sono ormai fuori dalla loro cerchia, mi è concesso studiarlo. Sorrido, forse spiarlo sarebbe più corretto. Michael è quello che avrei potuto essere, quello che avrei dovuto essere.
Siamo soli, ai confini del nostro mondo.
La corona che gli cinge il capo è il simbolo della preferenza accordatagli da Dio, eppure giace dimentica fra le sue dita come il più inutile dei ninnoli.
I suoi occhi errano sulla Terra, alla ricerca di qualcosa. Si era sempre disinteressato di quell’azzurro pianeta e delle sorti dei suoi abitanti, ma ora è tutto cambiato.
È lui che cerchi, vero?
Mi avvicino, silenzioso, nonostante sia totalmente assorbito nella sua visione. Non dovrei, lo so bene. Non c’è motivo per cui Michael debba ricercare una compagnia qualsiasi, la mia su tutte. Ciò che ho fatto disgusta persino i più abietti fra noi, come potrebbe l’angelo più vicino a nostro Padre pensarla diversamente? Il suo dolore è però qualcosa di così vivo e palpabile, che mi impedisce di voltargli le spalle, di ignorarlo.
Siamo entrambi perseguitati, dalle azioni commesse e da quelle mancate.
La mia mano si posa sulla spalla di lui, quasi di propria iniziativa.
“Mi dispiace” mormoro, colpevole.
Non è forse per proteggere noi, per proteggere me, che ha rinunciato a tutto quello che aveva?
Trasale, e rosse fiamme divampano intorno a lui.
Mi ritraggo immediatamente, ma non prima che le mie dita abbiano ricevuto il rovente bacio di un simile fuoco. Dannazione, almeno sono ancora tutte al loro posto.
“Gabriel!” esclama, sorpreso. “Cosa… Siediti.”
Non riesco a trattenere una lieve risata: anni di guerra hanno trasformato il suo modo di parlare in una sequela di ordini e ammonimenti.
Sembra capire il motivo di tanta ilarità e ripete la sua richiesta in un tono più dolce.
“Ecco, questo poteva passare per un invito” gli concedo, sedendomi al suo fianco.
Prende la mia mano fra le sue e la porta alle labbra. Ve le posa, nulla più. Esse sfiorano la mia pelle, fredde e delicate; un balsamo benefico per le profonde bruciature che la costellano.
Restiamo così per forse un minuto, in silenzio. Poi mi lascia andare, le mie ferite scomparse.
“Grazie” dice, dopo qualche tempo.
Un sorriso riconoscente sul volto, i lineamenti distesi. Abbandona la testa contro la mia spalla e chiude gli occhi.
Un tiepido velo di lacrime mi offusca la vista, il cuore ora più leggero. Per quanto cerchi di soffocarla, sento la speranza rinascere: Michael può perdonare il mio peccato?
Raduno tutto il mio coraggio per chiederglielo, quando la sento. La voce di Dio. È impossibile per un angelo ignorare il suo richiamo; e Michael è già in piedi, pronto ad obbedire.
Porto le mani alle orecchie, incapace di muovermi: non posso comparire d’innanzi a tutti loro.
“Fratello?”
È impaziente, ansioso.
Scuoto la testa: “Va pure, Michael.”
Torna accanto a me.
“È peccato mettere in dubbio il Suo giudizio, Gabriel.”
Sollevo lo sguardo su di lui: “Cosa vuoi dire?”
“Che se non sei caduto come gli altri, un motivo c’è.”
“Certo, e quale sarebbe?”
Eccola, la domanda che mi pongo sin dalla fine della guerra. Quella che anche tutti loro, ci scommetto, hanno soppesato almeno una volta.
“Egli conosce il tuo cuore, e anch’io. Non hai combattuto, è vero, ma non l’hai fatto né per viltà né per calcolo. Non hai potuto alzare la mano contro i tuoi fratelli: l’amore ha guidato le tue azioni, come sempre fa con le Sue.”
Si china su di me e mi bacia i capelli: “Non c’è in cielo angelo più nobile di te, Gabriel, spero che tu lo capisca. E ora, scusami, ma non sono solito tardare tanto” aggiunge, tirandomi in piedi e costringendomi a camminare.
Già, il potere l’ha proprio rovinato.
Mi trascina fino alla sala del trono, poi sulla soglia lascia la mia mano. Spalanca le porte e le oltrepassa.
Muovo qualche passo dietro di lui, il cuore in gola. Al mio ingresso, l’aula si anima di sussurri. Tutti gli occhi corrono al vigliacco, al paria. Come posso credere alle sue parole, qui?
“Va bene” mi rassicura.
Non mi sfiora neppure, ma la sua aura mi avvolge. Le sue ali uno scudo intorno al mio corpo. Lo so, le sento. E anche tutti gli altri.
Il brusio cresce sempre più, per svanire infine nel nulla: Michael ha preso posto accanto a Dio, e io sono al suo fianco.