Titolo: Gioventù ribelle
Fandom: Pubblicità (
Kinder cioccolato e
Sottilette Kraft)
Personaggi/Pairing: Sofia e la sua bambola, Chiara (nome inventato da me XD) e il suo Ciuffo
Rating: G
Genere Commedia
Avvertimenti: Flash-fic, Crossover tra due pubblicità, Nonsense
Conteggio Parole: 432 (secondo il mio programma di scrittura XD)
Riassunto: Le bambine di queste due pubblicità decidono di trovarsi per sorseggiare, insieme ai "figli", un salutare tè, per parlare, conoscersi, ecc.
Note: Storia partecipante alla
Challenge Pubblicità di
unknown_fandom. I personaggi non mi appartengono, sono di esclusiva proprietà degli aventi diritto, nessun bambino e/o pupazzo è stato maltrattato durante la scrittura di questa storia (ci tengo a sottolinearlo perché non si sa mai). Il nome di Chiara, come già detto, è di pura invenzione, visto che nella pubblicità della Kinder non viene mai chiamata per nome. Ci tengo a precisare anche che io non odio queste due bambine, mi sono semplicemente divertita a scrivere della ribellione dei due poveri pupazzi.
Gioventù ribelle
Sofia sistemò per l’ennesima volta la bambola sulla sedia accanto al tavolo dove un delizioso servizio da tè era già pronto.
«Mi raccomando, fai la brava», disse un’ultima volta, prima di andare ad aprire la porta e accogliere gli ospiti.
«Che bella casa», disse Chiara entrando in salotto guardandosi intorno.
«Oh, grazie», sorrise Sofia, mentre a gesti invitava Chiara e Ciuffo a prendere posto per il tè.
«Ciao», Ciuffo salutò la bambola di Sofia non appena le due bambine si furono immerse nella conversazione. «Come va?»
«Tutto bene», sorrise la bambola. «Anche se sentire sempre le stesse cose su papà non mi piace molto».
«A chi lo dici», sospirò il koala. «Io devo sempre sorbirmi il biberon infilato a forza in bocca. Chiara non si rende conto che ormai sono grande e posso anche bere e mangiare qualcosa di diverso da quel latte stantio».
«Madri», disse solo la bambola, prendendo la sua tazza di tè e sorseggiandone un po’.
Ciuffo non poté fare a meno di annuire serio prima di illuminarsi: «Ho un’idea», disse poi. «Che ne dici se lasciamo qui le due e noi ce ne andiamo in discoteca a divertirci?»
«Ci sto», disse contenta la bambola alzandosi dalla sedia, pronta per fuggire da quella casa.
«Che succede?» chiese Sofia vedendo i due pupazzi dirigersi verso la porta.
«Nulla, semplicemente noi due andiamo un po’ in discoteca. Sarà sempre più divertente che stare seduti qui a prendere del tè», rispose Ciuffo, precedendo la bambola.
«Ciuffo», la vocetta stridula di Chiara riprese il koala. «Tu non puoi andare in discoteca. Sei troppo piccolo».
«Oh, smettila con questa cavolata. Ho il triplo dei tuoi anni, anche se tu non te lo vuoi mettere in testa», rispose il koala infervorandosi, stanco di essere definito “piccolo” da chiunque.
Chiara lo guardò ancora qualche secondo, prima di abbassare la testa e cercare di nascondere le lacrime di vergogna che minacciavano di uscire dai suoi occhi.
«E tu?» chiese Sofia alla propria bambola. «Come mai vuoi andare in discoteca?»
«Sono stanca di stare chiusa tra queste quattro mura», rispose semplicemente, prendendo poi per la zampa Ciuffo e avvicinandosi ancora di più alla porta. «Ah, ieri ho visto papà giocare con un’altra bambina. Lui non ha voluto dirtelo, ma visto che mi sto ribellando non vedevo l’ora di fartelo sapere».
Sofia strabuzzò gli occhi mentre assimilava la notizia del tradimento del marito, incredula anche del fatto che sua figlia avesse deciso di dirglielo in modo così brutale.
Ciuffo e la bambola guardarono un’ultima volta le madri non sentendosi colpevoli a lasciarle così e se andarono finalmente a divertirsi.