(no subject)

Feb 02, 2009 16:54


PROLOGO



Davanti alla mia finestra il freddo era pungente, una forte bufera tempestava i vetri mentre il sole calava per lasciare spazio alla notte. Istra, piccola cittadina della Russia dove la neve non mancava mai! Appoggiai una sigaretta sulle labbra mentre il caffè riscaldava sul microonde, pensavo a quanto la mia vita fosse incasinata, a quanto odiavo i miei. Dalla tasca dei pantaloncini cortissimi recuperai l'accendino scintillando la fiamma davanti ai miei occhi, la fissai qualche secondo immersa in chissà che...l'avvicinai poi al mio viso fino a bruciare il bordo della sigaretta; tirai forte come per far sparire i pensieri dalla mia testa, ma il timbro del microonde ebbe la meglio. Alzandomi dalla sedia, istintivamente lasciai cadere l'accendino sulla tavola, raggiunsi la cucina perdendomi sull'odore di quel caffè dannatamente forte. Con la sigaretta tra le dita mi diedi da fare servendomi un tazzone bello pieno, quasi fosse cioccolata. Sorseggiai.



La porta di casa aveva appena scricchiolato, sapevo bene che si era aperta e richiusa, era lui, era arrivato! Avevo avuto chissà quanti uomini sul mio letto ma con lui, ormai, erano mesi che andava avanti, qualcosa stava cambiando e la cosa non mi piaceva. In un attimo era già dietro di me, le sue mani percorrevano le mie braccia, rabbrividì. Buttai giù un altro sorso di caffè per poi abbandonarlo in quel bancone freddo della cucina; afferrando il mio viso per il mento mi baciò senza darmi tempo e a me la cosa non dispiacque affatto. I nostri respiri diventarono subito più forti, le nostre bocche impazzite...lo trascinai in camera non avendo più voglia di aspettare! Mentre ci denudavamo, sulla mia pelle scoprivo una serie di lividi che lui nn accennò nemmeno a guardare, ero invisibile ai suoi occhi e la cosa mi feriva, ma perchè? Al diamine tutto, lo volevo! Tuttavia, continuai a pensarci per tutto il tempo...e se ciò che stavo facendo con lui fosse più che semplice sesso? Ormai era questa la domanda che mi posi per parecchi mesi, lui sapeva, Raphael, questo è il suo nome, sapeva ciò che provavo e malgrado tutto fingeva...mi usava, giocava coi miei sentimenti finchè non dissi Basta!!! Una notte lo cacciai via, ero fredda, pungente e assolutamente implaccabile! Quella sera non facemmo nulla, se ne andò arrabbiato "Mia cara, non sei niente senza di me!" borbottò, come se avermi fosse un suo diritto! Recuperai le sigarette dal tavolo alquanto nervosa, ne accesi una e sobbalzai appena sentendo ancora la porta: "Emma sono io" Riconobbi la voce, mia sorella Beatrisa, l'unica persona su cui io potevo contare veramente! Sentivo i suoi passi attraversare il corridoio verso la cucina, appena il suo viso mi fu più chiaro notai il labbro rotto con qualche graffio, la fissai agitata e tirando la sigaretta "Ma che cazzo...?!" d'impulso la spensi e le andai incontro "Ti ha di nuovo messo le mani addosso quel bastardo!" sbottai mentre afferravo una sedia e la invitai a sedersi. "Emma sto bene, non arrabbiarti" mi disse, e io sentivo sempre di più il mio sangue salire al cervello. Mi dirigevo al freezer, non risposi. Mio padre era l'artefice di tutto questo, ormai eravamo una sorta di sacco da boxe per lui! Afferrando uno straccio racchiusi dentro del ghiaccio e tornando da Beatrisa glielo appoggiai al labbro "Non difenderlo" riuscivo a dirle solo questo, ma lei era davvero fragile, non riusciva mai a parlare male di papà! La lasciai un attimo sola, un buon thè caldo l'avrebbe calmata; eravamo in silenzio ed ero distrutta, sia fisicamente che emotivamente.



La sveglia puntava mezzanotte in punto, era meglio non far arrabbiare ulteriormente quell'uomo che per nostra disgrazia ci aveva messo al mondo. La salutai trattenendomi in un abbraccio strettissimo, non era da me e Beatrisa se ne accorse; accompagnandola poi alla porta le feci un sorriso, il mio ultimo sorriso per lei. L'unica cosa di cui avevo bisogno era un bagno estremamente caldo, nn ci pensai due volte, riempii la vasca immergendomi poi dentro. Restai li forse un'ora, se non per più tempo, avevo perso la cognizione del tempo ma le mia pelle iniziava a ringrinzirsi. Sollevandomi mi avvolsi nell'asciugamano, uscii dalla vasca dirigendomi sul lavabo, mi osservai allo specchio. Avevo un aspetto orribile, ero stanca ma non riuscivo a versare una lacrima. Sulla mia destra giaceva una lametta, il mio istinto era smontarla in velocità, la spaccai a terra e recuperandone la lama ci giocai sul mio braccio sfiorandomi, credo di non essere mai arrivata a tanto in tutta la mia vita. Sconvolta dai miei pensieri l'affondai sulla pelle creando lunghi e profondi tagli verticali, il dolore era solo una cosa secondaria, la vena era stata recisa e zampillava senza controllo...per un attimo ne fui affascinata. Il cuore m batteva forte sul petto, la vista annebbiata, caddi a terra reggendomi e sporcando con una striscia lunghissima d sangue il lavabo; ero sola in casa, nessuno poteva aiutarmi e forse nemmeno volevo. Chiusi gl'occhi lasciando il braccio a terra, la mattonella ormai era sparita sotto il mio sangue; sollevai appena l'angolo della bocca in un piccolo sorriso pensando che il lavoro domani poteva anche non aspettarmi! Si spalancò la porta del bagno e aprii gl'occhi, non sognavo, era proprio Beatrisa che urlava il mio nome, cosa ci faceva di nuovo qui? La vedevo piangere, disperarsi, ancora una volta stava male, era spaventata e cercava di aiutarmi; le accarezzai il viso sorridendole "Ce la farai anche senza di me" sussurrai piano e richiusi gl'occhi andandomene dal quel fottuto mondo che ormai per me era diventato un incubo.



Mi risvegliai a terra, com'era possibile? Ero morta! Davanti a me due figure sconosciute con abiti lunghi, le maschere al volto, mi fissavano. Nessuna parola dalle nostre bocche, mi sollevai per guardarmi attorno; un luogo cupo, freddo, ma brividi nn avevo, non sentivo niente in verità, nemmeno il mio cuore battere in petto! Sentii sghignazzare le due figure sconosciute, sembravano divertirsi al mio essere dispersa. Poi finalmente dissero "Benvenuta all'inferno Emma Wolf, col tuo peccato di Lussuria".



Ania&Rox - TheSisters
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