Lonely Road - Capitolo 12

Jan 02, 2011 10:52





Ormai siamo quasi giunti alla fine, un po' mi dispiace, mi sono affezionata ai personaggi, ai luoghi... il fatto però è che ormai ho il finale in testa e non riesco a tirarla troppo per le lunghe... xD

Vi auguro buona lettura !! Baci :*

DEVON

Avevo bisogno di una pausa... la cioccolata ancora bollente mi regalava una piacevole sensazione di calore mentre bevevo...


Quasi non me ne ero accorto, ma quando mi girai distrattamente verso la pista del pattinaggio la vidi... Anna era lì, insieme ad Elena...
La scorsa notte ero andato molto vicino a portare a termine il mio dovere; mio padre era stato chiaro... le sue parole ancora mi risuonavano nelle orecchie...

E ci ero quasi riuscito se non fosse arrivato Dan a rovinare tutto...

Incrociai lo sguardo di Anna... il volto era contratto in un' espressione a metà tra lo stupito e l'impaurito...

Dovevo riuscire a portare a termine il mio compito... non volevo tradire la fiducia di mio padre... lui crede in me...

Con Elena sarebbe stato tutto più difficile, ma avrei trovato il modo, e questa volta non avrei accettato un fallimento.

Ieri ho dovuto dire delle cose che non pensavo davvero... ... le parole di mio padre risuonavano nella mia testa con il suo tono austero... non importava quello che volevo io... è così che deve essere, sono nato per questo e mi hanno sempre insegnato ad accettare il mio destino, indipendentemente da quale fosse...
Mio padre è tutto ciò che ho, forse l'unica persona a cui voglia bene, ma c'è un ostacolo mi impedisce di essergli totalmente devoto... nonostante siano passati ormai diversi anni, non riesco a perdonargli quello che ha fatto a mia madre... la mia povera madre mortale che aveva condannato dopo averla costretta a generare un figlio frutto della sua violenza... io.

Rimane comunque mio padre, però ed ho solo lui, quindi gli voglio bene e devo rispettare il suo volere...


Lo sguardo di Anna mi colpì come una lancia nel petto... l'immagine di lei, ieri sera in quel parcheggio era davanti ai miei occhi, più nitida che mai... aveva l'aspetto di un piccolo agnello impaurito... la cosa peggiore fu il suo sguardo quando si arrese... era diventato di colpo spento, privo di vita mentre si era rassegnata a quello che stava per accaderle.
Altre volte avevo fatto del male, ma era diverso... era come se spegnessi il mio cervello ed il mio corpo si muovesse a guisa di un automa... un soldatino di piombo in preda alla corrente... mi lasciavo trascinare senza pensare... perchè ora non riuscivo più a farlo ? Perchè con lei era così difficile ? Perchè era diverso ?

Uscii all'aperto e l'aria fredda mi tramortì... sentii tanti aghi affilati penetrarmi la pelle...
Passeggiai un po'nel parco sedendomi su una panchina vicino ad una piccola fontana; l'acqua zampillava provocando un delicato scroscio ogni qualvolta ricadeva nella vasca, un intreccio di suoni che si fondevano a tratti dando vita ad una rilassante melodia...

Anna stava mettendo in discussione tutto, ciò che ero, ciò che ho sempre fatto... mi sentivo strano... era come se avessi perso il controllo di me stesso, delle mie azioni... in 111 anni era la prima volta che mi accadeva una cosa del genere... la prima volta che mi facevo scupoli per qualcuno...

Avevo la testa piena di pensieri in un caos confusionario... non sapevo più chi ero...


La Ducati nera era posteggiata poco distante... salii e con un rombo assordante partii lasciandomi alle spalle l'asfalto in pochi secondi... mi abbandonai alla sensazione annebbiante della velocità... come sempre mi piaceva arrivare al limite... spinsi la moto all'estremo delle sue capacità... i confini dei palazzi, degli alberi, delle altre vetture erano indistinte macchie di colore che si sfumavano indistintamente l'una nell'altra; riuscivo a gestire con facilità una tale situazione solo grazie alla mia natura sovrannaturale.

Risiedevo in periferia, in un'antica villa da secoli appartenente alla mia famiglia... qui sembrava che il tempo si fosse fermato... gli alberi secolari troneggiavano imponenti nel grande giardino insieme ai fiori che ormai ricevevano ben poche cure... la fontana in marmo dava bella mostra di sè al centro del viale, con una graziosa Venere al centro dal cui vaso che reggeva con le esili dita sgorgava l'acqua ... una tipica villa Ottocentesca di una famiglia nobile.

L'auto di mio padre era parcheggiata nel vialetto...

Entrai chiudendomi il portone alle spalle... lui era lì, seduto davanti al camino a sorseggiare il suo whisky...


-Buongiorno figliolo- mi salutò con il suo tono pacato, tranquillo, ma allo stesso tempo severo...
-Buongiorno padre-

Mi versai da bere anch'io e mi sedetti accanto a lui sul divano in mogano rivestito da una tappezzeria ricamata finemente in velluto cremisi... il legno di quercia ardeva nel camino...

Il cielo quella mattina era plumbeo... una coltre di nubi lo rivestiva dandogli un'aria pesante... il grande salone era illuminato prevalentemente dalle fiamme che lambivano i robusti tronchi nel camino.

-Ti vedo strano, cos'é che ti turba ?- mi chiese con un tono superficiale, tranquillo come sempre

Non volevo confessare a mio padre la mia improvvisa insicurezza, quindi mi limitai a fornirgli un motivo credibile per placare la sua curiosità...

-Niente, è solo che ieri avevo Anna in pugno, ma poi è arrivato Dan... e ho fallito- una verità, ma niente in confronto a ciò che mi turbava realmente


Il suo sguardo grave si posò su di me... i suoi occhi verdi con delle sfumature rossicce erano impenetrabili anche per suo figlio... avevo paura di cosa nascondessero perchè qualunque cosa fosse non riuscivi a vederla...
-Devi impegnarti con maggior determinazione... mi stai deludendo-

-Si, scusatemi-

-Non voglio le tue scuse, non so che farmene... ti ho già spiegato quanto sia importante questo compito... Anna non è una persona qualunque. Nelle sue vene non scorre semplice sangue umano... sua madre era un angelo, e lei ha i suoi stessi geni... sono già tre vite che si reincarna... questa è la sua ultima possibilità... devi impedire al suo cuore di diventare puro... non può, non deve assolutamente innamorarsi... e sai cosa intendo... non stiamo parlando di una semplice infatuazione... quelle ci sono state nelle sue vite precedenti, ma non l'hanno mai portata a trasformarsi... stiamo parlando di Amore... devi impedirgil di credere in questo sentimento, devi mostrarle che non esiste, che è solo un illusione, può albergare nel cuore degli stolti, degli insulsi sognatori umani, ma non nel suo... sai cosa accadrebbe se la sua trasformazione avvenisse... diventerebbe un angelo, e sai quali conseguenze ci procurerebbe, dobbiamo impedirlo, ci sono già troppi angeli ad ostacolarci, non abbiamo bisogno di un altro-


Era un compito difficile... molto difficile... avevo seguito il consiglio di mio padre riguardo al sogno... è facile entrare nella mente degli umani... le ero apparso in sogno, le avevo procurato l'illusione di quel bacio per poi infrangerla, non esiste dolcezza, non esiste Amore sulla terra... gli umani sono una specie infima e solo alcuni di loro sono in grado di provare realmente certi sentimenti, e a quanto pare Anna è tra quelle persone...

Lo sguardo di mio padre continuava a scrutarmi con aria di disappunto...

-Tu sei un demone, Devon, un angelo caduto... la tua anima è devota al male... non puoi cambiare chi sei... noi non possiamo provare sentimenti... è questa la nostra condanna... e devi accettarlo, non crearti illusioni-
-Lo so, padre... lo so-
-Bene, io ho da fare... mi raccomando, figliolo, porta a compimento il dovere che ti ho affidato... mi fido di te, perciò stai attento a non tradire questa mia fiducia o non avrai una seconda possibilità-

Assentii con un muto cenno del capo a quelle sue parole e rimasi a meditare seduto davanti al camino mentre sentivo il rombo della potente auto sportiva divenire sempre più lontano fino a scomparire...



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