[Asoiaf] These long nights I know, these wrong nights I know ~ Jaime/Loras

Oct 10, 2011 22:08

BUON COMPLEANNO, ruka_nanjou! ♥♥♥
Amata! Ti auguro tante cose meravigliose e intanto ti porto in dono due fic (avevo l’ispirazione stitica e ho raddoppiato, yeah T_T). Spero ti piacciano. ♥♥♥

Titolo: These long nights I know, these wrong nights I know
Fandom: A song of ice and fire
Beta: vedova_nera, eowie
Personaggi: Jaime Lannister, Loras Tyrell; nominati Renly Baratheon e Cersei Lannister
Pairing: Jaime/Loras, con ovvi accenni Renly/Loras e Jaime/Cersei
Rating: Pg
Conteggio Parole: 657 (FDP)
Avvertimenti: Slash
Disclaimer: I personaggi della storia appartengono ai rispettivi proprietari e creatori, che ne detengono i diritti. Nulla di ciò è scritto a scopo di lucro.
Note:
• Primo regalo per Ruka adorata. \o/
• Ambientata durante A Feast for Crow.
• Titolo da Stay degli Elefant.


These long nights I know, these wrong nights I know

L’amore per Renly, Jaime lo vede addosso a Loras in ogni momento. Non ha dubbi che l’uomo sia stato per lui il punto di riferimento più importante, che lo abbia influenzato in numerosissimi modi, diventando il suo centro, la figura in funzione della quale muoversi. È certo che la sua morte lo abbia destabilizzato, svuotato e l’abbia inevitabilmente trasformato.

Ha provato alcune volte, nel silenzio della propria stanza, ad immaginare come sarebbe perdere Cersei, quali conseguenze avrebbe, per cercare di immedesimarsi nei pensieri del ragazzo. Non ci è riuscito, perché semplicemente, nonostante tutte le ultime scoperte su di lei, dipingersi un’esistenza senza sua sorella gli risulta ancora impossibile.

Perciò ha continuato ad osservarlo da lontano, a cercare di capire e rispettare il suo dolore, senza cedere alla tentazione di afferrarlo per le spalle, scuoterlo e dirgli: la tua vita è ancora qui, perché in fondo di lui non gli importa abbastanza.

È solo nei pomeriggi che si ritrovano a trascorrere insieme nella Torre delle Spade Bianche che realizza che non è esattamente così. Acconsente alle sue richieste di raccontargli storie dei cavalieri che li hanno preceduti, di battaglie accadute quando era ancora un bambino, di parlare con lui di argomenti svariati, adeguandosi senza troppa fatica alla sensazione di essere l’unica compagnia che il ragazzo cerca.

Le rare volte in cui l’attenzione di Loras scivola sulla sua mano d’oro, Jaime si sorprende di non trovare alcuna traccia di compassione o pietà nei suoi occhi; c’è solo dispiacere e un soffio di comprensione, come se si aspettasse di capire il suo disagio. Sente sfumare l’urgenza di dirgli che non è affatto così, che non può assolutamente capire, che nessuno può, e decide di rimanere in silenzio: continua a fornirgli quella breve consolazione che la sua presenza sembra dargli, mentre riflette che, forse, sta iniziando ad interessargli persino più del necessario.

La cosa, in qualche modo, non gli dispiace affatto.

*

Non ha idea di quello che Loras stia pensando, quando, uno sguardo determinato sul viso, bussa alla porta della sua camera. È tardi, Jaime ha appena smontato dalla propria guardia e vorrebbe solo sdraiarsi a letto e dormire, ma c’è qualcosa nell’espressione del Cavaliere di Fiori, un’emozione intensa che non riesce ad ignorare, un’eco di un sentimento che conosce fin troppo bene, che gli impedisce di mandarlo via e richiudere la porta.

Si sposta di lato, quindi, lasciandolo entrare, ed è quando si gira verso di lui seguendo i suoi pochi passi nella stanza che capisce che da Loras non arriverà nessuna parola, nessuna spiegazione per il suo trovarsi lì; che, semplicemente, a muoverlo è una necessità non del tutto razionale.

Percepisce con chiarezza quello che sta per succedere e potrebbe tenersi a distanza, compiere appena un passo indietro e impedirlo. Invece non si muove e permette all’altro di appoggiargli le mani sul viso e baciarlo. Sa che dovrebbe allontanarlo ma non lo fa, non subito; indugia nel contatto e lo asseconda perché il calore del ragazzo, nonostante l’armatura che indossa, è piacevole e invitante.

Non è certo di desiderare lui, il suo corpo, ulteriori baci - non è certo di niente da quando Cersei ha fatto a pezzi la sua fiducia -, ma sa di volersi concedere ancora un po’ di quel calore e di voler continuare a dare a Loras la consolazione di cui ha bisogno, in qualsiasi modo la richieda.

Solo quando è l’altro a scostarsi e ad indietreggiare appena, Jaime gli ricorda: «Abbiamo un giuramento da rispettare.» Nel suo sguardo compare un moto di ribellione, che svanisce subito dopo; lo vede allontanarsi definitivamente e, come il ragazzino disilluso che è, mormorare con gli occhi bassi: «Non è giusto.»

Jaime, quella sensazione di ingiustizia, la conosce fin troppo bene. Perciò lo raggiunge, gli posa una mano sulla spalla per attirarlo nuovamente contro di sé e, pensando a sua sorella e alla sua inutile mano d’oro, soffia fuori: «La vita non lo è mai.»

Non trova la voglia di mandarlo via dalla sua stanza per tutto il resto della notte.

[2011], asoiaf: loras tyrell, asoiaf: jaime lannister, » gift, asoiaf

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