Titolo: Swap Meet
Fandom: Harry Potter
Beta:
iosonosara,
zuccheroamaroPostata il: 15/10/2007
Prompt: #21: Amici @
fanfic100_itaPersonaggi: Theodore Nott, Luna Lovegood, Daphne Greengrass, Corvonero.
Pairing: Theodore/Luna
Rating: G
Conteggio Parole: 1.023 (W)
Disclaimer: I personaggi della storia appartengono ai rispettivi proprietari e creatori, che ne detengono i diritti. Nulla di ciò è scritto a scopo di lucro.
Tabella:
qui.Note: Per
iosonosara. La richiesta specifica era:
- un ricatto fatto a Luna dai Corvonero: per riavere un oggetto a lei caro, deve baciare un Serpeverde;
- la frase: “Adesso io dovrei baciarti”;
- la frase: “Dì loro che ora hai un amico Serpeverde del quinto anno”.
Ambientata quando Theodore frequenta il quinto anno.
Una curiosità: ci ho messo più tempo a trovare il titolo che a scrivere la fic, quindi, anche se non c’entra un beneamato piffero, chiudete un occhio. xD
Swap Meet
Seduto su una panchina del cortile, Theodore si gode gli ultimi raggi caldi del sole di fine settembre, prima che la calma che gli piace tanto venga brutalmente demolita dall’arrivo di Daphne. Hanno in programma una ripetizione di Trasfigurazione, necessaria ad impedire che la McGranitt tolga punti alla loro Casa per i continui errori della ragazza. Chiude un attimo gli occhi e sospira; gli sembra quasi di sentire la risata isterica e nervosa della sua compagna.
Si rimette subito sull’attenti, guardandosi intorno vigile: effettivamente, qualcuno che ride c’è davvero.
«Forza Lunatica, è il tuo momento!» esclama una voce gracchiante nascosta dietro qualche albero poco distante.
Una figura alta e slanciata, maschile, esce poi allo scoperto, spingendo in avanti un’altra persona, decisamente più minuta e sicuramente di sesso opposto. Theodore aggrotta le sopracciglia, tentando di riconoscere chi si trova di fronte. Scocciatori, fantastico!, pensa sbuffando, mentre la figura minuta avanza verso di lui, accompagnata da un sottofondo di risate e sciocche canzonette. Ostenta indifferenza, voltando il capo dall’altra parte e sperando, con tutto se stesso, di non dover ricorrere alla bacchetta pur di liberarsi di certa gente.
«Scusami…» lo richiama la ragazza. Il tono totalmente privo di imbarazzo, nonostante tutto quello che sta accadendo, lo incuriosisce e lo spinge a voltarsi. Lei ha lunghi capelli biondi che ricadono sciolti e fluenti sulla schiena e due occhi grigi e sporgenti che, in qualche modo, lo catturano appena i loro sguardi si incrociano.
«Sei Theodore Nott?» chiede.
Theo osserva attentamente il suo viso e lo stemma di Corvonero, domandandosi come faccia quella ragazzina che non è neppure del suo anno a conoscerlo. Annuisce, senza parlare.
«Oh, bene. Io sono Luna Lovegood, piacere,» riprende lei, tendendo in avanti una mano il cui polso è ornato da un bracciale di conchiglie variopinte.
La guarda scettico, soffermandosi un attimo sui suoi orecchini a forma di gatto. «Cosa vuoi?» chiede gelido.
«Dovrei baciarti,» risponde lei, con estrema naturalezza, lasciando ricadere la mano ignorata lungo il fianco e fissandolo negli occhi.
Theodore si strozza con la saliva e tossisce. «C-Cosa dovresti fare?!»
Luna espira. «Io, adesso, dovrei baciarti,» ripete con estrema lentezza, come se stesse spiegando qualcosa ad un bambino.
«E perché?» replica lui, ancora, e ogni tentativo di riacquistare il proprio savoir-faire si vanifica.
«Hanno preso la mia collana anti-Nargilli e vogliono che io baci un Serpeverde, per riaverla,» spiega la Corvonero, dopo aver lanciato una rapida occhiata ai compagni di Casa sghignazzanti da sopra una spalla, ondeggiando i capelli.
«Ma questo è un ricatto!» salta su Theodore.
«Dici?» risponde lei, inclinando la testa da un lato e adottando ancora quel tono trasognato e assolutamente calmo. Scrolla le spalle. «Non ha molta importanza, l’hanno già fatto altre volte. Però vorrei davvero riavere la collana, è un regalo di papà.»
La ragazza lo confonde. Theo sente rapidamente sgretolarsi attorno a sé la nomea del Ragazzo Che Sa Sempre Cosa Fare che si è guadagnato a scuola in quei cinque anni. Sbatte le palpebre in attesa di un’illuminazione, della rivelazione che gli permetta di leggere la soluzione in quegli occhi grigi e magnetici. Ma sa già che non ce ne sarà una, perché la Lovegood sembra essere fuori da ogni schema che conosce, lontana dai modelli che è abituato a trattare solitamente. Sembra così unica e tutto questo gli appare inconcepibile.
«Bene,» comincia. Anche se agire d’impulso non gli è mai piaciuto, al momento, gli sembra l’unica via possibile. «Allora baciami.»
Luna si lascia andare ad un ampio sorriso che, incredibilmente, rischia di farlo arrossire. Guarda cosa mi deve capitare, pensa, mentre lei gli si siede accanto sulla panchina ringraziandolo.
Improvvisamente, le risate e le frasi stupide dei Corvonero più grandi si spengono e Theodore vorrebbe ghignare vittorioso e fare loro qualcosa di molto cattivo, ma la vicinanza di Luna lo destabilizza sempre di più, così decide che ci penserà in seguito.
Ha appena finito di mettere da parte quel proposito, che la ragazza si sporge in avanti con gli occhi chiusi e appoggia le proprie labbra sulle sue. Il contatto gli giunge inaspettato, ma le labbra fresche e morbide di Luna ci mettono davvero poco a coinvolgerlo. Posa delicatamente una mano sulla sua guancia, liscia e morbida come aveva immaginato, e inclina leggermente il volto per approfondire il bacio.
Quando lei interrompe il contatto e si allontana, Theodore si sente ancor più confuso e indeciso sul da farsi. Le guance di Luna sono lievemente arrossate e questo la rende incredibilmente carina. Si dà immediatamente dell’idiota per aver concepito qualcosa del genere.
«Ti ringrazio, Theo!» esclama la ragazza, come se lui le avesse appena fatto il più futile dei favori, alzandosi nuovamente in piedi per tornare dai propri compagni e a riavere la collana.
Lui deglutisce. «Oh, ehm, figurati,» biascica, mentre la guarda sollevare una mano per salutarlo e voltargli le spalle.
«Luna!» si affretta a richiamarla, prima che si allontani troppo.
La ragazza si ferma e si volta di nuovo. «Sì?»
«Penso che, beh, potremmo incontrarci per parlare, ogni tanto.»
«Perché?» chiede aggrottando le sopracciglia.
«Perché così potrai dire ai tuoi compagni che hai un amico Serpeverde, ora.»
Le labbra di Luna si curvano in una piccola ‘o’ di sorpresa, per poi allargarsi in un altro sorriso. «Sono contenta che tu sia mio amico, Theo!» esclama, infine, per poi voltarsi e andare via definitivamente.
Theodore segue con lo sguardo il gruppo di Corvonero allontanarsi; purtroppo, la distanza non gli permette di capire come la situazione si stia evolvendo per la ragazza. Ma, possono starne certi, lui non se ne starà con le mani in mano.
«Ci sono un paio di Corvonero a cui dobbiamo farla pagare,» dice infatti a Daphne, non appena la ragazza si siede sulla panchina accanto a lui, sbatacchiando annoiata il libro di Trasfigurazione.
«Uh, interessante. Cosa hanno fatto?» si informa lei, con una luce maliziosa negli occhi.
«Niente di importante. Sarà importante quello che noi faremo loro.»
«Cos’hai in mente, malvagio di un Nott?»
Theodore ghigna. «Te lo spiego subito,» dice, mentre pensa che nessuno dovrebbe avere il coraggio di fare del male ai suoi amici. E Luna, da questo momento in poi, può essere considerata tale.