Titolo: Tre Minuti
Fandom: Harry Potter
Postata il: 04/05/2007
Prompt: #28: Figli @
fanfic100_itaPersonaggi: Theodore Nott, Pansy Parkinson, Draco Malfoy
Pairing: Theo/Pansy
Rating: Pg13
Conteggio Parole: 1.074 (W)
Disclaimer: I personaggi della storia appartengono ai rispettivi proprietari e creatori, che ne detengono i diritti. Nulla di ciò è scritto a scopo di lucro.
Tabella:
qui. Tre Minuti
Theodore affidò la scatolina di cartone a Pansy, aprì il foglietto con le istruzioni e cominciò a leggere a voce alta.
1 - Rimuovere il contenitore dall’involucro, insieme alle due fiale di preparato e all’ago.
Pansy sollevò le sopracciglia. “Fino qua potevo arrivarci anche da sola,” borbottò sarcastica, aprendo la scatolina e tirando fuori quello che sembrava un paiolo di vetro trasparente delle dimensioni di un pentolino, un piccolo ago e due fiale; una di essere conteneva un liquido argento vivo e l’altra uno verde rancido. “Non mi sembrano incoraggianti,” aggiunse osservandole.
Theo decise di ignorarla e riprese la lettura.
2 - Porre il contenitore sul fuoco, tenendo bassa la fiamma.
“Fatto?” chiese, occhieggiando verso la propria moglie.
“Sì, vai avanti.”
3 - Versare nel contenitore prima la fiala ‘A’…
“È quella argento.”
“So leggere, caro.”
…la fiala ‘A’, mescolando per qualche secondo, e poi la fiala ‘B’.
“Scommetto che è quella verde vomito.”
“La tensione ti rende acida, Pansy.”
“E a te rende rompiscatole, Theo.”
4 - Mescolare in senso orario fino a che il liquido non ottiene una colorazione verde scuro uniforme.
“Ok, ci siamo.”
5 - Aggiungere una goccia di sangue del paziente (si consiglia l’utilizzo dell’ago sterile in dotazione) e accertarsi che il colore ottenuto sia rosso vivo.
“Ahia!”
“Tutto bene, Pan?”
“Sì, sì. È rosso vivo questo?”
“Direi di sì.”
“Ora?”
6 - Lasciar riposare la pozione sulla fiamma per tre minuti esatti. Al termine di questi, spegnere il fuoco e osservare la colorazione assunta: se resta rossa, il test risulta negativo. Se vira al blu, il test è positivo. Si consiglia, quindi, di consultare un Medimago al più presto, per controllare lo stato della gravidanza.
“Quindi dobbiamo solo aspettare.”
“Già.”
“Non è stato difficile.”
“Già.”
“Theo, sta’ calmo.”
“Sono calmo!”
Theodore si lasciò cadere su una sedia, imitato dalla propria moglie. Lanciò una rapida occhiata all’orologio: tre minuti a partire da quel momento. Non doveva aspettare poi molto, in fondo. Tra soli tre minuti avrebbe saputo se era diventato padre o meno.
E non c’era nulla per cui essere agitati, no? Se il test fosse stato negativo, avrebbero sempre potuto riprovare - era pur sempre la prima volta, quella! - e se invece fosse stato positivo… tanto meglio.
Non poteva non deliziarsi all’idea di avere un piccolo Nott con i capelli neri che gattonava per casa.
Istintivamente, allungò una mano sul tavolo e strinse quella di Pansy. Si guardarono per un momento, poi l’orologio attirò l’attenzione di sua moglie.
“Due minuti,” annunciò.
Theo respirò a fondo e tentò di distrarsi guardando fuori dalla finestra. Già lo vedeva, il loro piccolo bambino, scorazzare per quello stesso giardino, arrampicarsi sugli alberi o correre dietro al cane. A proposito, loro non avevano un cane. Avrebbero dovuto comprarne uno al più presto: è risaputo che i bambini crescono meglio, in compagnia di animali domestici…
“Allora? Sono diventato padrino?”
La voce di Draco li fece sobbalzare entrambi, neanche si fossero trovati di fronte ad un fantasma. Guardarono verso il camino e videro la testa bionda del loro amico spuntare con un’espressione curiosa.
“Che diavolo ci fai qua?” sibilò Theo.
“Sono qui per sapere, ovvio. Allora?”
“Mancano ancora due minuti…” intervenne Pansy.
“Uno e mezzo,” precisò suo marito. “E comunque, non sarai certo tu il suo padrino.”
“Come sarebbe?! Avanti, lo sai che ricambierò, quando sarà il momento.”
“Certo. Peccato che quando ti deciderai a mettere la testa a posto e a costruire una famiglia, io sarò già vecchio e rimbambito. Voglio che il padrino di mio figlio sia una persona rispettabile.”
Draco sogghignò. “E allora chi sceglierai? Blaise?!”
Theo strizzò gli occhi per l’esasperazione, mentre le foto apparse due settimane prima sulla rivista scandalistica ‘Le storie di Morgana’ gli tornavano alla mente: Blaise Zabini ritratto ad un party con le brache calate, gente di dubbia origine e in possesso di strane sostanze illegali babbane.
Espirò a fondo, domandandosi perché proprio a lui fossero capitati due amici simili.
Draco rise ancora più apertamente, contento di aver ottenuto l’effetto sperato. Lanciò un’occhiata verso Pansy, “Pensaci tu a farlo ragionare.”
“Oh no, io mi limito a sperare che sia femmina,” ribatté lei, divertita.
“Come volete. Tornerò dopo,” concluse Draco, sbuffando per sottolineare la delusione e sparendo nel camino.
Theodore riuscì nemmeno a sedersi per esprimere il proprio disappunto, che Pansy scattò in piedi, rischiando quasi di rovesciare la sedia.
“Cinque secondi!” gridò, indicando l’orologio alla parete.
Si voltarono entrambi verso il piccolo paiolo: la fiamma sotto di esso si spense all’esatto scadere del tempo. Il liquido gorgogliò, ribollì e poi diede vita a tanti piccoli scoppi all’interno del recipiente di vetro che non lasciavano vedere la colorazione. Il tutto durò qualche secondo; poi si calmò, la superficie divenne liscia e finalmente assunse un aspetto uniforme.
Theo strinse istintivamente il braccio di Pansy, col cuore in gola. Non c’era niente da temere, continuava a ripetersi, proprio niente. Lanciò un’ultima occhiata al giardino fuori dalla finestra, dove il piccolo Theo Jr. gli fece ciaociao con la manina.
Lentamente, senza che la tachicardia lo lasciasse in pace, si voltò verso il paiolo.
Rosso.
Test negativo.
“Oh, beh…” cominciò, senza sapere come continuare, la voce già leggermente incrinata.
“Non provarci nemmeno, stupido Nott!” esclamò Pansy, con un minaccioso dito puntato contro di lui. “Abbiamo una vita per riprovarci, quindi non voglio sentire piagnistei.”
Theodore sorrise colpevole e pensò, distintamente, di essere davvero fortunato, perché sua moglie, sì, sua moglie, com’era bello dirlo, era una donna a dir poco fantastica.
Lei, per tutta risposta, lo spinse su una sedia e gli si accomodò in grembo.
“E suppongo proprio sia il caso di cominciare, no?”
Sorrise ancora, questa volta con una luce maliziosa negli occhi, e poi la baciò.
***
Draco si affacciò al camino dopo un tempo da lui stesso giudicato ragionevole. Aveva dato loro la possibilità di festeggiare in pace - cinque minuti non erano più che sufficienti? -, ma ora doveva proprio sapere.
Emerse dalle fiamme verdi, quindi, con un sorriso sul volto, che sparì non appena ebbe lanciato un’occhiata al tavolo: non c’era nessuno, la cucina sembrava deserta, e la cosa lo irritava. Si ripromise di arrabbiarsi molto, nel caso in cui Theodore avesse annunciato la notizia prima a qualcun altro.
Poi, quello che gli parve un gemito lo raggiunse e l’attenzione di Draco fu attirata nell’angolo della stanza. Sorrise e sparì nel camino.
Forse non era diventato padrino quel giorno, ma, a giudicare di come ci stavano dando dentro Theo e Pansy, lo sarebbe diventato molto presto.