Titolo: Haven in a heartless world
Generi: Fluff, slice of life
Personaggi:Leena, Claudia Donovan
Wordcount: 928
Rating:Verde
Introduzione:Leena non rischia la vita sul campo come gli Agenti della squadra, ma questo non significa che non sia un elemento fondamentale per il team. Leena è la madre che accompagna ognuno di loro per mano, è la famiglia che gli accoglie quando sono spaventati dalla violenza del mondo.
Note:
Non sono molto convinta dell’aver dovuto usare “porca vacca” come imprecazione di Claudia, perché trovo che non le si addica, ma è così che le sue imprecazioni sono state tradotte nell’adattamento dall’originale e mi sarebbe sembrato di fare un torto alla traduzione cambiandolo.
Il titolo è ispirato alla citazione attribuita a Christopher Larsch “Family is haven in a heartless world”
Le briciole che Pete non era riuscito a ingurgitare prima che Leena portasse via il vassoio ballavano vivacemente sul portavivande che la Guardiana stringeva fra le mani. Leena sorrise, aprendo la porta della cucina con un movimento aggraziato del gomito e facendo una piroetta su se stessa per appoggiare il vassoio sul tavolo. Si scostò una ciocca ribelle di capelli dal viso, mentre alzava la testa. E rimase pietrificata. Le gambe e la parte inferiore del busto di Claudia sporgevano dall’armadietto più alto della credenza, il resto del suo corpo misteriosamente scomparso all’interno del mobile. I suoi anfibi slittavano sulla sedia incerata, rendendo la sua posizione ancora più precaria.
Il labbro superiore di Leena si incurvò verso l’alto in un sorriso divertito, mentre la ragazza si mordeva la lingua per non scoppiare a ridere.
Claudia vacillò pericolosamente sulla sedia, aggrappandosi ai bordi della credenza per non cadere. ‹‹Oh, porca vacca›› bofonchiò, fermando con il gomito un vasetto di pepe che stava rotolando minacciosamente verso di lei. ‹‹Porca vacca.››
Era giunto il momento di intervenire. Leena girò attorno al bancone e raggiunse con passo leggero la sedia, distendendo il collo e gettando indietro la testa per guardare Claudia
‹‹Posso aiutarti?›› domandò gentilmente, allungando una mano per sfiorare il gomito di Claudia. La rossa sobbalzò, sbandando pericolosamente. Il suo piede destro slittò, costringendola ad aggrapparsi con tutta la sua forza all’anta.
‹‹Porca miseria›› ansimò Claudia, il fiato corto per lo spavento. ‹‹Stai cercando di farmi fuori?››
Leena rise silenziosamente fra sé e sé, allungando una mano verso Claudia per aiutarla a scendere dalla sedia. La ragazza emerse lentamente dall’armadietto, gettando un’occhiata al braccio teso di Leena. Poi scrollò le spalle con un grugnito, afferrando la mano della Guardiana e saltando giù dalla sedia. ‹‹Io mi arrendo›› borbottò, mentre i suoi piedi toccavano finalmente terra.
Leena le rivolse un sorriso per metà cortese e per metà divertito.
‹‹Se posso rendermi utile in qualche modo, ti aiuterò volentieri›› si offrì gentilmente.
Claudia si strinse nelle spalle, mordendosi un labbro. Era combattuta: il suo orgoglio stava urlando e scalciando nella sua mente per opporsi all’idea di farsi aiutare, ma la sua parte razionale le pizzicava il cervello e le sussurrava che senza Leena poteva scordarsi di trovare quello che stava cercando.
‹‹Il mio computer mi ha aggredita›› disse semplicemente. Leena aggrottò la fronte, guardando la ragazza senza essere sicura di aver capito bene.
‹‹Prego?››
‹‹Volevo fargli un regalino espandendo la sua memoria RAM, ma quell’ingrato non ha apprezzato il pensiero e ha deciso di surriscaldarsi e ustionarmi la mano›› spiegò, aprendo il palmo della mano sinistra per mostrarla a Leena. La Guardiana si accigliò, vedendo i contorni scuri delle bolle che cominciavano a delinearsi sulla pelle chiara di Claudia.
‹‹Stavi usando un Artefatto per farlo?›› domandò, girandosi alla sua sinistra e aprendo un cassetto. Claudia dondolò a disagio sui piedi.
‹‹No. Beh, forse. Però non è questo il punto. Il punto è che Jinksy-la-mammina-ansiosa si è fatto prendere dal panico ed è diventato tutto Jinksy-apprensivo, e mi ha detto che se non avessi bendato la scottatura avrebbe detto a Artie che avevo preso un Art… una cosa›› spiegò, sospirando.
Leena mosse le dita all’interno del cassetto con sicurezza, chiudendole quasi all’istante attorno a quello che stava cercando. Poi si voltò verso Claudia con un sorriso ampio, stringendo fra le mani una lunga garza bianca.
Claudia la fissò a bocca aperta.
‹‹Ma come hai…?››
‹‹Anch’io ho le mie risorse›› rispose Leena. Claudia diede una pacca alla sua mascella por obbligare la sua bocca a chiudersi, schiarendosi la voce per ricomporsi.
‹‹Se questa cucina fosse stata un archivio segreto virtuale del Governo avrei saputo fare la stessa cosa in metà del tempo›› disse con spavalderia, facendo una smorfia.
Leena rise.
‹‹Non lo metto in discussione›› disse, tendendo la mano libera verso Claudia. ‹‹Metti la mano qui, così la fasciamo.››
‹‹Non ne ho bisogno, sono capace di avvolgere una benda da so… ahi!›› esclamò, sobbalzando quando Leena posò gentilmente un dito morbido sul suo palmo. ‹‹Okay, okay, ho capito›› si arrese, allungando la mano verso la proprietaria del Bed&Breakfast.
Leena appoggiò la benda sotto la sua mano, facendo fare alla stoffa un giro.
‹‹Ahia!›› esclamò di nuovo Claudia, imbronciandosi.
‹‹Fai la brava. Se stai ferma, finiremo in un attimo›› la ammonì Leena, parlando pazientemente come se si stesse rivolgendo a una bambina. Claudia spinse il labbro inferiore in fuori per manifestare il suo disappunto, ma rimase immobile.
‹‹Ecco qua›› disse alla fine Leena, infilando l’estremità della garza all’interno del giro più stretto. ‹‹E usa solo l’altra mano usando il computer.››
Il viso di Claudia si illuminò. ‹‹Vuol dire che posso usare il computer? Evviva! Brontolo-sauro non me l’avrebbe fatto fare!›› esclamò, abbracciando Leena. Poi si voltò e corse verso il salotto, saltellando.
Leena sospirò, voltandosi verso il cassetto per chiuderlo. Quando si girò di nuovo verso la porta, Claudia era lì, appoggiata con la spalla allo stipite.
‹‹Non eri corsa verso il tuo computer?›› chiese Leena.
Claudia esitò per un istante, abbassando lo sguardo verso i suoi piedi. Si sentiva una totale inetta quando si trattava di interagire con il mondo, accidenti. Perché parlare con le persone doveva essere così difficile? Se solo fosse stato semplice come crackare la password di un Wi-Fi…
‹‹Grazie.››
L’espressione di Leena si addolcì, sciogliendosi in un sorriso.
‹‹Non c’è di che, tesoro›› rispose.
Claudia annuì. ‹‹Io adesso…vado, sì?›› farfugliò, indicando un punto imprecisato alle sue spalle.
Leena la guardò dolcemente, annuendo.
Mentre riprendeva il vassoio vuoto per pulirlo, Leena sorrise fra sé, scuotendo la testa. Si sentiva come una madre con cinque figli accudire. Ed era così orgogliosa di loro, di tutti loro.