[Xena] I'll come into your world, see through your eyes.

Dec 18, 2013 20:10

Titolo: I'll come into your world, see through your eyes.
Generi:Introspettivo, angst
Avvertimenti: Flashfic
Personaggi: Gabrielle
Wordcount: 583
Rating: Verde
Note: Scritta per la maritombola della community Mari di challenge, per il prompt n°10: "Uno".
Il titolo è tratto dalla canzone "See who I am" dei Within Temptation.
Post "Friend in need".


Vogava con foga, colpendo l’acqua con gli il remo come se fosse stata un nemico da cui difendersi. Le gocce di sudore che le imperlavano la fronte scivolava fino alle palpebre, posandosi sulle ciglia come lacrime, e i capelli le cadevano sugli occhi e le solleticavano la pelle.
Soffiò via una ciocca, ma il ciuffo ricadde esattamente nel punto da cui era partito. I capelli stavano ricominciando a ricordare la loro lunghezza originaria, con la frangetta che le nascondeva la fronte e le punte bionde che le ondeggiavano sulla schiena. Tempo addietro sarebbe stata felice nel rendersene conto, ma ora non le importava più di tanto. E i capelli corti erano più comodi per combattere, soprattutto ora che doveva farlo da sola. Ora che non aveva nessuno che la sostenesse, che le guardasse le spalle, che ponesse rimedio ai suoi errori in battaglia e la salvasse all’ultimo istante. Ora che era soltanto lei nei suoi viaggi lungo sentieri sconosciuti e attraverso campagne estranee ai suoi occhi, ora che non c’era nessuno accanto a lei nella sua missione, nessuno che condividesse con lei il desiderio di continuare a viaggiare senza mai fermarsi, di soccorrere gli oppressi, di aiutare coloro che osavano ribellarsi alle ingiustizie.
Obbligando se stessa a distogliere l’attenzione da pensieri pericolosi che minacciavano di costringerla a inerpicarsi su un sentiero di ricordi che non aveva alcun desiderio di percorrere in quel momento, fece scorrere gli occhi sull’acqua limpida, affondandolo lo sguardo fra le onde lievi che increspavano appena la superficie del lago. Erano così pacifiche, così rassicuranti. Era così facile perdersi nella curva leggera di un’onda o nel bagliore di un raggio di sole che si infrangeva sulle goccioline che danzavano quando l’acqua colpiva lo scafo della barca. Era così facile remare, sentire la forza dell’acqua opporsi alle sue braccia e combattere per sconfiggerla, sentire i muscoli contrarsi come durante un combattimento ma avere la consapevolezza che questa volta non avrebbe ferito nessuno. A parte forse le sue braccia, esauste per il vogare costante, ma non le importava. Non aveva intenzione di fermarsi a riposare prima di sera, e se fosse riuscita  giungere a riva prima del buio ne sarebbe stata lieta. Vedeva il fumo del focolaio di una locanda alzarsi verso le nuvole proprio davanti a sé, a pochi metri dal lago, e il suo obiettivo era fermarsi lì per la notte. Non perché dormire a terra le dispiacesse, tutt’altro. Era abituata ad accamparsi accanto al fuoco e passare la notte fra gli alberi, dopo anni di viaggi pressoché ininterrotti. Dormire sul suolo umido non era un problema. Ma una locanda significava compagnia, significava poter tenere la mente impegnata raccontando storie ai figli dei proprietari e dei clienti, e nella migliore delle ipotesi significava anche non svegliarsi nel cuore della notte tastando il terreno accanto a sé chiedendosi come mai lei non fosse al suo fianco.
Gabrielle si morse con forza un labbro, affondando le unghie nel legno del remo.
Altri pensieri pericolosi, altri ricordi dolorosi che non poteva permettersi. Questa era la sua vita, ora. Sola, con una missione cominciata quella che sembrava una vita fa da continuare fino alla fine dei suoi giorni.
Con un colpo secco, affondò il remo più forte nell’acqua, sentendolo tremare fra le dita. Doveva fare in fretta, se voleva raggiungere la locanda. Poi, la mattina seguente, avrebbe ripreso il suo cammino. Sarebbe andata verso la Colchide, credeva. Aveva sentito che da quelle parti c’era bisogno di una guerriera abile; e lei, di certo, aveva imparato dalla migliore.

fanfic: xena

Previous post Next post
Up