Titolo: Il lascito
Personaggi: Regulus & Sirius Black
Pairing: nessuno XD
Prompt: "pornografia" da
qui, voluto da
weeping_ice.
Rating: R
Avvisi: non consensuale, violenza.
Parole: 1.606 (Word)
Riassunto: Due giorni prima della fuga di Sirius da Grimmauld Place numero 12.
Note: come ben capirete leggendo questa storia qui non è descritto l'amore tabù fra due fratelli; qui non c'è amore. Qui c'è rabbia e umiliazione. Se cercate un Sirius o un Regulus innamorato del proprio fratello non è qui che lo troverete. Io vi ho avvertiti ^_^
Regulus di solito non s’intrufola mai nella stanza di suo fratello; un paio di eventi spiacevoli nel corso degli ultimi anni gli hanno insegnato a girare alla larga da quella camera quando Sirius non c’è o quando non vuole essere disturbato.
Quel giorno, tuttavia, Regulus non può farne a meno, perché il libro che gli serve è nella libreria del fratello e senza di quello non può svolgere il tema di Storia della Magia.
Bussa alla porta e quando non riceve risposta chiama il nome del fratello; ma nessuno gli risponde, e allora, fattosi coraggio - ormai non è più un bambino spaurito - , entra nella stanza.
La camera di Sirius lo ha sempre affascinato: è disordinata, addirittura caotica, ma Regulus sa che se suo fratello cerca qualcosa riesce a trovarla a colpo sicuro. La trova affascinante perché è come lui, rispecchia alla lettera la sua personalità ribelle e stravagante ed ha lo stesso potere che ha Sirius di far arrabbiare la loro madre.
Ma non è lì per contemplare quelle quattro pareti, quindi si avvicina alla libreria ed inizia a rovistare fra libri, riviste, pergamene, calzini e carte di caramelle. Non trovando quello di cui ha bisogno negli scaffali più bassi, guarda in alto e... Ecco lì, il libro di Storia della Magia che cercava.
Troppo in alto per arrivarci mettendosi in punta di piedi, Regulus afferra uno sgabello sepolto sotto asciugamani da doccia usati e pacchi ancora interi ci cioccolatini e vi sale sopra. Lo sente scricchiolare sinistramente, ma ci metterà poco; deve solo allungare la mano, prendere il libro e…
È questione di un attimo e, prima ancora che Regulus lo capisca, sta cadendo. Crolla rovinosamente su un mucchio di cianfrusaglie, fortunatamente la maggior parte delle quali cuscini, ritrovandosi il libro che cercava davanti insieme ad una rivista.
Non una come le altre, però, che parlano di quelle cose babbane - forse si chiamano ‘moto’, ma è una parola davvero buffa per chiamare una scopa con due ruote -; ci sono un sacco di corpi nudi, solo che, con grande sorpresa del ‘piccolo’ di casa Black, non si tratta di donne, come quelle che sono nel poster sulla parete.
Regulus sfoglia il giornale e scopre che ci sono solo uomini nudi che ammiccano seducenti verso di lui.
Non è un bambino e sa bene a che cosa servano quel genere di riviste, ma quasi non riesce a capire per quale motivo una cosa simile sia nella stanza di suo fratello.
“Quante volte ti ho detto di non entrare in camera mia, moscerino?”
Regulus salta in piedi e si volta verso Sirius, imbarazzato per essere stato colto con le mani nel sacco e per di più con un bottino come quello che stringe spasmodicamente. Si fissano per un tempo lunghissimo ed il fratello minore si sente sul serio un moscerino quando il maggiore sposta lo sguardo sulla rivista; avvampa d’imbarazzo, o forse di rabbia e fa un passo avanti.
Regulus è pronto a sentirlo gridargli contro, quindi non blocca le parole che gli escono dalla bocca, già pronto al suo destino. “Sei una checca.” Mormora, continuando a guardarlo incredulo e vagamente spaventato, soprattutto ora che l’espressione del fratello si fa feroce e rabbiosa.
Guarda la porta, allora, e fa un passo in avanti, ma Sirius gli blocca la strada; è questione di attimi, l’aria si fa tesa e nervosa grazie all’immobilità di entrambi. Poi è tutto concitato: Regulus molla la rivista e si butta verso l’uscita, mentre suo fratello lo afferra per la vita, gettandoli entrambi indietro, mentre con un calcio chiude la porta. A terra, Regulus non ha nemmeno il tempo di sentire male alla schiena che ha sbattuto violentemente contro il pavimento, ma piuttosto si divincola, cercando di scappare dalla presa di suo fratello. Sirius però è sempre stato più bravo di lui nella lotta e lo immobilizza nel giro di due minuti, piegandogli un braccio dietro la schiena e tenendogli la testa schiacciata contro il tappeto.
“Ripetilo adesso, avanti! Ripetilo!” Gli grida e Regulus lo guarda con rabbia, perché gli sta facendo male e sa che andrà sempre peggio, ma non vuole dargliela vinta.
“Lo sei! Lo sei! Guarda che razza di porcheria porti in casa! Lo sei!”
Sirius serra la mascella e quasi ringhia mentre preme la sua testa ancora più forte contro il pavimento. Poi, all’improvviso, sembra ripensarci; lo sguardo si affila e piano piano i suoi lineamenti si distendono in un’espressione ironica, non meno pericolosa dalla maschera di rabbia che ha appena smesso.
“Eppure eri tu a tenerla in mano… La stavi sfogliando tu, non io.” Gli dice mellifluo e spaventoso. La pressione sulla testa e intorno al braccio si fa meno pesante, ma Sirius non allenta la presa nemmeno un po’; lo alza, trascinandolo verso la rivista, tenendogli ancora un braccio dietro la schiena.
“Raccogli, avanti.” Gli ordina e Regulus pensa che anche se gli dicesse di no peggiorerebbe solo la sua già incerta situazione. Con la mano libera, allora, prende il giornale; immediatamente viene buttato sul letto e suo fratello gli è dietro in un lampo. “Bene, ora fammi vedere quanto ti piace.”
Il minore strabuzza gli occhi, senza rendersi conto d’essere rosso in viso e che le mani di Sirius gli stringono i fianchi in maniera dolorosa.
“Tu sei pazzo…” Bisbiglia, indignato ed imbarazzato.
“Fammi vedere.” È la risposta gelida e la voce è venata di minaccia. Afferra la rivista e gliela apre davanti, posandola sulle ginocchia. Regulus chiude gli occhi stretti e si tira leggermente indietro: non sa esattamente per quale motivo lo faccia, forse per far innervosire suo fratello, forse perché spera che sia soddisfatto dell’imbarazzo che gli sta causando, ma lo conosce e sa che quando è arrabbiato non ci sono limiti alla sua cattiveria.
“Guarda, stupido idiota!” Gli dice e lui stringe gli occhi ancora più forte; allora sente un dolore acuto e improvviso sul collo e salta in avanti, gridando. Sirius l’ha morso e lui si volta a guardarlo con rabbia, ma tutto quello che vede è l’espressione ironica e malignamente divertita dell’altro. “Gridi come una ragazzina ed io sarei la checca?”
“Stronzo!” Esclama, ma riceve uno schiaffo dietro la nuca.
“Avanti, non ho tutto il giorno per farti da baby-sitter, piattola.”
La rivista è di nuovo di fronte ai suoi occhi e stavolta Regulus si chiede che senso abbiamo fargli vedere quelle immagini; osserva i corpi nudi, le espressioni lascive e non può fare a meno di pensare che tutto quello sia solo pornografia, nient’altro che questo. Eppure non può fare a meno di guardare, chiedendosi che consistenza abbiano i pettorali di un modello, che sapore abbia la pelle di quell’altro…
Le pagine scorrono davanti ai suoi occhi e lui cattura le immagini con imbarazzo, dapprima, poi con curiosità e alla fine con interesse crescente. Guarda le mani che toccano, le smorfie di piacere e sente il cuore sobbalzare ogni volta che la pagina viene voltata su una nuova scena. È affascinato, non può negarlo, e quasi non si accorge della mano di suo fratello che gli scivola tra le gambe, fino a quando non si sente gemere di sorpresa.
“Chi è la checca adesso?” Gli domanda Sirius, a bassa voce. Può sentire il sorriso cattivo sulla sua bocca, e si morde le labbra quando si accorge che è eccitato e che l’unico motivo per cui Sirius non l’ha picchiato è perché voleva umiliarlo in quel modo.
Si muove a disagio, intrappolato com’è fra le braccia del fratello, seduto tra le sue gambe, non può fare altro stringere gli occhi e accartocciarsi su sé stesso per nascondere il vergognoso rigonfiamento dei pantaloni.
“Cos’è? Ti vergogni?” Gli chiede impietoso il maggiore, continuando a strofinare la mano sulla stoffa.
“Piantala!” Sibila Regulus, rosso in viso e con gli occhi pieni di vergogna.
“O forse non sai come funziona quando ti si drizza?” Lo prende in giro come l’ha sempre preso in giro sul fatto che fosse lento di comprendonio, lento in qualsiasi cosa. “Te lo devo insegnare io?” Ridacchia, mentre gli slaccia i pantaloni e allora il più piccolo gli afferra i polsi e scuote la testa, senza riuscire ad emettere un suono.
“Oh, ma allora lo sai?” Chiede divertito, e non smette nemmeno per un attimo di spogliarlo, abbassandogli le braghe fino a metà coscia. “E allora vediamo come ti masturbi davanti a dei porno gay.” Dice, prendendogli la mano e guidandola verso l’inguine.
“Adesso basta!” Grida Regulus, riuscendo a liberarsi della sua presa. Non lo sa, ma i suoi occhi sono lucidi di lacrime trattenute, che, quando vengono notate dal fratello maggiore, lo fanno sobbalzare inspiegabilmente.
Sirius si ricompone subito: ride e poi lo butta a terra, lanciandogli la rivista addosso. Non si alza dal letto, ma lo fulmina con lo sguardo, nonostante il viso sia ancora sorridente. “Esci dalla mia stanza e se ti ritrovo di nuovo qui quello che hai provato oggi ti sembrerà divertente in confronto.”
Regulus ricambia l’occhiata, sperando che suo fratello senta tutta la sua rabbia ed il suo odio; sa che è inutile, perché a Sirius non importa niente di lui, ma lo fa comunque. Si risistema i pantaloni, senza chiuderli, perché non vuole restare un momento di più in quella camera, e si precipita fuori, sbattendo la porta.
Corre nella sua stanza e si getta sul letto, umiliato, imbarazzato e arrabbiato con suo fratello per tutto quello, ma soprattutto per il fatto che la sua mano, ora che è corsa a stringersi tra le cosce, è guidata dal pensiero di quelle immagini sul giornale.
Due giorni dopo Sirius va via per sempre Grimmauld Place, lasciando sul suo letto, a beffarsi di lui, quella rivista.
Fine
Noticina finale: Sì, "scatole di cioccolatini". ♥