Titolo: Intermezzo di San Valentino
Coppia: Fuma/Kamui
Rating: PG
Parole: 1.551 (Word)
Prompt: 10. Cioccolato della
mezza_tabella.
Avvertimenti: shonen-ai; idealmente collocata durante i viaggi di
Disarm (la quarta parte della
Saga di Kamui-chan XD).
Note: lo so che ho appena pubblicato un'altra storia con questi due su San Valentino, ma questa one-shot aspetta di essere pubblicata da due anni, quindi direi che merita questo posto XD
Kamui si guardò in giro con curiosità: di tutti i mondi che aveva visto quello gli sembrava davvero… assurdo. Certo, era abituato alle stranezze, eccome, però questo era davvero troppo. Uno dei passanti gli andò a sbattere contro, poi, senza nemmeno chiedere scusa, proseguì speditamente per la sua strada, non lasciando al vampiro nemmeno il tempo di capire quello che era successo; ma non era l’unica persona ad avere tutta quella fretta, notò Kamui guardandosi intorno. Sembravano tutti correre in preda ad un’ansia che lui non capiva, come se non avessero più tempo ed il mondo stesse per finire.
“Pazzi.” Borbottò fra sé, tornando sui suoi passi. Si guardò intorno alla ricerca di Fuma, che in tutta quella folla chissà dov’era finito… Non lo vide e per un attimo, solo un attimo, si sentì perso; iniziò ad osservare freneticamente la gente attorno a sé, non riuscendo a spiegarsi perché il cuore gli battesse così forte. Non poteva essere rimasto solo di nuovo; non poteva esser stato abbandonato da Fuma, in quel modo non sarebbe più riuscito a cercare suo fratello…
“Kamui.”
Si voltò di scatto verso il ragazzo, alle sue spalle, guardandolo come se avesse voluto ucciderlo. O abbracciarlo. Non ne era sicuro nemmeno lui. Infuriato, più per la sua reazione eccessiva, che per essere stato abbandonato, incrociò le braccia e assunse un cipiglio severo. “Dove cavolo eri finito?”
Fuma sorrise serafico, indicando la vetrina alle sue spalle. “Stavo guardando il cioccolato esposto qui.”
Kamui lanciò un’occhiata poco interessata alla vetrina, quasi venendo abbagliato da tutto quel… rosso su cui cioccolato in tutte le forme e in tutte le misure era esposto: barrette di cioccolata, scatole a forma di cuore con cioccolati incartati in una carta ovviamente rossa, cuori di cioccolato, angioletti di cioccolato e… cioccolato ovunque, insomma.
“Se mio fratello fosse qui impazzirebbe…” Commentò Fuma, voltandosi a guardare di nuovo la vetrina. “Penso che gli comprerò qualcosa da dargli quando lo troveremo.”
Kamui s’era irrigidito nel sentire nominare quel mio fratello; ma, in qualche modo, quel quando lo troveremo di Fuma era stato piuttosto rassicurante. Gli fece un gesto vago con le spalle, mentre l’altro entrava nel negozio; si sedette accanto alla vetrina, a guardare distrattamente tutta quella gente che si affannava avanti e indietro lungo il marciapiede. La sua mente però era da tutt’altra parte; si domandava se Fuma fosse davvero così convinto che li avrebbero trovati, prima o poi. Lui aveva intenzione di ritrovare Subaru, ma non era facile: i mondi erano infiniti e, per quanto la sua vita fosse più lunga di quella di un essere umano, dubitava che bastasse per visitarli tutti; e poi, se non l’avesse ritrovato presto, sarebbe rimasto di nuovo solo, perché Fuma… era un essere umano. Si riscosse da quel pensiero, alzandosi di scatto con irritazione; che gli veniva in mente? Che gli importava di restare senza Fuma? Avrebbe contattato Yuuko-san e le avrebbe chiesto di dargli un altro modo per viaggiare tra gli universi. Fuma non era necessario per quella ricerca.
Non è necessario, si ripeté osservando il ragazzo dalla vetrina, mentre sembrava intento a scegliere un souvenir per suo fratello. Si domandò scetticamente se Fuma fosse consapevole del fatto che probabilmente, una volta ritrovati Subaru e Seishiro, Kamui non si sarebbe limitato a riprendersi suo fratello e a fare minacce; stavolta nemmeno Subaru gli avrebbe impedito di agire contro Seishiro.
Improvvisamente pensò che se avesse agito in quel modo, allora Fuma sarebbe rimasto solo, proprio come lui lo era in quel momento. Il pensiero gli strinse il cuore; nessuno meritava di soffrire quella solitudine, men che meno Fuma!
Ma che pensava?
Nemmeno Fuma. Ecco, nemmeno Fuma meritava di provare una cosa del genere; anche se non sembrava importargliene, Kamui aveva capito che il ragazzo era molto legato a suo fratello. Certo, non quando lui e Subaru, ma probabilmente quello dipendeva dal fatto che lui e Subaru erano gemelli. In qualche modo era un legame diverso.
“Kamui?”
Il vampiro si riscosse dai suoi pensieri, accorgendosi d’essere rimasto a fissare la vetrina, nonostante Fuma fosse ormai uscito. “Finalmente.” Brontolò, arrossendo leggermente.
“Vuoi prendere qualcosa per tuo fratello?” Chiese conciliante Fuma.
“Perché dovrei? Devo forse ricordarti di cosa ci cibiamo io e Subaru?” Domandò Kamui, sollevando un sopracciglio.
“No, ma…” Il ragazzo frugò nella busta che aveva in mano e ne tirò fuori una scatolina rossa, con un nastrino di seta annodato su; con un sorriso glielo porse. “Prova.”
“Mh?” Fece il vampiro, perplesso, senza nemmeno prendere il pacchettino.
“Avanti, è tuo.”
“Mio?” Chiese Kamui senza capire.
“Sì, è per te.”
“L’hai preso tu?” Domandò basito.
“Sì.”
“Per me?” Kamui era semplicemente sbalordito, ma Fuma annuì con un sorriso e, nonostante la sua perplessità, il vampiro si ritrovò ad aprire la scatolina, che conteneva sei bei cioccolatini. Kamui ne prese uno, tenendolo fra pollice e indice e guardandolo con curiosità.
“Non è avvelenato.” Rise allegramente Fuma, davanti a tutta quella diffidenza.
“Lo so!” Sbraitò Kamui, rivolgendogli un’occhiataccia.
“Mi hanno detto che sono i migliori…” Commentò l’altro, del tutto incurante di quello sguardo di fuoco.
“Mh…” Fece il vampiro, prima di dare un morso al cioccolatino; era morbido e gli si scioglieva in bocca, dandogli un senso di benessere che gli ricordava il morso che aveva mancato di dare a Fuma. Arrossì violentemente, irrigidendosi all’improvviso e mandando giù il cioccolatino ancora intero per metà; tossicchiò un po’ quando gli andò di traverso, ma si ficcò subito in bocca l’altra metà del cioccolatino e chiuse la scatolina, restituendola a Fuma.
“Non ti piacciono?” Chiese quello, sorpreso.
“Uhm… no… cioè sì! Però…”
“Allora tienili. Non li devi mangiare tutti ora.” Sorrise Fuma, spingendo il pacchetto verso di lui.
“Ah. Uhm… grazie…” Farfugliò Kamui, evitando di guardare l’altro in viso. Come gli era venuta in mente una cosa del genere mangiando un cioccolatino? Doveva esserci qualcosa che non andava in quella cioccolata, evidentemente. “C’è qualcosa qui?” Chiese, indicando la scatolina.
“Lì?” Fece perplesso Fuma (Kamui non riusciva ancora a guardarlo in viso, quindi decise di fissare lo sguardo nel punto fra la spalla e la testa del ragazzo). “No, è semplice cioccolato al latte.”
“Ah…” Allora non era colpa del cioccolato. Dannazione!
“Sicuro di non voler prenderne un po’ per Subaru-san?” Chiese Fuma, tornando a sorridere.
“Divideremo i miei.” Disse Kamui dopo un attimo d’esitazione; dopo aver detto quella frase, notò che l’espressione dell’umano si era rabbuiata, anche se per un attimo solo; forse si era sbagliato.
“Ma se ne prendi un’altra scatola, ne avrete di più. E poi magari, durante il viaggio, questi potresti finirli.” Ragionò il ragazzo, battendosi l’indice sul mento con fare indifferente.
Kamui non esitò un attimo di più, anche se ci tenne a sottolineare che non lo faceva perché non voleva dare a Subaru quelli che gli aveva dato Fuma; certamente non era per quel motivo che ne avrebbe comprata un’altra confezione. Certamente, aveva risposto Fuma, sorridendo.
Quindi il vampiro entrò nel negozio, venendo subito accolto dal sorriso gentile della commessa. “Buongiorno, posso aiutarla?” Chiese la ragazza.
“Uhm… vorrei… un’altra confezione di questi.”
“Subito, signore. Le faccio un pacchetto?”
Kamui alzò le spalle, poi ci ripensò ed annuì. La ragazza sorrise pazientemente. “Sono sicura che bell’impacchettati la sua ragazza li troverà ancora più buoni.”
“La mia ragazza?” Domandò Kamui, senza capire. Sbatté gli occhi un paio di volte, poi inclinò la testa. “Il cioccolato si regala solo alle ragazze?”
La commessa lo guardò stupita per un momento, poi ridacchiò sommessamente. “Certo che no. Però a San Valentino si regala il cioccolato alla persona a cui si vuole bene, no?”
Kamui aggrottò la fronte e ripensò a tutta la gente che correva fuori dal negozio: in effetti tutti sembravano avere uno di quei pacchettini, un mazzo di fiori o qualsiasi cosa del genere. Questo San Valentino doveva essere una giornata molto particolare. “E’… come un festa?” Chiese Kamui, curioso.
La commessa gli diede di nuovo quell’occhiata stupita, poi annuì, con un sorriso imbarazzato. “E’ la festa degli innamorati…” Porgendogli il pacchetto e prendendo i soldi.
Il vampiro annuì, afferrando distrattamente la scatolina. Certo. La festa degli innamorati. Quindi il cioccolato, in quella giornata, si regalava alle persone a cui si vuole bene…
E Fuma non gli aveva appena dato una scatola di cioccolatini?
Kamui uscì dal negozio come una furia, ma, una volta faccia a faccia con Fuma, si limitò ad arrossire e ad abbassare lo sguardo. “Andiamo…” Brontolò, incamminandosi; dopo qualche passo però, rallentò l’andatura, in modo che l’altro lo raggiungesse. Quando l’umano gli fu accanto, tossicchiò attirando la sua attenzione. “Uhm… Perché mi hai dato il cioccolato?”
Fuma lo guardò sottecchi prima di rispondere. “Volevo che lo assaggiassi.”
“Ah.” Fece Kamui, non ancora del tutto convinto. “Ma… Lo sai che giorno è oggi?”
“A giudicare da tutto questo cioccolato dev’essere il 14 Febbraio.” Rispose con naturalezza l’altro.
“Ah.”
“Perché?”
Kamui si strinse nella spalle, senza rispondere; non capiva perché Fuma gli avesse regalato il cioccolato, non capiva perché non gli rispondesse e… In generale non capiva Fuma. Però, una piccola parte di sé ammise che il fatto d’aver ricevuto quella scatola di cioccolatini gli scaldava il cuore… E riuscì ad ammettere solo quello, perché poi venne immediatamente messa brutalmente a tacere da Kamui stesso.
Avrebbe diviso i suoi cioccolatini con Subaru, anche se glieli aveva regalati Fuma. Era deciso.
Forse.