Titolo: "Scrivimi!"
Personaggi: Ted Lupin, James Sirius Potter
Coppia: Ted/James (con accenni di Remus/Sirius)
Raiting: PG
Prompt: "When I'm not with you I lose my mind." (Baby one more time - Britney Spears) di
Temporal-mente @
Criticoni + 03. "Domani a quest'ora..." (lista uno: Esami) del
Meme di Giugno di
michiru_kaiou7.
Avvertimenti: slash, follia (di James XD)
Riassunto: Victoire si guardava intorno ansiosa, cercando con gli occhi fra la folla di ragazzi e familiari che come ogni anno s’era raccolta intorno all’Hogwarts Express.
Note: qualcuno ha notato un richiamo alla meravigliosa The Shoebox Project? Bene, bravi, avete passato il turno. Del resto, quando si parla di scambi epistolari è inevitabile pensare a quella Fanfic.
E qualcuno ha notato la citazione dal V libro di HP? "Elenca cinque segni che permettono di riconoscere un licantropo"...
Ottima domanda. Uno: è seduto alla mia sedia. Due: indossa i miei vestiti. Tre: il suo nome è Remus Lupin.
*strapazza Moony e torna seria*
La famosa scatola citata nella storia viene direttamente dalla mia ff
Une photo, vieille photo, anche se qui si dà per scontato che non sia ancora stata aperta. Come reciclare le idee.
"When I'm not with you I lose my mind." (Baby one more time - Britney Spears)
Hogwarts, -9 giorni ai dannati M.A.G.O
Ted,
aiuto! E non te lo dico perché con questi dannatissimi esami io, io, sto uscendo fuori di testa, perché non ho studiato per tutto l’anno ed adesso… Sì, lo so, me l’hai ripetuto migliaia di miliardi di volte che “il mio dovere è studiare”, ma sai che palle!, comunque adesso sono nei guai. Guarda, quando tu mi hai raccontato del tuo incontro con il drago, mentre eri in Polonia - aspetta, eri in Polonia, giusto? - beh, mio caro, tu in quel momento non eri nei guai. IO adesso sono nei guai.
Perché? Perché mi chiede lui! Perché non so dove sbattere la testa! C’è quel dannato ultimo test di Pozioni che… Per non parlare del fatto che non so davvero cosa rispondere alle domande di Storia della Magia - voglio dire: è sempre stato così noioso?
Ah, ma basta parlare degli esami, perché li odio e non ci voglio pensare.
Tu come stai? Sai l’ultima volta che ci siamo visti ad Hogsmeade, quando ti ho trascinato vicino alla Stamberga Strillante per stare un po’ da soli e poi ci siamo lasciati prendere la mano ed è stato fantastico - dico sul serio! - perché non avevo la minima idea che farlo all’aperto fosse così… Wow! Beh, comunque, l’altro ieri ho sognato di nuovo quel giorno ed ormai tutti i miei compagni di stanza sanno che il mio ragazzo si chiama Ted. Non è un problema, vero? Cioè, non è che Edwin e Jay vanno da mio pare a dire “oh, salve signor Potter! Lo sa che suo figlio James va a letto con un certo Ted?”. Cioè, non lo conosco bene e non lo farebbero. Voglio dire: io non lo farei. Tu lo faresti? Ovvio che non lo faresti nemmeno tu!
Comunque non ti preoccupare di questo, perché alla fine va tutto bene qui. Cioè a parte il fatto che adesso sanno il tuo nome. Continuano a domandarmi se “Ted” sia un certo “Ted” di Tassorosso, ma io non conosco nessuno di Tassorosso che si chiami Ted.
Aspetta. Tu non eri Tassorosso? Come cazzo hanno fatto a capire che eri tu, Ted?!
Ok, sono calmo. Indagherò sulla questione e ti farò sapere. Ho troppa fretta d’andare per aggiungere altro.
Scrivimi!
James
Londra, un giorno di giugno, troppo improbabile per avere la febbre
James,
ho la febbre. Non penso sia per colpa della tua ultima sconclusionatissima lettera, perché in fondo ci sono abituato, ma piuttosto temo sia colpa dello stress. Da lavoro.
Ad ogni modo un “io te l’avevo detto” non è abbastanza per farti sentire in colpa del fatto che NON hai studiato per tutto l’anno. Ma non trovo altro: io te l’avevo detto che i M.A.G.O. non sono semplici come i G.U.F.O. e che dovevi studiare, nonostante gli allentamenti di Quidditch e gli appuntamenti ad Hogsmeade. Te l’avevo detto che gli appuntamenti si possono rimandare, ma lo studio no. E ti rendi conto di quanto mi fai essere irritante quando mi costringi a dirti queste cose?
Tu le hai lette le lettere di mio padre e, ecco, sembro mio padre! E per quanto questo poteva essere un complimento quando avevo otto anni, adesso, alla veneranda età di ventiquattro anni, mi sembra solo un cattivo presagio.
Il drago di cui parlavi, comunque, l’ho incontrato in Romania. Sai, nonostante tu non lo veda mai, ti ricordo che hai uno zio che abita lì. No, sai, giusto per ricordartelo.
E ti pregherei di non fare sogni sconci su di me, James, ma so che ti sto chiedendo l’impossibile, perciò: almeno un incantesimo, tipo un Muffliato, da fare prima di andare a dormire non sarebbe male, James.
Sono troppo malato per farmi prendere dal panico, ora. Ricordami di farlo quando la febbre mi sarà passata, intanto spererò solo di non vedere tuo padre da oggi fino alla fine dei miei giorni.
Studia.
Ted
Hogwarts, -3 fottutissimi giorni ai fottutissimi esami
Teddy.
Mio caro, amato Teddy.
Ti prego: so che tu conosci un qualche incantesimo che mi può permettere di superare indenne questi dannatissimi esami. Io lo so, perché tu sei intelligente, tu sei bravo, tu sei perfetto - ed io sono agli sgoccioli.
Davvero, non penso di potercela fare. Quindi dammi quel maledettissimo incantesimo per imparare il contenuto di un libro senza doverlo leggere. ORA!
Comunque: ho scoperto che il “Ted” di Tassorosso non eri tu. Ma io lo sapevo, perché ti sei allarmato in quel modo? Avevo tutto sotto controllo, davvero, non ti avrei mai fatto scoprire. Insomma, adesso tutti pensano che io abbia delle fantasie su questo ragazzo del sesto anno, che non ha nemmeno i capelli blu elettrici - oh, non ti offendere! Lo sai che blu elettrici mi piacciono, ma trovo più eccitanti i capelli verde fosforescente - insomma, la cosa non mi piace e quindi sarei quasi tentato di andare lì, il giorno dell’esame - cazzo, continuo a ricordarmelo! Ted, hai ragione tu quando dici che sono un idiota. Sono un idiota! Comunque, dicevo, che vorrei andare lì, Quel Giorno Che Tu Sai, e, tipo, mettermi sul banco e gridare: “IO ME LA FACCIO CON TED LUPIN!”
Ma poi ci ripenso. Sai, mio padre e tutto il resto. Cioè, che poi glielo potremmo anche dire a papà. Sono sicuro che lui lo sa. Cioè, no, non spaventarti, non tentare il suicidio e non pensare scemenze, quello che voglio dire è che papà è una persona… di abbastanza larghe vedute. Cioè, non so quanto siano larghe, ma sono larghe. Tuo padre era un licantropo, no? E papà ha sempre parlato bene di lui. Lo sai, io ammiro tanto tuo padre - a parte per il fatto che ha creato te, mio caro - ma lo ammiro soprattutto perché papà ne ha sempre parlato benissimo e quindi… Insomma, sarà pure di larghe vedute, no?
Qual’è la differenza fra un licantropo e un gay? Nessuna, no? Cioè, a parte il fatto che un lupo mannaro ti può sbranare e tutte quelle cose, ma a parte questo... è a posto, no? Cioè, se è uno come tuo padre.
Ah, ma poi hai più guardato quella scatola che avevi trovato nella soffitta di tua nonna? C’erano delle foto come sospettavi o no? Oh, e la tua febbre? Sei guarito? Sai, non fosse stato per questi maledettissimi M.A.G.O. sarei potuto venire ad assisterti. Come faceva mio nonno con tuo padre - però in versione hard. Ti ricordi di quella lunghissima lettera che abbiamo trovato? Quella in cui tuo padre ringraziava mio nonno per il fatto d’averlo assistito una mattina dopo la sua trasformazione quando lui era parecchio - ma parecchio - ridotto male?
Beh, se parlo così tanto di licantropi - ho tanto rispetto per mio suocero, vorrei ricordartelo - è perché l’altro giorno qualcuno ha detto che potrebbe esserci una domanda su di loro. Cioè, tipo: Elenca cinque segni che ti permettono di riconoscere un licantropo, o roba del genere. Ma poi, io ho detto “Pezzo di scemo, quella è roba da quinto anno!”
Però m’hanno fatto venire l’ansia e l’angoscia e quindi ieri ho ridato un’occhiata… Va bene, vado a studiare, signor generale.
James.
PS: ah, brutto stronzo! Io adoro mio zio Charlie, però la geografia non è il mio forte, e tu lo sai! Ti odio tanto quando fai così!
Londra, sempre un giorno di giugno, ancora meno improbabile per avere la febbre
James,
no. No, perché non esiste nessun incantesimo del genere. E no, perché non ti serve. Ce la farai benissimo da solo.
Io ho ancora la febbre e se proprio lo vuoi sapere sì, ho dato un’occhiata a quella scatola. Ma non penso ti farò mai vedere quello che ci ho trovato dentro. Al massimo potrò raccontartelo, ma non ora, altrimenti la febbre continuerà a salirmi e non potrò esserci a King’s Cross quando tornerai. (L’ho detto affinché tu sappia a cosa andrai incontro se insisterai a chiedermi della scatola.)
La differenza fra un licantropo e un gay, per Harry, potrebbe essere che il licantropo almeno non va a letto con suo figlio. Tanto per fare un esempio.
E poi, ti dispiace non continuare a parlare di mio padre?
Ok, non sono arrabbiato, James, non lo sono. È che non mi va di parlarne al momento. Anche perché dopo che mi hai detto che se non fosse stato per i tuoi esami saresti venuto qui ad assistermi come faceva tuo nonno con mio padre, aggiungendo quel in versione hard, adesso ho gli incubi su mio padre e tuo nonno. E penso che tu abbia capito che genere di incubi sono.
Coraggio per domani, James. Pensa che domani a quest’ora (ora sono le sette di sera) avrai già finito tutto e che ti starai gustando la cena.
Ted
PS: non scrivere Teddy. Rende tutto più ridicolo. Soprattutto me stesso. Grazie.
Hogwarts, -1 al nostro incontro
Teddy,
sì, lo sto facendo apposta, perché mi piace prenderti in giro, Teddy. Sono felice! Felicissimo! No, che dico? Strafelicissimo!
Perché gli esami sono finiti - alla faccia di qualcuno che mi ripeteva sempre “devi studiare!” li ho passati benissimo - e perché finalmente domani, a quest’ora (devono essere più o meno le tre di pomeriggio, ma visto che mi sono svegliato mezz’ora fa per me potrebbero essere anche le dieci del mattino, visto che ho ancora tanto tanto sonno - potrò finalmente rivederti e farti tutto quello che ho sognato durante le ultime notti - ah, il Muffliato ha funzionato, grazie del consiglio.
Anche perché penso di aver iniziato a dare i numeri: sono in astinenza da Teddy Lupin (teddyteddyteddyteddyteddy!!) e ieri sera ho iniziato a chiamare “Ted” anche i muri della scuola. Cioè, tu hai un effetto deleterio sulla mia mente. Che cavolo mi hai fatto? No, perché la cosa è seria e preoccupante. Un conto è che faccia queste cose a scuola, dove mio padre non c’è e non può sentire le mie fantasticherie, ma se dovessi iniziare a farlo a casa… Stai iniziando a preoccuparti, vero, signor figlioccio?
Oh, ma suvvia, lo sai che io sono buono e caro e starò attento, una volta tornato a casa. Ah, sempre che la tua offerta di farmi passare l’intera estate a casa tua sia ancora valida - beh, sì, te l’ho estorta in un momento particolare, ma una promessa è una promessa e tu sei un uomo di parola. No? Lo sei, vero?
Mi dispiace per i tuoi incubi su mio nonno e tuo padre. Se può consolarti, avrebbero potuto essere una bella coppia. Cioè, voglio dire: noi siamo una bella coppia ed io assomiglio a mio nonno e tu a tuo padre (cioè, per quanto un Metamorfomagus posso assomigliare ai propri genitori, intendo dire), quindi… sai, proprietà transitiva o qualcosa del genere.
Ma cos’è successo con tuo padre? Cioè, non ti chiedo di dirmi cosa c’è nella scatola, perché vogliopretendoESIGO che tu domani sia al binario 9 e ¾ con un mazzo di rose rosse tutte per me. Ok, lascia perdere il mazzo di rose rosse, mi accontento di un regalo qualsiasi - ti ricordo che il set per mettere a punto la scopa me l’hai già regalato a Natale, ma che quei fantastici guanti da Quidditch che abbiamo visto ad Hogsmeade sono ancora in offerta. No, giusto per dire che se ancora non mi hai comprato nulla, quelli potrebbero andar bene come regalo di diploma…
Però, comunque, perché non vuoi parlare di tuo padre? Cioè, ti è sempre stato simpatico, tuo padre. Quella volta in cui - ti ricordi? Io avevo più o meno sei anni - ho detto che i lupi mannari sono cattivi e tu e papà mi avete sgridato ed io ho pianto per tutto il giorno - perché sto ricordando delle cose così imbarazzanti? Ecco, quella volta mi sembrava chiaro che tu ci tenessi a tuo padre. No?
Ok, basta… Sono troppo felice di poter dire: domani a quest’ora potrò rivederti.
L’ho già detto? Evidentemente non l’ho detto abbastanza.
James
PS: teddyteddyteddyteddy! Sì, sono fastidioso, ma mi ami per questo, lo so.
King’s Cross, binario 9 e ¾ , - 10 minuti all’arrivo dell’Hogwarts Express
James,
non ti allarmare, sono in stazione ad aspettarti. Ma se non te lo dico ora, non troverò mai il coraggio di dirtelo faccia a faccia.
Nella scatola ho scoperto delle cose che mi hanno fatto capire che mio padre era - come me. E che aveva una relazione con… Il padrino di tuo padre.
Ti aspetto.
Imbarazzato.
Smettila di chiamarmi Teddy!
Ted
“Dici sul serio?” Domandò James, guardando di nuovo il bigliettino che gli era arrivato ormai poco prima.
“No, era uno scherzo. Sai che mi piace infamare mio padre.”
“Non lo stai infamando. Cavolo, Ted…” Mormorò il ragazzo, continuando a guardare il biglietto.
“Già…”
“Mio padre lo sa?” Chiese quasi esaltato James.
“EH? No, ma che…? Non lo so!”
“Dobbiamo dirglielo.”
“Ma anche no, James. Sono sicuro che Harry vivrà felice senza saperlo.”
“Sapere cosa?” Harry aveva sempre la capacità di comparire dal nulla nel momento meno appropriato. Ted, da piccolo, lo ammirava molto per questo, ma in quel momento trovava quella sua dote semplicemente molto angosciante e scomoda.
“Niente!” S’affrettò a dire il giovane Lupin, strappando il bigliettino dalle mani di James e nascondendoselo in tasca. Harry sollevò un sopracciglio, per niente convinto.
“Beh, papà, devi sapere che Teddy mi ha invitato a stare a casa sua. Per tuuuuutta l’estate.”
Ted guardò malissimo James, che invece ghignò allegramente.
“Sei sicuro di volerlo in casa, Ted?” Domandò Harry, preoccupato che suo figlio potesse combinare danni e, soprattutto, arrecare fastidio all’altro ragazzo. In fondo Ted aveva ventiquattro anni ed Harry immaginava che avesse ben altro in mente per l’estate che fare da baby-sitter a suo figlio.
“Sì. Nessun problema, Harry. Ve lo rimanderò quando inizierà a piagnucolare che ha nostalgia di mamma e papà.” Rispose Lupin, sorridendo divertito.
“Non penso che accadrà.” Borbottarono all’unisono padre e figlio. “Beh, torna almeno a casa per fare la valigia.” Propose Harry, visibilmente dispiaciuto che suo figlio non avrebbe passato l’estate con loro.
“Va beeene.” Brontolò il ragazzo.
“Te lo mando verso sera, ok, Ted?” Potter senior mise una mano sulla spalla di James, con l’intenzione di allontanarsi; poi però sembrò ripensarci. “Anzi, perché stasera non vieni a cena da noi? È da un sacco di tempo che non vieni a trovarci e Ginny sarebbe felice di rivederti. Ed anche Al e Lily.”
“Beh, io…” Tentò Ted. Non era tanto sicuro di voler passare del tempo con la famiglia del suo padrino dopo la scoperta sconvolgente che aveva appena fatto. Cioè, che aveva fatto qualche settimana prima.
“È deciso!” Esclamò James, spingendo via il padre. “Ora, papà, sparisci per un secondo. Vai a recuperare Al e Lily, su, io aspetto qui con Teddy.” E detto ciò, una volta che Harry si fu allontanato, trascinò Ted in un angolo appartato e, dopo essersi guardato intorno per precauzione, gli gettò le braccia al collo, baciandolo con foga.
“Che ti prende?” Riuscì a domandare il più grande, una volta staccatosi dal bacio.
“È che… quando non sono con te perdo la testa!”
“Sì, l’avevo notato dalle tue lettere.”
“E non preoccuparti per tuo padre e Sirius. Non dirò niente a papà e poi… Questo non fa che aumentare il mio rispetto nei confronti di mio suocero.”
“Smettila di chiamarlo ‘suocero’, James…” Brontolò Ted, non riuscendo però a nascondere un sorriso divertito.
“Ah, ma smettila. Anche tu dovresti iniziare a chiamare papà, suo…”
“Come deve chiamare papà?” Domandò Lily, sbucando dal nulla: evidentemente quella di comparire nei momenti meno opportuni era una capacità ereditaria.
Ted si sbrigò ad allontanarsi dall’altro e si schiarì la voce. “Ciao Lily! Come stai?”
La ragazzina arrossì e sorrise, mentre James sbuffava: per avere Teddy tutto per sé, a quanto pare, avrebbe dovuto aspettare la notte. Però, tutto sommato, quel pensiero non gli dispiacque affatto.