Titolo: Fuori tempo
Fandom: Honey and Clover
Personaggi: Takumi Mayama, Shinobu Morita (un po' di Yuuta Takemoto perché gli voglio bene ♥)
Rating: G
Parole: 590 (Criticoni)
Prompt: "Il Natale non è una data. E' uno stato d'animo." del
Calendario dell'Avvento di
michiru_kaiou7 + "Tutta la gente alza il dito e lo punta verso me" (Lontano dal tuo sole - Neffa) dalla
Criticombola.
Avvertimenti: OOC (sicuro XD), ambientato prima degli eventi narrati dal manga.
“Buon Natale a tutti!” Aveva gridato Shinobu Morita, catapultandosi dentro la stanza fredda e umidiccia di Yuuta Takemoto. I due ragazzi che la occupavano - il suddetto Takemoto e Takumi Mayama, che si erano riuniti lì per lamentarsi della mancanza di cibo, di una fonte di calore e di… beh, un po’ di tutto, in verità - sobbalzarono sui cuscini dov’erano seduti (avvolti da strati e strati di coperte), e si voltarono a guardarlo, leggermente sconvolti - anche se ormai erano abituati alle sue stravaganze: Morita era finalmente tornato da uno dei suoi lunghissimi lavori chissà dove e saltellava felice per la stanza con un cappello da Babbo Natale in testa.
“Uh… Bentornato, senpai, ma… È appena Ottobre.” Gli fece notare Takemoto, tirando su col naso.
“E con ciò?” Ribatté l’altro, apparentemente del tutto impermeabile al freddo della stanza. Alla fine risolse con il sedersi accanto a loro, sospirando beatamente. “Mi è mancata casa!”
“Ti è mancato questo… tugurio?” Domandò basito Takemoto, battendo i denti; in quel momento gli riusciva piuttosto difficile immaginare di poter avere nostalgia di quel posto, mentre l’umidità fredda dell’autunno gli faceva male alle ossa, manco fosse stato un vecchietto che soffre d’artrosi.
Morita però sembrò non sentirlo, perché prese a parlare a raffica di… Beh, Mayama non ne era totalmente sicuro, faticava a seguire i suoi discorsi che la maggior parte delle volte erano privi di senso o, se un senso l’avevano, era ancora più incomprensibile del discorso in sé. Così, mentre loro tre, poveri studenti senza un soldo - anche se sicuramente Morita, dopo quel lavoro, di soldi ne aveva e anche tanti - discutevano sull’improbabilità d’avere una festa di Natale anticipato, Mayama si ritrovò a pensare distrattamente a quanto fosse bizzarro quello strambo ragazzo che era piombato su loro, vestito da Babbo Natale in pieno ottobre. Certo, Natale è uno stato d’animo e sicuramente per Morita non avrebbe fatto alcuna differenza andare contro ogni convenzione, tradizione e senso logico - del resto lo faceva continuamente, comportandosi esattamente come voleva comportarsi. Era un personaggio estremamente diverso da lui, così responsabile e pacato, che prendeva tutto sul serio; in un certo senso Morita era il suo esatto opposto e a Mayama venne da chiedersi se anche l’altro ne fosse consapevole: era un trio così strambo ed eterogeneo, il loro, che a volte si chiedeva come riuscissero a stare insieme senza litigare. Ma no, figurarsi se Morita aveva mai pensato una cosa del genere! Lui che non si rendeva nemmeno conto di quando la gente alzava il dito, puntandolo verso di lui con sgomento, derisione, divertimento, sorpresa. E poi, in fondo, andava bene così: a Mayama piaceva quel comportamento, altrimenti non gli sarebbe mai stato così tanto intorno; e non dava fastidio nemmeno a Takemoto. Soprattutto in quel momento, in cui lo ‘stato d’animo natalizio perpetuo’ di Morita gli aveva fatto tirare fuori dalla valigia dei regali per loro.
“Auguri a tutti!” Esclamò il ragazzo, consegnando un regalo ciascuno agli altri due. Poi, rovistando nella valigia, aveva cacciato fuori del cibo, che gli altri avevano guardato con ancora più entusiasmo. “E questo è per tutti… Ora però…” Aveva detto, gettandosi a terra e rubando una coperta a Takemoto. “Svegliatemi domani mattina, mi raccomando!”
Dopo un secondo, s’era già addormentato e Mayama non aveva potuto far altro che ridere, mentre Takemoto andava a chiamare gli altri compagni di sventura per dare fondo alle scorte.
A volte Mayama aveva l’impressione che la sua vita sarebbe stata sempre in quel modo. A volte, però. Poi tornava in sé e continuava ad andare avanti.