Un picnic

May 16, 2009 15:19

Titolo: Un picnic
Personaggi: Remus Lupin, Ted Lupin, Sirius Black
Coppia: Sirius/Remus implicito.
Raiting: PG
Prompt: fluff domestico per la II settimana del Fluffathlon @ fanfic_italia + Lista uno: Rose, prompt 05. Rosa selvatica (significato: innocenza) del Meme di Maggio di michiru_kaiou7.
Avvertimenti: one-shot, fluff, AU, perdita di dignità canina.
Riassunto: Si trattava di una questione di principio: o lui saliva sulla schiena di Padfoot... oppure si sarebbe messo a piangere!
Note: Avevo già minacciato di scrivere ancora AU a riguardo, no? Bene, ve le beccate tutte XD Amo questa famigliola felice! Ora per penso sia giusto il momento di spiegare da dove venga l'idea di Sirius che risbuca fuori dalla stupida tenda: tempo fa esisteva una challenge inglese chiamata "Veil of Possibilities", che ha preso vita proprio subito dopo l'uscita del V libro della saga. In questo archivio si trovavano una serie di fanfiction scritte partendo dal presupposto che il famoso Velo non fosse altro che un portale spazio-temporale che permetteva a Sirius di viaggiare in diversi universi alternativi; il filo conduttore era il desiderio di Sirius di tornare nel suo mondo. L'archivio era già inattivo nel 2006 e cercando recentemente il link ho scoperto che ormai non esiste più. I credits per l'idea, comunque, vanno a "Veil of Possibilities", la cui fanfic finale (quella in cui Sirius finalmente tornava nel suo mondo) non è mai stata scritta, con mio sommo dispiacere.



Teddy guardò il grosso cane nero con rancore e Padfoot guaì di rimando; si trattava di una questione di principio, anche se Ted ancora non capiva che significato avesse quella frase: o lui saliva sulla schiena del cane, lasciandosi trasportare come se Padfoot fosse stato un cavallo, oppure… Oppure si sarebbe messo a piangere, ecco!

Il bambino tirò su col naso e Padfoot guaì di nuovo, guardandolo con gli occhi languidi e la testa inclinata; poi Teddy partì alla carica: si gettò addosso al cane, tirandogli il pelo e rotolando sull’erba. Seguì un momento di confusione, in cui il bambino non sapeva più se aveva i piedi per terra o se stava saltando per aria, ma alla fine si ritrovò steso accanto a Padfoot che, a pancia all’aria, lo guardava ancora con quell’espressione crucciata.

“Non è giusto!” Sbottò il bambino, mettendosi a sedere di scatto, imbronciato; si guardò intorno per un attimo poi, avvistato suo padre, si mise in piedi e strinse i pugnetti. “Papà!”

Remus alzò gli occhi al cielo: sperava davvero di non trovarsi in mezzo a quei due, ma, ahilui, quando il pargolo chiama… “Sì, Ted?”

“Papà, Padfoot è cattivo!” Brontolò Ted, mentre gli si avvicinava stropicciandosi gli occhi; non stava davvero piangendo, ma aveva capito che, facendo qualche moina, alla fine l’aveva vinta lui. Beh, almeno funzionava così, prima che Remus e Sirius scoprissero che lo faceva apposta.

“Ne abbiamo già parlato, Ted, ricordi?” Disse Remus, carezzandogli la testa. “Padfoot, per quanto grande, non è un pony, ma un cane ed i cani non si cavalcano.”

Il bambino per tutta risposta incrociò le braccia e lanciò un’occhiata a Padfoot; il cane, nel frattempo, gli si era avvicinato e tentava di farsi perdonare scodinzolando e dandogli dei piccoli colpetti sul braccio con il muso.

“Dai, fate la pace e venite a mangiare adesso.” Tentò Remus conciliante.

Ted continuò a tenere il broncio, ben determinato a non cedere né a Padfoot, che aveva iniziato a leccargli la faccia, né alla prospettiva del loro pic-nic, nonostante fosse stato proprio lui ad insistere per farlo (vincendo la perplessità di Remus grazie all’aiuto di Sirius). Ben presto, comunque, gli fu chiaro che tenere il broncio non serviva a niente, anche perché Padfoot aveva iniziato a fargli il solletico e dal cestino del pranzo veniva un odore invitante di cibo; sconfitto, ma per niente rammaricato di ciò, Teddy iniziò a ridere, abbracciando forte il cane e correndo verso suo padre, che si era già sistemato sul lenzuolo.

***

Sirius sbadigliò, senza nemmeno curarsi di coprirsi la bocca, ed aprì un occhio per controllare la situazione: Teddy sonnecchiava appoggiato al suo stomaco e Remus leggeva sotto l’ombra di un albero, poco lontano da loro; sopra di loro il cielo era pressoché terso, a parte qualche sporadica nuvola, ed il sole era così brillante che quella sembrava quasi una giornata estiva, se non fosse stato per il fatto che il caldo era sopportabile. Tutto quello lo fece sorridere soddisfatto: aveva davvero fatto bene ad assecondare l’idea del pic-nic, nonostante Remus fosse più che restio. Non sono tipo da pic-nic era una scusa che non aveva funzionato con lui e che Teddy, invece, non aveva proprio capito.

Il bambino aprì gli occhi e si mise a sedere, sbadigliando.

“Hey.” Lo salutò Sirius, a bassa voce per non disturbare la lettura di Remus.

Teddy gli sorrise di rimando, con gli occhi ancora carichi di sonno; dal suo angolo d’ombra, il licantropo alzò la testa del libro ed osservò suo figlio che riprendeva ad infastidire Sirius (che fosse in forma umana o Padfoot non importava, il bambino si divertiva comunque).

“Va bene, va bene!” Esclamò Black, cercando di togliersi Teddy di dosso. “Senti, facciamo così: ti permetto di salirmi sulle spalle se convinci tuo padre ad andare a fare una passeggiata.”

Ted sembrò pensarci su un attimo; assunse un aria furbetta e poi incrociò le braccia. “Se mi fai salire sulla schiena di Padfoot.”

“Prego?” Fece Sirius, sollevando le sopracciglia indignato. “Nessuno s’è mai permesso di fare una cosa del genere ed io non l’ho mai permesso a nessuno, nemmeno al tuo padrino, quand’era un bebè!”

Teddy alzò le spalle con fare indifferente.

L’uomo brontolò ancora per qualche momento, prima di cedere con un sospiro sconsolato. “Va bene… Ma solo all’andata!”

“Evviva!!” Esclamò Ted, correndo poi verso suo padre e costringendolo ad alzarsi.

***

“Allora, Padfoot?” Chiese Remus, non potendo fare a meno di sorridere divertito nel vedere il grosso cane nero con in groppa un piccolo gongolante Ted.

Per tutta risposta Padfoot fece una specie di brontolio, continuando a camminare a testa bassa. Certo era strano che fosse riuscito a resistere testardamente fino a quel punto, nonostante il piccolo Lupin avesse tentato di salirgli sulla schiena fin da quando era stato capace di mettersi su quattro zampe; del resto si chiedeva come avesse potuto negare al bambino quella sciocchezza. Poi si ricordò di tutti i suoi discorsi sulla sua dignità canina e tutto gli sembrò terribilmente stupido… forse dipendeva dal fatto che, come cane, difficilmente riusciva a capire la mentalità della sua controparte umana. Proprio mentre rifletteva su questo fatto, sentì Teddy scivolargli via dal dorso; si fermò per permettergli di scendere più facilmente e lo guardò inclinando la testa mentre il bambino correva verso un cespuglio di fiori.

“Attento alle spine!”

Padfoot alzò il muso verso Remus che, nonostante il sorriso, non riusciva a nascondere un po’ di apprensione; se fosse stato umano, Sirius avrebbe sghignazzato davanti a quella scena: non si poteva certo dire che Remus non fosse un buon padre, ma con la sua apprensione aveva più l’aria di una mamma, che di un papà. Improvvisamente, Padfoot si sentì tirare leggermene un orecchio e, quando si voltò, si ritrovò davanti a quella che aveva tutta l’aria di essere una rosa selvatica. Fece una specie di starnuto e poi guardò Ted con sguardo interrogativo.

“E’ per Padfoot, per ringraziarlo di avermi portato sulla schiena.” Borbottò il bambino, sorridendo. Il cane rimase a guardarlo interdetto per qualche minuto, poi prese il fiore in bocca e scodinzolò: tutto sommato era valsa la pena rinunciare alla sua dignità canina, se non per la rosa, almeno per il sorriso felice del piccolo Teddy.

challenge: meme di maggio, challenge: fluffathlon, one-shot, au, harry potter

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