Storia scritta per la
Badwrong week #3, a tema incest. C:
Warnings: Twincest. Sesso descrittivo in una discoteca. XD
Non betata.
È una semplice festa in costume, fratellino, aveva esclamato tua sorella entusiasta dalla soglia della vostra camera, la maschera d’argento già calata sugli occhi e la meravigliosa tonalità di rosso dei suoi capelli che tanto ti piace nascosta sotto una lunga parrucca nera che tutto sommato non le stava nemmeno poi così male. Solo che invece che svolgersi in una casa che sarebbe sicuramente stata troppo piccola, hanno deciso di organizzarla in discoteca. Sarà divertente, promesso.
Ed effettivamente così è stato; o almeno lei si sta divertendo, tu già a metà del primo drink hai cominciato a sentire la testa fin troppo pesante e hai deciso che era di gran lunga un’idea migliore se almeno uno di voi due avesse conservato una dose perlomeno decente di lucidità.
Hai cercato di raggiungere l’angolo con meno confusione che ti venisse in mente, facendoti largo tra quella che ti è parsa una quantità disumana di ragazzi intenti a ballare e trascinandoti dietro tua sorella per un braccio.
Quando finalmente sei riuscito a raggiungere una delle colonne portanti a vista incastonate nella parete, la musica troppo alta ti aveva già talmente fuso i neuroni che ti sei reso conto a malapena di aver infine ceduto alle insistenze di Lucie e di averle concesso il permesso di bere qualche drink più del solito a patto che ti rimanesse poi appiccicata per il resto della serata.
Chiudi gli occhi e ti appoggi con la schiena al muro, una mano sempre ben salda intorno al polso di tua sorella, che sta ballando davanti a te.
Mentre ti stai massaggiando una tempia con la mano libera senti le sue labbra appoggiarsi sulle tue. Le socchiudi inconsciamente, la testa che ti pesa ancora troppo sulle spalle per pensare davvero, ritrovandoti così a bere direttamente dalla sua bocca un intruglio che ti fa andare a fuoco la gola e che potrebbe essere benissimo qualsiasi cosa, per quel che ne sai.
Poi Lucie ti accarezza una guancia e ride - non la senti distintamente a causa della musica ma lo sai, la conosci.
Apri gli occhi giusto in tempo per intravederla liberare il polso dalla tua presa, poi ti getta le braccia al collo e ride di nuovo, questa volta ad un soffio dal tuo orecchio.
Accenna qualche movimento un po’ sgraziato, accarezzandoti intanto i capelli e baciandoti una guancia.
« È divertente » esclama felice, sorridendo contro la tua pelle.
Tu non riesci a rispondere nulla, il cervello ancora quasi del tutto in balia di quel poco d’alcool che hai bevuto e a cui è evidente non sei per niente abituato.
Lucie scende con le mani a stringerti la maglietta e continua a ballare appiccicata al tuo corpo, strusciandosi contro il tuo inguine in maniera sempre più insistente, finché il principio d’erezione che sta cominciando a svegliarsi nelle tue mutande non lancia un appiglio a quei pochi neuroni che ancora riescono a funzionare decentemente.
Sollevi un braccio e ti aggrappi con una mano alla sua camicetta, chinandoti in avanti.
« Che cosa stai facendo? » mugugni, decisamente troppo stordito per i tuoi gusti.
« Ballo ».
Torna ad affondare le mani nei tuoi capelli e ricomincia a strusciarsi con maggiore impegno.
La scarica di piacere che ti esplode in corpo è talmente intensa da farti sgranare gli occhi e perdere la presa sui vestiti di tua sorella, che approfitta subito di quel tuo secondo di distrazione per voltarsi tra le tue braccia.
Senti, più che vedere, il suo culo muoversi lento contro il cavallo dei tuoi pantaloni e ti rendi conto di averle circondato la vita con un braccio ed afferrato il polso con l’altra mano solo quando oramai hai già iniziato a spingerti a tua volta contro di lei.
Il corpo di tua sorella è morbido e caldo, e strusciare il tuo uccello contro il suo sedere è talmente piacevole che decidi molto stupidamente di non voler fare nient’altro per il resto della vita.
Le baci il collo e scendi con una mano ad accarezzarla tra le gambe, la testa che ha preso inspiegabilmente a girare.
L’alcool deve aver avuto su di lei un effetto diverso perché ha già le mutande talmente bagnate che per un attimo temi sul serio abbia deciso di non indossarle affatto - e in quel caso non sarebbe nemmeno la prima volta.
Strofini il pollice contro il clitoride e Lucie s’inarca tra le tue braccia, spingendo maggiormente il sedere contro il tuo uccello che s’indurisce compiaciuto, facendoti gemere contro il suo orecchio. Per una frazione di secondo ti domandi distrattamente perché tu non l’abbia ancora sentita gemere, visto l’autocontrollo praticamente inesistente che possiede, ma poi ripeti il gesto e Lucie ti si struscia addosso in una maniera così piacevole che te ne dimentichi.
Sali con una mano a stuzzicarle un capezzolo attraverso la camicetta ed hai già fatto scivolare l’indice tra le mutandine ed il suo sesso bagnato, per sfilargliele, quando la canzone finisce ed il DJ ne fa partire un’altra ad un volume che è almeno il doppio rispetto a quella precedente.
La bolla ovattata in cui ti era parso di galleggiare fino a quel momento esplode e torna bruscamente ad essere la saletta di una discoteca piena zeppa di ragazzi che si dimenano a ritmo di musica. Immersi in una penombra che è quasi buio e tutti troppo impegnati a festeggiare la fine della scuola, certo, ma pur sempre a meno di mezzo metro da voi.
Sgrani gli occhi.
La paura ti esplode nel petto come un veleno, mozzandoti il respiro e facendoti ritrarre di scatto le mani.
Lucie si volta subito, ansante e un po’ spaesata. Nonostante la poca luce riesci a distinguere il suo petto che si alza e si abbassa ad un ritmo sostenuto e ad intravedere le sue labbra muoversi, ma non senti niente.
Ti circonda il collo con le braccia e cerca di tornare a strusciarsi contro il tuo corpo ma tu, per impedirglielo, le serri le dita intorno ai fianchi così forte da farle male. La senti irrigidirsi e scattare d’istinto lontano dalle tue mani.
Per una qualche strana ragione che non ti sai spiegare questo suo semplice gesto dettato dall’inconscio ti spaventa più della consapevolezza di averla quasi scopata davanti ad almeno cento persone.
Le circondi la vita con le braccia e te la stringi forte addosso.
« Scusa » quasi urli contro il suo orecchio. « Scusami, non volevo farti male ».
Deglutisci.
« Lo sai, noi non… sarebbe meglio… »
Lucie affonda il viso nella tua spalla e si aggrappa con le unghie alla tua maglia. Per un minuto buono rimane così, immobile, dandoti l’impressione che non respiri nemmeno, poi volta appena la testa e riprende a spingere il bacino contro il tuo.
« Ma io ho voglia » piagnucola, « e anche tu ».
Ti accarezza la nuca con una mano e tu chini d’istinto la testa per incontrare i suoi occhi, ma tra la musica assordante che sta cominciando a farti venire la nausea e l’erezione che ci ha messo ben poco a risvegliarsi, tutto quello che riesci a fare è fissare le sue labbra che si muovono senza emettere suono.
Quando finalmente capisci qual è la parola che Lucie sta ripetendo come una litania, sgrani di nuovo gli occhi.
« Frat- »
Ti chini in avanti senza pensare e la baci.
« Zitta, per l’amor del cielo! » quasi le urli contro un orecchio quando vi separate, combattendo intanto contro quel poco d’alcool che hai in corpo e che sta comunque riuscendo ad amplificare in maniera esagerata ogni tua sensazione, soprattutto quelle che già normalmente fai fatica a controllare.
Sai che le possibilità che qualcuno possa averla sentita sono scarsissime, ma c’è una differenza abissale tra l’assecondare i suoi atteggiamenti un po’ ambigui durante le cene con i parenti e lo scopare tua sorella davanti a tutti quegli sconosciuti. Una differenza che paradossalmente ti sembra di aver ben chiara in mente per la prima volta e non sei sicuro di essere ancora disposto ad ignorare.
Lucie ti fissa confusa, lo stesso sguardo spaesato di una bambina sorpresa a rubare dalla scatola dei biscotti e che, per quanto si sforzi, non riesce proprio a capire perché i suoi genitori la stiano sgridando.
Sbatte le palpebre e sorride, poi ti sfiora una guancia con la punta delle dita.
« Ma io ho voglia e anche tu » ripete come se fosse quella la soluzione al problema - e molto probabilmente nella sua testa è così.
Deglutisci e vorresti urlare, ma sai che ha ragione perché, nonostante tutto, l’erezione contro la quale si sta spingendo la senti anche tu. Per qualche strano motivo, in quel momento il solo pensare di dirle di no ti fa bruciare le tonsille.
Le prendi il volto con le mani ed appoggi la fronte contro la sua.
Mentre le accarezzi le orecchie con i polpastrelli realizzi improvvisamente che sei senza speranza e lo sarai fino alla fine dei tuoi giorni. Perché se fino ad un attimo prima eri quasi sicuro di essere l’unico a cui Lucie desse ascolto, adesso capisci anche che non riuscirai mai a negarle davvero qualcosa.
Non importa quanto t’impegnerai, non sarai mai in grado di proteggerla.
Le baci la punta del naso ed abbozzi un sorriso, mentre lei ti slaccia i pantaloni con un sorriso da bambina ad illuminarle gli occhi. Ti abbassa i boxer il tanto sufficiente per liberare il tuo sesso poi tu le fai scivolare le mutande fino alle caviglie ed entri completamente dentro di lei con un'unica spinta, stringendotela forte addosso come se bastasse quello ad evitare che il mondo te la porti via.
Tua sorella ride felice, il volto affondato nella tua spalla, ed hai come l’impressione di riuscire a sentire il suo corpo vibrare sotto le tue dita, scosso da una felicità così sincera e priva di preoccupazioni da farti quasi male.
« Mi piace, mi piace, mi piace » cantilena, la sua maschera ricamata conficcata nella tua guancia ed una mano che ad ogni spinta si aggrappa sempre più forte ai tuoi capelli.
« Ti amo, frat- ».
La baci e nonostante la posizione non sia esattamente una delle più comode continui a spingerti contro di lei, dentro di lei.
Lucie è la prima a venire, quasi piantandoti le unghie nel cranio, e quando anche tu raggiungi l’orgasmo e ti svuoti nel suo corpo, l’unica cosa a cui riesci a pensare è che aveva ragione lei, come sempre.
Ti lasci scivolare contro il muro fino a sederti sul pavimento, incurante degli sguardi che ti lanciano quei pochi ragazzi che si sono accorti di voi e trascinandoti dietro anche tua sorella, che ti si accoccola addosso appena le è possibile.
Ti sfiora una guancia con le dita mentre tu le accarezzi il fianco con il pollice poi si allunga nuovamente verso il tuo orecchio, togliendosi intanto del tutto le mutande che probabilmente le davano fastidio. Mentre ti affretti a nasconderle in tasca prima che qualcuno possa notarle, speri con ogni fibra del tuo essere che nessuno scopra mai chi si nasconde sotto alle maschere e le parrucche che i vostri genitori hanno deciso di comprarvi appositamente per quella festa.
« Hai visto? » dice Lucie, talmente felice che riesci a sentirla sorridere contro il tuo orecchio. « Abbiamo di nuovo fatto sesso senza il preservativo e non è successo niente. Ti preoccupi troppo, fratellino ».
Socchiudi gli occhi e le baci la fronte quando ti appoggia la testa sulla spalla.
Decisamente, ha sempre avuto ragione lei: non importa che qualcuno vi riconosca oppure no, siete fottuti in ogni caso. O perlomeno lo sei tu, lei molto probabilmente vivrà per sempre nel suo piccolo mondo felice, che poi è l’unica cosa di cui davvero t’importa.