Fic scritta (in ritardo X3) per la
seconda settimana del Porn Friday indetto da
kinkmemeita e sul prompt [CAPPUCCETTO ROSSO] Cappuccetto Rosso/Lupo, Hogwarts!AU, Tassorosso e Serpeverde del
p0rn fest. C=
Scritta, inoltre, per il prompt fandom!AU del
mio tabellame. (
auverse) <3
Ho sempre odiato questa fiaba, ma da quando ho letto la prima fan fiction p0rn non riesco più a farne a meno. *__* *tutte le volte che accede alla pagina del p0rn fest scorre tutta la lista con la bavetta alla bocca nella speranza che sia stata pubblicata un'altra storia, per rendere l'idea XDD*
Come da prompt, la storia è una specie di crossover/fandom!AU ambientato nell'universo di Harry Potter: Cappuccetto Rosso fa parte della casa di Tassorosso mentre il Lupo appartiene a quella di Serpeverde. Non l'ho mai espressamente specificato all'interno della fan fiction perchè volevo provare a farlo capire in altro modo, attraverso magari i comportamenti o i pensieri del Lupo. *non è molto sicura di esserci riuscita, ma voleva provarci XD*
Nei limiti del possibile ho cercato di mantenere i personaggi fedeli alla fiaba da cui provengono. Non sò voi, ma io fin da quando ero bambina, ho sempre pensato che o Cappuccetto Rosso era tanto tanto ingenua, o era tanto tanto stupida. Andiamo! Capisco farsi abbindolare all'inizio dal Lupo: è una bambina, ci sta; ma scambiarlo per sua nonna?! °__°
Il Lupo temo sia quello ad essere andato un po' più "fuori dal personaggio", invece - perdonatemi, è stato più forte di me: ho dovuto farlo innamorare di lei. :°D
Cappuccetto Rosso ha da poco iniziato a frequentare il secondo anno, per cui ha circa dodici anni, il Lupo, invece, è al settimo ed è il prefetto della sua casa. :3 *piccola curiosità inutile che aveva deciso fin da subito ma non è riuscita ad inserire*
Non sò se sia considerabile o meno una lolicon... .O.
Warning: Underage. PWP. Harry Potter!AU
Non betata. C=
Le cosce della ragazzina sono morbide e cedevoli sotto le tue mani e tu le stringi forte tra le dita nella speranza di lasciarle qualche segno rosso in più impresso sulla pelle, mentre ti allunghi per succhiarle il lobo di un orecchio, schiacciandoti maggiormente contro la sua schiena.
La disgustosa fragranza alla vaniglia che si spruzza tutte le mattine prima di andare a lezione ti invade le narici per qualche secondo, nauseandoti, ma con il viso così premuto contro il suo collo, quell’insopportabile fetore viene presto sostituito dall’odore della sua pelle, decisamente più invitante.
Ti piace, il suo odore; è delicato e vagamente zuccherino, ma con un retrogusto sconosciuto a cui non sei ancora riuscito a dare un aggettivo e che ti eccita a morte, facendoti letteralmente salire l’acquolina in bocca tutte le volte che lo respiri. Così tanto che sta diventando sempre più difficile, quando con una scusa idiota la convinci a seguirti in un’aula vuota e la scopi contro il muro, trattenerti dal divorarla a morsi.
Ghigni, leccandole la guancia, e stringi tra i denti il lobo del suo orecchio, senza farle troppo male - non ancora, almeno. Forse non è poi così campato in aria come credevi all’inizio, il soprannome con cui sei ormai conosciuto in tutta Hogwarts.
Affondi il naso nella sua morbida chioma scura e la ragazzina trema tra le tue braccia, quando le infili una mano sotto la gonna e le fai scivolare le mutandine da bambina fino alle ginocchia.
Si aggrappa ai bordi del banco sui cui è piegata e, per quanto la posizione scomoda glielo consenta, cerca di voltarsi verso di te.
- A-Aspetti, per favore, Signor Lupo,- ansima, le gote tonde e rosse come due mele troppo mature.
Con il naso ancora premuto contro i suoi capelli, sospiri ed inarchi appena un sopracciglio.
È stata la prima ragazzina con cui hai fatto sesso - un’imbranata Corvonero del secondo anno, se la memoria non ti inganna - a spargere a scuola la voce che tu fossi un lupo. Arrabbiata ed offesa per un motivo che nemmeno ricordi più - forse qualcosa che c’entrava con il non averle più chiesto di uscire dopo esserci andato a letto - si era messa a raccontare ai quattro venti che eri un lupo mannaro, giurando addirittura di aver visto personalmente il morso sulla tua schiena, e che seducevi le giovani matricole del primo anno solo per poterle poi mordere e trasformare.
Dato che a te non è mai interessato granché cosa la gente pensasse o meno sul tuo conto, non ti sei mai preso la briga di smentire quelle voci, finendo così con l’essere conosciuto in tutta la scuola come il Lupo.
Il Signor Lupo, per l’adorabile mocciosa su cui hai messo le mani da più di un anno e che sei ben deciso a tenerti stretto, rammenti tra te, sorridendo ferino.
La suddetta mocciosa geme e si inarca appena all’indietro, quando tu ti chini a lambirle la spalla scoperta e cominci a stuzzicarla tra le gambe con la punta delle dita.
- P-Per favore… - tenta nuovamente, cercando intanto di sollevare il busto puntellandosi sui gomiti.
Ti inginocchi alle sue spalle, leccandoti le labbra.
Le slacci la gonna e gliela sfili dalle gambe assieme alle mutandine, lasciandola così vestita solo della camicia mezza sbottonata che oggi hai deciso di non toglierle, per cambiare un po’, e della cravatta che le pende mollemente da un lato.
La vista del suo sedere così nudo ed esposto a qualunque tuo capriccio deciderai di soddisfare d’ora in avanti ti strappa un mezzo singulto d’aspettativa. Senti il tuo uccello indurirsi e premere contro il cavallo dei pantaloni, mentre le accarezzi piano le cosce nei punti in cui sono ancora visibili i segni rossi che hai lasciato poco prima e ti allunghi a leccarle una natica.
- Aspetti, - geme, ansimando pesantemente, il corpo scosso da tremiti di piacere.
- Cosa c’è, Cappuccetto Rosso? - sbuffi divertito, continuando intanto a divorarle il sedere con gli occhi.
Fai scorrere molto lentamente la punta dell’indice nel solco tra le natiche, strappandole così un gemito un po’ stridulo che la fa arrossire come una bambina - non puoi vederla, ma sai che è così; la conosci troppo bene, ormai - e fa eccitare te ancora di più.
Nonostante la adori con ogni fibra del tuo essere e sebbene tu abbia giurato, da quando le hai messo gli occhi addosso, poco più di un anno prima, durante la sua Cerimonia di Smistamento, che sarebbe stata tua per sempre costi quel che costi, non ti è mai importato conoscere il suo nome.
Se avessi amici con cui parlare davvero probabilmente ti scoppierebbero a ridere in faccia, nello scoprirlo, ma per quante volte tu abbia sentito le sue amiche ripeterlo o lei si sia presentata, non riesci mai a ricordartelo.
L’hai soprannominata Cappuccetto Rosso per comodità - chiamarla ogni volta ragazzina o mocciosa sarebbe diventato troppo snervante, dopo un po’ - e per via dell’inguardabile basco francese che si ostina a portare sempre nonostante il rosso acceso del cappello faccia letteralmente a pugni con i colori della sua casa - e, per quanto ti riguarda, l’insieme ti ricorda troppo quegli arroganti, pomposi dei Grifondoro.
Le prendi le natiche tra le mani e gliele massaggi appena, prima di far scivolare entrambi i pollici nel solco che le divide ed aprirglielo il tanto sufficiente perché il suo orifizio sia ben in vista.
La senti ansimare pesantemente ed artigliare il legno del banco con le unghie, mentre ti lecchi le labbra. Ti senti come un predatore affamato che è finalmente riuscito a catturare la sua preda ed è sul punto di divorarla, e la cosa ti fa ridere e scoppiare d’eccitazione insieme.
Ti allunghi a baciarle una coscia. Continuando a tenere le due natiche separate il più possibile, ci fai scorrere la lingua in mezzo e cominci a leccarle l’orifizio. Stuzzichi l’anello di muscoli con lente lappate e cerchi di spingerci la punta dentro, beandoti intanto dei numerosi tremiti che ormai scuotono, incontrollati, il corpo della ragazzina.
Cappuccetto continua ad ansimare ed a mordersi il labbro sempre più forte per trattenersi, probabilmente preoccupata che qualche studente a spasso per i corridoi possa sentirla.
Scendi ad accarezzarle una coscia con una mano e fai scivolare l’altra davanti, a stuzzicare il suo sesso bagnato, mentre un po’ a fatica riesci a conquistare un paio di centimetri dentro di lei.
La ragazzina geme forte e tu ghigni per quanto la posizione te lo consenta.
Continui a leccarla e a massaggiarle forte il sedere, finché non senti le dita con cui la stai masturbando bagnarsi ed i suoi singhiozzi farsi troppo veloci, ed intuisci che è arrivata al limite.
Interrompi bruscamente tutto quello che stavi facendo, strappandole così un gemito di protesta, e sorridi, baciandole una natica prima di rimetterti in piedi.
La abbracci da dietro e le baci la spalla scoperta, poi le prendi un polso e la fai voltare piano, per bearti fino in fondo dello stato disastroso in cui l’hai ridotta.
Ha gli occhi lucidi, le labbra gonfie per i troppi morsi e le guance ancora più rosse. Il petto le si alza e si abbassa allo stesso ritmo sostenuto del suo respiro ed uno dei piccoli seni ancora acerbi si intravede dalla camicia sbottonata.
Sorridi, leccandoti inconsciamente le labbra.
È così bella, ed il tuo desiderio di divorarla a morsi seduta stante si fa così intenso che, per qualche secondo, ti si appanna la vista.
Respiri pesantemente, per recuperarla, l’uccello che ti pulsa nei pantaloni come se fosse lui stesso a pompare il sangue al resto del corpo, e ti chini a leccare il piccolo capezzolo che fa capolino tra i lembi di stoffa, trascinandola poi sul pavimento.
Cappuccetto, anche se imbarazzata, non distoglie mai lo sguardo dal tuo viso e tu sei costretto a dare fondo a tutto quel poco di autocontrollo che fingevi di possedere per trattenerti e non mangiarla sul serio.
Le sorridi, allentandoti il nodo della cravatta, e fai scivolare l’indice nuovamente dentro di lei.
La ragazzina geme e si inarca, questa volta senza nemmeno prendersi la briga di controllarsi.
- Aspetti, Signor Lupo… - ansima, visibilmente eccitata.
Sbuffi divertito, inarcando un sopracciglio, e le porti i polsi sopra la testa.
- Avrei lezione di Trasfigurazione, adesso. Non posso saltarla, la professoressa McGran-
Ma non riesce a finire la frase, perché tu glielo impedisci.
Le sollevi il mento con la mano libera e la baci come se non ci fosse un domani, incapace di trattenerti oltre.
Quando vi staccate, scoppi a ridere.
- Hai paura della professoressa McGranitt?
Respiri direttamente nella sua bocca, eccitato come non pensavi saresti mai potuto essere.
- Io, - ansima, - dovrei andare, - ripete, ma viene incontro alla tua lingua quando ti chini a baciarla di nuovo e la senti inarcarsi sotto di te alla ricerca del tuo corpo, nel tentativo di ottenere un po’ di sollievo.
- Non succederà niente se salti un paio d’ore di lezione, - la tranquillizzi.
Ti sfili la cravatta dal collo e la usi per legarle i polsi alla gamba del banco.
Cappuccetto Rosso continua a guardarti, non ancora del tutto convinta, ma quando ti abbassi la cerniera della divisa, liberando finalmente il tuo sesso dalla sua prigione di stoffa, sorride, strappandoti un brivido.
Ti chini sul suo viso, le labbra ad un soffio dalle sue.
- Nel caso, ti proteggo io dalla McGranitt, non temere. Dopotutto, sono il Lupo, - ghigni, ferino.