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Apr 20, 2007 14:59

Vado a vela

Non avevo mai guidato una Jaguar. E sinceramente non ci ero mai nemmeno salita sopra, a una Jaguar. Fino a l'altra sera. Una raffinata XJ 4mila e200 cavalli color crema, servosterzo, finestrini elettrici, sedili in pelle e interni in radica. Targata Milano, automatica, anno 1977. Sono vestita di un vestitino nero dritto essenziale che mi copre appena le ginocchia provvisto di profondi spacchi laterali, e mi sento davvero come Eva Kant accanto a Diabolik che ha il viso di Jeff Goldblum con gli occhiali. Guido con il finestrino aperto, e sento l'aria delle quattro di mattina e la tua mano sinistra giocare con slancio sul mio collo.
Solo stamani non ti conoscevo.
E' successo tutto così in fretta.

Point à la ligne.

Eccomi al mare al solito accompagnata dal mio cavaliere abituale -il quale per fortuna ha altro da fare che stare dietro a me-, dalla mia amica C. gnocca più e come il solito, e da una imponente dose di sonno dovuta allo squasso di due notti brave bagnate da cascate di vodka lemon, musica e muscoli possenti.

Sono al mare, è domenica pomeriggio e non so ancora di incontrarti, accompagnato da capelli nervosi e da una stretta di mano che arriva dal passato remoto.
Sono al mare e c'è un gran sole oggi, e in questo primo pomeriggio accompagnato da chiacchiere tra donne, e non posso che essere fiera di essermi appena presa una bella rivincita sull'uomo d'affari con i baffetti da sparviero, che ha fatto finta di volermi l'estate scorsa; sorrido, penso ai casi della vita e al susseguirsi delle stagioni.

Non ti aspetto, non ti cerco. Ma ti trovo, finalmente. Eccheccazzo.

Sono al mare è domenica pomeriggio e proprio quando il sole ha perso la sua inconsistente invadenza tipica di aprile, veniamo introdotti l'una all'altro, circondati da una platea approvante complice di birra e patatine.

Tutto molto in fretta, io con gli occhiali neri fissi in volto e tu che invece mi riveli subito quei profondi occhi verde intenso.
So quello che sto facendo.
Agisco misurata e felina nella consapevolezza di spiazzarti decidendo di scoprirmi, io con i miei di occhi e solo per un attimo, perché so esattamente l'effetto che ti farò.

Perché ti conosco.
Perché vieni da lontano e lo so.
E tu lo sai di me.

E poi perdersi definitivamente al tramonto sull'orlo del precipizio ubriacati da vento e salsedine.

"A questo punto stasera la devi passare a prendere con la Jaguar"
"Ci avevo già pensato"
"E tu stasera mettiti uno dei tuoi vestititni neri, con la scarpina nuova tacco 11,5. Che stai un incanto"
"Ci avevo già pensato"

Guido con il finestrino aperto, guardando il muso della belva. Siamo reduci da pesce arrosto e profondi baci su una spiaggia sconosciuta, mi hai riparato dal freddo, ti sei invaghito delle mie scarpe e ti sei trovato nel posto più bello del mondo quando hai infilato la tua mano fra le mie cosce, mentre io mi trovavo nel posto nel posto più bello del mondo a baciarti l'incavo del collo.

"Ha proprio un bel muso questa macchina"
"Anche tu"
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