non c'è bisogno di dire che ovviamente la scaletta del 17 sarebbe stata nettamente preferibile. che quello è stato il concerto ufficiale e la nostra una brutta copia. che tutti ne hanno parlato e gli hanno dedicato entusiastiche pagine di giornale mentre del nostro non si è scritta una riga, se non per etichettarlo come 'bis'.
non c'è bisogno di dire che i radiohead fanno comunque della gran musica. che sono onesti e hanno tirato dritto per due intere ore senza deludere, mai. che thom yorke è un grande. che io lo adoro.
non c'è bisogno di dire che la sua voce, dal vivo, colpisce dritto allo stomaco ed è quanto di più bello e intenso e perfettibile ma allo stesso tempo perfetto si possa immaginare. che hanno e trasmettono una carica incredibile.
è un peccato dover dire, però, che io di quella carica non ho potuto godere appieno. che la scelta di organizzare il concerto all'arena civica, per quanto facesse parte di un progetto più grande di promozione dell'ecosostenibilità, è stata un'enorme, imperdonabile, irrimediabile, cazzata.
data la posizione così centrale, il comune di milano impone dei limiti inammissibili riguardo il volume. cosicché da lontano si sentiva veramente poco.
data la pista d'atletica che sarebbe un peccato far rovinare da una mandria di fan impazziti, la metà del prato era recintata ed inutilizzabile. cosicché si è creato un vuoto incolmabile, fisico e soprattutto psicologico, tra il vero cuore del concerto, in mezzo all'arena, il palco e i pochi nel prato, e le tribune, lontanissime e sole, umiliate dalla distanza e da una sicurezza infame ed esagerata, arrogante e violenta e, soprattutto, totalmente fuori luogo.
eravamo tagliati fuori, costretti a spiare tra le sbarre dei cancelli col cuore in gola come se non avessimo pagato il biglietto, a drizzare bene le orecchie per carpire qualche suono, come se ci fossimo appostati all'esterno per ascoltare a scrocco. tutti orribilmente frustrati, tutti amareggiati all'ennesimo grado. con questi sentimenti, di certo l'atmosfera finale non risultava delle migliori e delle più coinvolgenti.
si sono verificati vari episodi sgradevoli. ragazzi del tutto inermi pestati da 3-4 carabinieri in tenuta antisommossa, solo per aver tentato di scavalcare. ragazzi caricati per aver osato protestare. uno sfoggio di forza totalmente fuori contesto, che non ho mai visto neppure allo stadio, neppure a un concerto black metal.
non posso certo lamentarmi dell'esecuzione, magistrale come me l'aspettavo, alla fine non possonemmeno lamentarmi troppo neppure della scaletta, che lo stesso mi è piaciuta abbastanza perché in rainbows è secondo me uno dei dischi migliori che abbiano fatto, nonostante mancanze piuttosto pesanti come 'exit music', 'fake plastic trees' e 'street spirit', non posso dir nulla in merito alle buone intenzioni che certamente avevano thom e gli altri, però sono uscita dall'arena davvero amareggiata, nonostante le due onestissime ore di concerto, come se non ci fossi neppure stata. e con solo una voglia incredibile di tornare indietro, di ripetere tutto ancora e ancora, cambiando prospettiva.
SCALETTA DEL 18.06
Reckoner
15 Step
The National Anthem
All I Need
Nude
Airbag
The Gloaming
Dollars And Cents
Arpeggi
Faust Arp
How To Disappear Completely
Jigsaw Falling Into Place
A Wolf At The Door
Videotape
Everything In Its Right Place
Idioteque
Bodysnatchers
House Of Cards
There There
Bangers And Mash
Just
The Tourist
Go Slowly
2+2=5
Paranoid Android
SCALETTA DEL 17.06, tanto per fare un confronto
15 Step
Bodysnatchers
All I Need
Lucky
Nude
Pyramid Song
Arpeggi
The Gloaming
Myxomatosis
Faust Arp
Videotape
Optimistic
My Iron Lung
Reckoner
Everything In Its Right Place
Exit Music
Jigsaw Falling Into Place
Karma Police
There There
Bangers And Mash
Climbing Up The Walls
Street Spirit
You And Whose Army
Idioteque
P.S. che poi, cavolo, nel prato c'erano pure
BRAD PITT e EDWARD NORTON.