partenza ore 7:30, IR per pescara... arrivo a bologna centrale ore 10... e ti sembra già di starci da sempre... è come se ti fossi svegliato lì, come se due oreemmezza di viaggio non ci siano state.
sabato mattina... bologna... classico giro alla montagnola, ovviamente.
ad ogni scorcio, ogni angolo, ogni viso incrociato, il leit motiv della giornata è "nooooo, ma che figata!! dobbiamo troppo trasferirci quiiii!/ ma come cazzo stavo quando ho scelto la città dove andare a studiare??!".
pranzo in osteria.. tagliatelle al ragù, immancabili. ore 16. qui si mangia ovunque, comunque, quandunque.
nell'aria un crogiuolo di accenti incredibile e straordinario, e ognuno sembra avere il suo perché. giovani d'ogni tipo, ogni età, tutti splendidamente belli, tutti innamorati, tutti che si conoscono, ed è sorprendente.
ore ed ore a camminando a caso, scoprendo, ammirando, perdendosi, con la costanza dei portici sempre lì, a vegliarti. non avevamo idea di dove fosse meglio andare a bere per cena, prima del netmage, ma niente paura, basta fermare la faccia che ispira di più, in giro, e chiedere. chiunque sia, prenderà a cuore la faccenda, ti interrogherà sui tuoi gusti, il tuo budget, le tue esigenze, e ti indicherà il posto giusto. non prima di averti chiesto, con aria di pena e commiserazione: "ma milano? che si fa a milano?". a milano, di certo non puoi fermarti a chiedere così, spassionatamente, di un locale. perché uè cicia, ma che sfigata sei. e poi, in giro non troverai nessuno a cui chiedere, vai sicuro. a milano dopo una certa non trovi gente in strada nemmeno a pagarla oro. in giro, ognuno è perso per i fatti suoi. a milano, non esiste uscire da un locale, una discoteca, e trovare facilmente da mangiare, in ogni angolo. a milano se sei di milano non ne senti neppure il bisogno, perché non esiste uscire senza programmi precisi, senza chiudersi in un locale predefinito. a milano vivere come a bologna è totalmente inconcepibile. e bologna.. bologna, ti lascia qualcosa nel cuore. in 24 ore si fa conoscere e ti fa innamorare, e ti chiedi come potrai farne di nuovo a meno, e come hai fatto a farne a meno fino a quel momento. a bologna sei libero semplicemente di sentirti a casa. c'è storia, ma non quella storia che ti destabilizza, quella storia sublime e spettacolare e più grande di te di roma, ma una storia a misura d'uomo, minuta e solo bella, la storia dei vicoli e del pavè, dei portici e degli intonaci rossi, delle torrette medioevali e delle piazze come luoghi autentici d'incontro.
a bologna ti sembra di tornare a respirare, è l'iniezione di autenticità e genuinità di cui avevi incredibilmente bisogno senza forse neppure rendertene conto. bologna è quella dimensione che ti mancava di una mancanza e una nostalgia e una malinconia che non sapevi come esprimere mentre ora puoi dire semplicemente ho voglia di bologna. e io, quell'IR delle 5:30, non l'avrei preso nemmeno morta.
ore 8:00, son 24 ore che non ti fermi, che saltelli in giro con l'entusiasmo addosso, e ad un tratto ti vien voglia di morire. il grigio tutt'attorno, la gente ti urta, corre avanti, non posa il suo sguardo su di te, ti salta come un ostacolo. milano.
[che poi, non che sia mia intenzione alimentare i pregiudizi e i luoghi comuni su un posto che in parte amo e difendo strenuamente dagli attacchi, denigrare la città in cui alla fine più o meno consapevolmente ho deciso di vivere, dove ho imparato a vivere, a giostrarmi, gestirmi. dove in qualche modo mi son costruita e conquistata uno spazio che sento ogni giorno sempre più mio. dove ormai ho i miei posti, i miei amici, i miei giri. che alla fin fine non so neppure se avrei il coraggio-la voglia di lasciare, di cambiare. però, ripeto, ma come cazzo stavo quando ho scelto la città dove andare a studiare??!. ;)]