[Sousei no Aquarion] Silvia/Apollo | 01. Mail

Jun 11, 2013 00:52


Titolo: Die Burst
Fandom: Sousei no Aquarion
Personaggio/Coppia: Silvia/Apollo
Prompt: Mail
Rating: NC13
Conteggio Parole: 773
Riassunto: Un mondo fatto di sabbia e un cielo azzurro senza fine. Ecco, questo è il mondo che conosco. Sparse, per questo mondo, ci sono alcune città grandi e altre più piccole. Nessuno sa le dimensioni precise di questa terra: alcuni pensano che si espanda fino all’infinito, altri che abbia dei limiti che, ancora, non sono stati scoperti. In realtà, per quanto possa sembrare vero, è solo un mondo fatto di algoritmi e pixel. Un mondo virtuale. Una prigione virtuale.
Note: A dir la verità, questa fanfiction è un miscuglio di cose, in pratica è il risultato di cosa il mio cervello può tirar fuori quando guarda troppi anime e si fissa su un videogioco.
Disclaimer: I personaggi non appartengono a me, ma agli aventi diritto.


Giorno 1: Mail
Un mondo fatto di sabbia e un cielo azzurro senza fine.
Ecco, questo è il mondo che conosco.
Sparse, per questo mondo, ci sono alcune città grandi e altre più piccole.
Nessuno sa le dimensioni precise di questa terra: alcuni pensano che si espanda fino all’infinito, altri che abbia dei limiti che, ancora, non sono stati scoperti.
In realtà, per quanto possa sembrare vero, è solo un mondo fatto di algoritmi e pixel.
Un mondo virtuale.
Una prigione virtuale.

La tecnologia ha fatto passi da giganti, mio padre è solito dirlo mentre facciamo colazione: solleva la tazza di tè, sorride a mio fratello maggiore Sirius e indica i collari che indossiamo.
Connettori che collegano il nostro cervello alla rete, piccoli computer che non necessitano di monitor e tastiera: i nostri occhi sono lo schermo e le nostre dita possono agire direttamente su ciò che vogliamo.
Il mondo che conosco è dato dagli oggetti reali e da tante piccole finestre che appaiono.
Poi le discussioni di mio padre e mio fratello sono finite: Sirius aveva ricevuto la Mail ed era finito in un mondo distante dal mio.
Die Burst.
Era stato sponsorizzato per oltre un anno, prima della sua uscita: il primo videogioco all-sense, che ti trascinava direttamente nell’azione; ventimila copie erano state vendute in tutto il globo, il primo giorno di uscita.
Ventimila persone erano state trascinate in quel mondo che, poi, era risultato una gabbia virtuale.
Tutti connessi.
Nessuno poteva sloggarsi.
E le connessioni continuavano, non perché le persone volessero giocare - dopo l’incidente d’apertura, nessuno voleva avvicinarsi a Die Burst - ma perché arrivano la mail e, una volta arrivata, nessuno poteva far niente.
Venivi trascinato nel gioco: entravi in una sorta di coma e iniziavi a giocare, volente o nolente.
Quando la mail è arrivata a Sirius, erano già quarantamila i giocatori di Die Burst.

Era il primo ottobre.
Era una mattina come tutte le altre, camminavo adagio lungo il viale alberato per andare a scuola, scorrendo i file testo degli appunti - ero certa che m’avrebbero interrogato a storia quel giorno - e dando un occhio anche al mondo circostante: macchine, semafori, persone che potevo urtare.
Un giorno come un altro.
Mi ero fermata alla luce rossa, in attesa di attraversare la strada, quando sulla destra del mio campo visivo comparve una piccola busta rossa.
Una mail, sospirai, alzai la mano destra e mossi il dito indice come a premere: la piccola busta s’illuminò e una finestra comparve davanti ai miei occhi.
Benvenuta in Die Burst, Sivia.
Il tuo login sarà effettuato fra 20 secondi.

19.
Osservai i numeri scendere gradualmente, secondo dopo secondo.
Cosa stava succedendo?
18.
Non capivo.
Non potevo credere che la mail era giunta a me.
Io non giocavo a nessun videogame, non ero una fanatica e non mi ero mai neanche avvicinata a quel mondo.
Neanche Sirius, eppure pure lui era rinchiuso in quel mondo.
15.
14.
13.
Cosa devo fare?
Non voglio andare.
10.
09.
No.
Non voglio.
Allungo una mano, come se cercassi di afferrare qualcosa per trattenermi nel mio mondo, mentre i pochi secondi che mi rimangono scorrono velocemente e, infine, una luce bianca avvolge tutto, costringendomi a serrare le palpebre.
Quando riapro gli occhi, mi ritrovo in un posto sconosciuto che mi ricorda tanto i film ambientati nel selvaggio West: alcune persone mi guardano incuriosite, altre lasciano vagare lo sguardo altrove.
Dove sono?
Cos’è questo posto?
Un gatto bianco e obeso, che cammina su due zampe si avvicina e mi osserva sorridente: «Benvenuta su Die Burst, Silvia. Sei pregata di selezionare la tua arma.»
Una finestra si apre, facendomi sussultare: è divisa in due colonne, da una parte c’è scritto Dual e dall’altra Gun. Osservo un attimo lo strano felino e poi clicco sopra la prima scritta: la pagina scompare e, al suo posto, mi ritrovo con due pistole argentate in mano.
«Hai selezionato Dual. La tua arma saranno le pistole gemelle Silver.» dichiara il gatto, iniziando a spiegare le regole - presumo siano quelle - base di questo posto.
Accanto alla mia testa c’è una barra, dove sono visibili i miei punti-vita, detti HP, se si azzerano, semplicemente io muoio - e non solo lì, ma anche nel mondo vero -; sotto c’è una barra più piccola che serve per attivare il colpo speciale, nel mio caso, una raffica di colpi simultanei da entrambe le pistole.
E continua, spiegandomi dove mangiare, dove alloggiare, dove comprare accessori e come fare ad aumentare di livello, concludendo che l’unico modo per uscire dal gioco è completarlo; alla fine, soddisfatto del suo lavoro, se ne va prima ancora che io riesca a dire una sola parola.
Faccio per riconcorrerlo ma quello strano animale è già sparito in una marea di triangoli luminosi e, quindi, quello che posso fare è rendermi conto di dove sono: inizio a girovagare per il posto, osservando e cercando di capire.
Quello era il mio primo giorno nel mondo di Die Burst.

autore: lady_erato, fandom: sousei no aquarion

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