Titolo: se tu ci sarai, io ci sarò.
Autore:
aphs91Fandom: Shadowhunters.
Rating: PG.
Parole: 540.
Avvertimenti: Spoiler!
Prompt: 412 - Compagno di vita.
Riassunto: «Come potevi credere che non ti amassi?», già come potevo credere che quel uomo così buono, un po' svampito, dolce e gentile non mi amasse? Non lo so, forse perché credevo a determinate cose, perché non potevo sperare che lui così perso nel suo mondo mi guardasse e si rendesse conto di me, della mia presenza reale e fisica.
Note: Parliamone. Anzi, no, non parliamone affatto. Io li ho sempre amati, sono l'amore ed era ovvio che prima o poi scrivessi su di loro. L'unica nota è che... Beh, non ho letto Il principe, quindi mi scuso se ci sono parti simili o addirittura uguali, ma non avendolo letto sono andata a fantasia - e spoiler.
Ah sì, giusto perché io sono una fangirl, nella mia testa loro sono Gemma Arterton e Simon Woods.
pace&amore.
«Come potevi credere che non ti amassi?», già come potevo credere che quel uomo così buono, un po' svampito, dolce e gentile non mi amasse? Non lo so, forse perché credevo a determinate cose, perché non potevo sperare che lui così perso nel suo mondo mi guardasse e si rendesse conto di me, della mia presenza reale e fisica.
Scrollai le spalle. Le sue mani sul mio volto erano delicate, dolci, rassicuranti. Mi facevano tremare le viscere.
«Charlotte... Ti ho sempre amata, sono un po' distratto, magari, questo è vero, ma ti amo», continuò lui, con quella voce soffice e priva di qualsiasi tipo di malizia il genere umano potesse disporre. Sorrisi alle sue parole. Adesso lo sapevo, adesso lo sapevo che mi amava.
«Lo so, Henry. Ti amo anche io», ed era vero. Mi era sempre piaciuto, sin da quando eravamo due ragazzini. Ma adesso eravamo due adulti, marito e moglie. Lui era il mio compagno di vita, non era solo mio marito, un pezzo di carta non sarebbe stato sufficiente ad enunciare il mio amore per Henry, a dimostrarlo. Era qualcosa di più viscerale, di meno tangibile di un foglio firmato da entrambi. Quella era una promessa, ma quella vera ce la stavamo scambiando quella sera guardandoci negli occhi ed ammettendo che ci amavamo.
Le sue labbra trovarono le mie, vi si poggiarono dolcemente, strinse il mio volto tra le mani e mi tenne stretta a sé. Mio marito. Mio.
Ricambiai quel bacio, stringendolo a mia volta a me, abbracciandolo, cercando ora di dimostrargli tutto quel amore che avevo tenuto dentro di me per così tanto tempo.
Ma il bacio divenne irruento, adesso, divenne una nuova esigenza sia per me che per lui. Per tutti quegli anni eravamo stati marito e moglie, ma non compagni di vita, quindi per quanto lo conoscessi, per quanto non fossi più una ragazzina alle prime armi, sapevo che quello sarebbe stato il primo vero atto d'amore.
Si scostò dalle mie labbra quando l'esigenza di respirare divenne impellente, ma non lasciò me, il mio corpo minuto e non mutato nel tempo. Le sue labbra trovarono la pelle del mio collo, le sue mani si chiusero sui miei fianchi e capii quanto mi amava, quanto mi desiderava. Ed erano le stesse sensazioni che provavo io per lui.
«Henry...», mormorai, richiamando la sua attenzione. Si allontanò da me e mi guardò allarmato, quasi temesse di aver fatto qualcosa di male. Sorrisi, istintivamente, rassicurandolo. Gli carezzai il volto.
«Voglio avere una famiglia, con te», lo dissi, finalmente. Volevo lui e volevo dei figli da lui, volevo che fosse per sempre. Henry sorrise e mi abbracciò.
«Tutto quello che vuoi, Charlotte, tutto quello che vuoi», mormorò tra i miei capelli. Gli occhi mi si riempirono di lacrime ed annuii, ispirando il suo odore. L'odore del mio compagno di vita, di quel per sempre a cui credono solo nei libri. Ma io volevo che fosse reale, volevo la mia fiaba. Mi toccava, me la meritavo.
«Nella buona e nella cattiva sorte...», iniziai a recitare, scostandomi da lui, sorridendo ed asciugandomi le guance. Sorrise, con quell'aria persa che si ritrovava ed adoravo.
«...finché morte non ci separi», completò lui e mi baciò di nuovo. Sì, era per la vita.