[Once Upon a Time] extremely loud and incredibly close.

Jun 28, 2014 15:55

Titolo: extremely loud and incredibly close.
Autore:aphs91
Fandom: Once Upon a Time.
Rating: G.
Parole: 749.
Avvertimenti: Fluff, Romantico.
Prompt: 473 - Favole nascoste.
Riassunto: "Erano tornati nella Foresta Incantata, ce l'avevano fatta. Ma Emma aveva costretto Henry a restare nel mondo reale con lei e Neal, perché loro appartenevano a quel mondo. Ma di tanto in tanto, Henry riusciva a scappare nella Foresta Incantata, per stare con i suoi nonni, con i suoi amici di sempre e soprattutto con lei."
Note:  Non sono molto soddisfatta di questa storia, però volevo scriverla da una vita e quindi mi sono accontentata. Amo profondamente, questa OTP non me la possono toccare, perché nella mia testa, Henry e Grace un giorno si innamoreranno e forse qualcun altro avrà il lieto fine che si merita.
E poi, giusto per la cronaca, ho deciso che Henry da grande sarà Grant Gustin. Grace ancora non lo so, non ho deciso, ma tanto non sarà l'ultima cosa che scriverò riguardo loro. Li amo, sono miei, mollateli <3
Ah, dimenticavo: il titolo non c'entra una mazza con l'intera storia, ma descrive bene il rapporto tra i due per come io l'ho immaginato.
pace&amore.

[extremely loud and incredibly close.]
Non ho qualcuno in particolare a cui dedicare questa storia. Quindi è per tutti voi, perché crediamo - nonostante tutto - alle favole.

Erano tornati nella Foresta Incantata, ce l'avevano fatta. Ma Emma aveva costretto Henry a restare nel mondo reale con lei e Neal, perché loro appartenevano a quel mondo. Ma di tanto in tanto, Henry riusciva a scappare nella Foresta Incantata, per stare con i suoi nonni, con i suoi amici di sempre e soprattutto con lei.
Aveva compiuto diciassette anni oramai, era grande. Sua madre non poteva più controllarlo - sebbene ci riuscisse ancora parecchio bene. E così era scappato al castello da Biancaneve ed Azzurro. Non era passato esattamente da loro, aveva preso in prestito un cavallo dalla stalla ed aveva intrapreso una corsa per il bosco.
«Grace!», esclamò dopo mezz'ora di trotto, trovando la ragazza sulla collina ove erano soliti incontrarsi. Quella alzò il capo e sorrise.
«Henry!», rispose al saluto, correndogli incontro mentre il ragazzo arrestava il cavallo.
Scese rapidamente dalla sella e prendendo il volto di lei tra le mani, la baciò appassionatamente. Grace ricambiò finché la necessità di respirare non si fece impellente e si allontanò dal suo volto, con le guance imporporate.
«Come mai tutta questa urgenza?», domandò lei con il solito tono squillante che si ritrovava. Henry sorrise.
«Ho litigato con mia madre», rispose il ragazzo scrollando appena le spalle. Grace inarcò un sopracciglio.
«Io litigo con mio padre tutti i giorni», iniziò lei per poi aggiungere: «E mio padre non è la Salvatrice, è il Cappellaio Matto», gli ricordò. Henry ridacchiò appena.
«Lo so, ma almeno non pretende che tu appartenga ad un posto che non è casa tua. Questa è casa vostra, è casa nostra», asserì il ragazzo tenendo ancora il volto di Grace tra le mani e specchiandosi nei suoi occhi, azzurri.
«Ma tu un giorno potrai scegliere, no?», chiese titubante la ragazza, osservando gli occhi verdi di lui. Henry sospirò e lasciò andare il viso dell'amata.
«Spero di sì... Non credo che i miei vedano l'ora di sapermi qui, che brandisco una spada e magari uccido draghi», disse leggermente sarcastico. Grace ridacchiò.
«Saresti un ottimo sterminatore di draghi!», lo prese in giro.
«Oh su questo non ho alcun dubbio, ho preso da mio nonno almeno!», continuò quello, divertito. Poi calò il silenzio.
Henry sospirò ancora e prese le mani di Grace tra le sue.
«Un giorno questo sarà il tuo regno», gli ricordò lei.
«E tu sarai la mia regina», aggiunse lui, giocherellando con i capelli di lei adesso.
«Non ho origini nobili, non puoi sposare...», ma Grace non fece in tempo a completare la frase che Henry la baciò di nuovo, zittendola. Quando si allontanò da lei sorrise.
«Credi che a mia nonna importi se tu sei la figlia del Cappellaio o la principessa di chissà cosa? No, Grace, lei più tutti sa che non può tenere lontano il vero amore», asserì Henry a bassa voce, sussurrandole quelle parole dolcemente. Come una promessa. La ragazza sospirò.
«E credi davvero che sia vero amore?», domandò incerta. Non voleva fare quella domanda, ma sapeva che prima o poi avrebbe dovuto farla. Henry sbarrò gli occhi, come se gli avesse dato uno schiaffo in pieno volto.
«Come ti salta in mente, Grace!? Certo che lo credo, anzi non lo credo affatto! Lo so!», sbottò quello sorpreso.
«Tu vivi in un altro mondo, puoi incontrare qualcun'altra...», cercò di dire lei, ma la voce le tremava. Henry poggiò l'indice sulle sue labbra.
«Hai detto bene, vivo in un altro mondo, ma non gli appartengo. Il mio posto è qui, nella Foresta Incantata, con te», e non voleva più parlarne, gli sembrava ridicolo dover affrontare quel discorso con lei in quel momento. Erano quasi cresciuti insieme, lui l'aveva riunita a suo padre, lui aveva portato Emma, lui la andava a trovare spesso e volentieri per prendere il tè insieme. Si appartenevano e non c'era altra verità. E non gli importava che sua madre desse di matto riguardo quella storia, non gli importava che Jefferson lo minacciasse di spedirlo nel Paese delle Meraviglie se solo osava avvicinarsi alla sua Grace. Avrebbe affrontato entrambi - e tutti sapevano quanto potessero essere temibili Emma e Jefferson insieme. Ma per il suo vero amore lo avrebbe fatto, lo avrebbe fatto perché era la promessa che aveva fatto a Regina: lui avrebbe dovuto lottato per il suo vero amore. E così stava facendo.
A volte ci sono favole che saltano fuori dal nulla, che nessuno aveva programmato e/o scritto. Eppure accadono, perché, a volte, la vita sa essere come le storie del libro di Henry: vera e fantastica.


fandom: once upon a time, rating: g, prompt: 473, autore: aphs91

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