Titolo: The First Marks
Fandom: The Mortal Instruments (Shadowhunters)
Personaggi: Lucian Greymark (Luke Garroway), Valentine Morgenstern, Jocelyn Fairchild (Jocelyn Fray)
Genere: Introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti: Oneshot, Slash, Missing Moments, What if? (E se…)
Conteggio Parole: 2060
Prompt: 499. Scegli tu! {I Primi Marchi}
Riassunto: Non erano passati tanti giorni da quando Valentine si era presentato nella camera di Luke con l'intento di prenderlo come allievo, e per il giovane - dopo l'iniziale stupore - non era stato neanche tanto difficile scegliere di fidarsi del più grande.
Forse aveva accettato per la fama dell’altro ragazzo, o forse perché era disperato - stava per scappare, in fondo -, ma quando iniziarono per davvero le lezioni comprese di aver riposto la sua fiducia della persona giusta.
Perché era impossibile non ascoltare Valentine parlare, né restare ammaliati dalle sue spiegazioni. Era affascinante e carismatico, di un’intelligenza ‘brillante’ e la sua voce così suadente che perfino gli argomenti più complicati scorrevano fuori dalle sue labbra come se fossero bazzecole... e Luke rimaneva a fissarlo incantato, scoprendo con stupore di ricordarsi ogni sua singola parola.
Note: 1. Mi sono mangiata i libri della prima trilogia da pochissimo =w=... quindi non ho mai scritto nulla su questo fandom e non so se mi ripeterò dopo questa breve serie di ficXD Non so quante shot saranno ma riprenderanno il racconto di Luke più o meno XD
2. Non so che nome abbia la coppia (Valentine/Luke) nel fandom - io l’ho chiamata Lukentine LOL -, né se esiste effettivamente XD ma non mi importa ù_ù li shippo e tutto il resto non conta =ç=
3. Le fanart del banner appartengono a
Cassandra Jean.
4. Dedicata all’amore mio che, anche se non conosce la serie beh... mi sopporta ogni giorno! Ti amo!
5. Se ve lo chiedete... no: non è betata XD
6. Partecipa a
500 Themes Italia con il prompt: 499. Scegli tu! {I Primi Marchi}
Non erano passati tanti giorni da quando Valentine si era presentato nella camera di Luke con l'intento di prenderlo come allievo, e per il giovane - dopo l'iniziale stupore - non era stato neanche tanto difficile scegliere di fidarsi del più grande.
Forse aveva accettato per la fama dell’altro ragazzo, o forse perché era disperato - stava per scappare, in fondo -, ma quando iniziarono per davvero le lezioni comprese di aver riposto la sua fiducia della persona giusta.
Perché era impossibile non ascoltare Valentine parlare, né restare ammaliati dalle sue spiegazioni. Era affascinante e carismatico, di un’intelligenza ‘brillante’ e la sua voce così suadente che perfino gli argomenti più complicati scorrevano fuori dalle sue labbra come se fossero bazzecole... e Luke rimaneva a fissarlo incantato, scoprendo con stupore di ricordarsi ogni sua singola parola.
Non fu semplice all'inizio recuperare e memorizzare per davvero ogni nozione - nessuno dei due si aspettava un miglioramento radicale, ovviamente -, ma pian piano il più giovane riuscì a tirarsi fuori dalla negatività che gravava sulla sua persona, conseguendo i primi importanti risultati.
Niente di eclatante, certo, ma erano pur sempre dei traguardi abbastanza 'buoni' da convincerlo a continuare a seguire Valentine e a fidarsi ciecamente di lui - lo avrebbe seguito ovunque se necessario, ascoltandolo e pendendo letteralmente dalle sue labbra.
Settimana dopo settimana i progressi iniziarono a farsi via via più tangibili, ed anche quando il tempo iniziò a contarsi in mesi i miglioramenti non cessarono. E Luke era felice, come la prima volta che aveva messo piede in quella scuola - prima di iniziare a fallire in ogni prova -, ma ovviamente non tutto poteva andare per il verso giusto e l'unica persona dalla quale si aspettava un'approvazione si rivelò contraria a quel ‘rapporto’.
" Valentine! Valentine! E ancora Valentine! Sembra quasi che tu sia innamorato di lui!", esclamò infatti Jocelyn irritata, chiudendo con forza il suo blocco da disegno per rivolgere un'occhiata torva al suo migliore amico.
" Non... non devo essere per forza innamorato di una persona se ne parlo!", si difese Luke, sentendo le orecchie bruciare per l'imbarazzo. " Ti ho solo detto che... beh, mi sta aiutando tantissimo e..."
" E che è diventato il tuo argomento preferito!", tagliò corto la ragazza. " Non mi piace quel tipo, e tu sembri quasi il suo cagnolino."
Luke accusò il colpo, abbassando il capo. Certo, sapeva di aver parlato spesso di Valentine, ma non si aspettava una simile reazione - né di essere definito ‘cagnolino’. Inoltre, se non avesse conosciuto Jocelyn - e la conosceva fin troppo bene, era la sua migliore amica! -, avrebbe potuto dire di aver scorto un pizzico di gelosia nella sua voce.
Il che era impossibile. Gelosa di chi? Di Luke o di Valentine?
Entrambe le cose erano così assurde che non valeva neanche la pena di prenderle in considerazione.
" E non capisco cosa ci proviate tutti in lui.", continuò la giovane, facendo girare la matita tra le dita.
" È una persona buona...",
" Non posso ancora dire il contrario, ma non ti capisco.", insistette. " È... inquietante! E tu ti stai lasciando soggiogare da lui!"
" Sarei andato via da questa scuola se non fosse stato per lui, ed ora se ho delle possibilità di essere un Cacciatore è solo per merito di Valentine.", mormorò, sperando che l'altra capisse.
" Sono felice che tu stia migliorando, dico davvero Luke!”, lo rassicurò Jocelyn, prendendogli una mano affettuosamente. “ Ma ti avrei aiutato anch'io se solo me lo avessi chiesto! Abbiamo sempre fatto tutto insieme!"
Il ragazzo guardò la mano chiara della sua amica - erano ben visibili i segni dei marchi -, elaborando lentamente la sua affermazione. Sembrava per davvero infastidita dal rapporto che si stava formando con Valentine - Luke, oltre ad essergli grato per l’aiuto che gli stava donando ogni giorno, aveva iniziato a considerarlo un amico.
" Jocelyn... sei gelosa?", si lasciò sfuggire infatti, osservandola poi arrossire per qualche istante.
" Assolutamente no!", si riprese prontamente la giovane. " Ma avrei preferito che il mio migliore amico venisse da me al posto di cercare aiuto da parte di qualcun'altro!", aggiunse, mettendosi sulla difensiva.
" È venuto Valentine da me... non sono andato a cercarlo!"
La ragazza sospirò dinnanzi a quell’ennesima affermazione.
" Ed è questo che non riesco a capire...”, si arrese. “ Perché ti ha scelto? Non dico che tu non sia un ragazzo speciale e fantastico, né che non possa diventare un Cacciatore, ma cosa lo ha spinto a farlo? È troppo buono per essere... buono.", domandò cercando di far capire all’altro la sua posizione.
“ Da quando in qua le buone azioni non sono viste di buon occhio?”, ribatté con un mezzo sorriso Luke. “ E non preoccuparti. Sei sempre tu la mia migliore amica, per quanto adori Valentine - sì, lo ammetto -, sei molto più importante...”, la rassicurò.
“ Oh ma su questo non avevo alcun dubbio, Luscian!”, rispose Jocelyn piegando le labbra verso l’alto, imitando - ed esagerando - la pronuncia che Valentine assumeva per il nome del ragazzo.
Luke, ovviamente, non riuscì a non ridere anche se nella sua testa non riuscì ad ignorare il ricordo dei brividi e delle emozioni che la voce dell’altro ragazzo gli donava ogni singola volta.
Non sapeva come definire quelle sensazioni. All’inizio le aveva etichettate come ‘ammirazione’ ed anche un po’ di ‘soggezione’, ma con il passare dei mesi si era ritrovato a desiderare sempre di più... anche se faticava ad ammetterlo e, addirittura, a comprendere i suoi ‘desideri’.
Era confuso e sapeva di aver bisogno di una mano, ma non sarebbe mai stato in grado di rivelare una cosa simile neanche alla sua migliore amica - era troppo imbarazzante!
Infatti si ritrovò semplicemente a sperare di ottenere da solo una risposta o, quando meno, una sorta di spiegazione che non lo mettesse in cattiva luce davanti a Valentine - quello non lo avrebbe sopportato.
Così come trovò complicato accettare il suo primo marchio. Era sempre stata Jocelyn - che era in grado di disegnarli alla perfezione - a cercare di imprimerli sulla sua pelle, ma neanche la bravura e la fiducia che riponeva nella sua amica erano bastati per farlo stare calmo ed ignorare l’iniziale dolore causato dal marchio.
Per quel motivo, dinnanzi a quei ricordi tutt’altro che piacevoli, cercò di fuggire quando Valentine gli propose quella ‘lezione’.
“ Non credi che... sia troppo presto?”, domandò nervosamente, fissando con malcelato terrore lo stilo nella mano dell’altro ragazzo.
Aveva bisogno di tempo per ‘prepararsi psicologicamente’ e magari evitare di mettersi a piangere come una ragazzina dinnanzi all’altro.
“ Penso invece che tu sia pronto.”, rispose semplicemente Valentine, sedendosi accanto a lui. “ Devi solo fidarti di me...”
Luke si guardò attorno, come alla ricerca di una via di fuga, ma l’aula nella quale si erano incontrati era deserta e fuori dalle finestre c’era solo lo splendido paesaggio di Alicante e nessunissima invasione di Demoni che gli avrebbe permesso di scappare da quella situazione.
“ Io mi fido, Valentine.”, lo rassicurò. “ Ma...”, la mano dell’altro, tesa verso di lui, lo bloccò.
“ Mi basta solo sapere che ti fidi di me, Lucian.”, mormorò, stringendo la mano di Luke quando questo prese la sua con non poca esitazione.
Il giovane arrossì, abbassando lo sguardo e dandosi dello stupido per non essere in grado di ragionare con la propria testa quando si trattava di Valentine.
Forse, si disse, Jocelyn aveva ragione quando diceva che si stava facendo controllare da lui o, addirittura, nel definirlo ‘il suo cagnolino’... ma come poteva essere negativa una cosa che lo faceva sentire così bene?
Deglutì, trovando il coraggio per alzare lo sguardo e cercare gli occhi di Valentine.
“ D’accordo...”, sussurrò, sentendo il suo cuore mancare un battito quando l’altro gli donò un sorriso.
“ Ti ringrazio per la tua fiducia, Lucian.”, rispose accostando lo stilo alla mano di Luke. “ Ora però, guardami. Concentrati su di me.”,
L’altro - tremando leggermente - assentì mordendosi le labbra. Puntò gli occhi sul volto di Valentine, studiandone la forma ed ogni piccolo - minuscolo - dettaglio. Si sarebbe potuto perdere nel fissarlo in quel modo, ma quando lo stilo sfiorò la sua pelle non riuscì a non emettere un gemito di dolore.
Istintivamente tentò di ritirare la mano, ma l’altro la tenne stretta con la sua in una morsa ferrea.
“ Lucian, rilassati e guardami. Pensa a qualcosa di positivo.”, lo rassicurò Valentine, continuando a tracciare lentamente la runa.
“ N-non ce la faccio...”, si lamentò Luke, dopo qualche attimo, incapace di trattenersi ancora.
“ Puoi farcela.”, rispose l’altro con sicurezza, alzando lo sguardo verso si lui.
Il giovane si morse ancora le labbra, trattenendo il respiro come se potesse far cessare il dolore. Tentò per davvero di non pensarci - di concentrarsi su Jocelyn e al modo in cui tirava leggermente fuori la lingua mentre disegnava, alla risata di sua sorella Amatis e anche a Valentine e a tutto quello che aveva fatto per lui -, ma il suo corpo si rifiutava di collaborare.
“ N-no... non p-posso...”, guaì quando l’altro ragazzo continuò a tracciare la runa con precisione.
“ Lucian... guardami.”, ripeté il giovane e quando Luke, sforzandosi non poco, alzò lo sguardo di nuovo su di lui, si ritrovò a dover accogliere sulle sue labbra quelle di Valentine.
Un gesto improvviso ed inaspettato che spense completamente il cervello di Luke.
Valentine lo stava baciando. Baciando!
Ogni suo pensiero - negativo o positivo che fosse - era stato rimpiazzato da quell’affermazione e dal furioso battito del suo cuore che gli ripeteva che era quello che aveva desiderato sin dalla prima volta che aveva sentito il suo nome uscire dalla bocca dell’altro.
Quel casto contatto, tuttavia, durò meno del previsto e quando Valentine si allontanò Luke parve quasi volerlo seguire per riappropriarsi ancora una volta di quelle labbra.
“ Ci sei riuscito, Lucian.”, dichiarò con mal celata soddisfazione Valentine, leccandosi le labbra e facendo avvampare non poco il più giovane.
“ C-cosa?”, dopo dopo qualche attimo di confusione Luke riuscì ad abbassare lo sguardo sulla sua mano - libera dalla presa dell’altro -, scorgendovi sopra la perfetta runa disegnata da Valentine.
Bruciava ma il suo cuore in subbuglio rendeva quel dolore facilmente sopportabile.
“ Io...”
“ Dovevi solo concentrarti su qualcosa di piacevole, Lucian.”, spiegò, e Luke non riuscì ad impedirsi dall’avvampare ulteriormente.
“ S-sì...”, assentì, ritrovandosi poi a pensare che poteva riempirlo di marchi se gli avesse permesso di pensare sempre a quel bacio - o se avesse addirittura ripetuto quel gesto. “ Grazie...”, aggiunse qualche momento dopo, rubando un nuovo sorriso a Valentine che, come se non fosse accaduto nulla, iniziò a spiegargli ulteriori nozioni sulle rune e sul loro utilizzo.
Luke ci mise qualche attimo prima di riuscire a concentrarsi sulle parole del giovane, ma non poté fare a meno di chiedersi se quel gesto contasse qualcosa per Valentine - era solo un espediente per aiutarlo o... qualcosa di più? - e, soprattutto, quanto quel casto bacio fosse realmente importante per lui.
Restarono in quell’aula fino a quando non giunse l’ora di cena e, solo in quell’istante, Valentine mise la parola fine alle sue spiegazioni per permettere al giovane di allontanarsi.
“ Domani continueremo la lezione.”, lo rassicurò alzandosi. “ E proveremo con altri marchi.”, aggiunse, sorridendo nello scorgere un leggero rossore colorare il viso dell’altro.
“ S-sì! Grazie di tutto, Valentine.”, lo ringraziò prontamente il giovane, imitandolo e seguendolo velocemente verso la porta dell’aula.
“ I tuoi progressi sono un ringraziamento più che adeguato, Lucian.”, rispose, e dopo dei brevi saluti presero due strade diverse, e mentre il più giovane prese la strada della mensa, Valentine decise di sostare nella sua camera.
Non poteva negare di essere alquanto soddisfatto per i progressi del suo ‘allievo’, né per la cieca fiducia che riponeva nei suoi confronti. Sarebbe diventato un perfetto Cacciatore sotto la sua guida, ma soprattutto sarebbe diventato il suo braccio destro.
Per lui era semplice creare un ‘qualcosa’ dal ‘niente’ e Lucian si era dimostrato perfetto per i suoi scopi. Tant’è che non poté evitare di definire quasi ‘tenero’ il modo in cui pendeva dalle sue labbra, ed inoltre la sua ingenuità - che gli impediva di nascondere il desiderio che provava nei suoi confronti - era quasi eccitante.
Era conscio che gli sarebbe bastato schioccare le dita per ottenere tutto quello che anelava, ma sarebbe stato troppo semplice e Valentine sapeva pazientare. Avrebbe aspettato tempi più maturi per reclamare ciò che voleva - Lucian prima di tutto e, grazie a lui, anche Jocelyn Fairchild -, e per ammazzare l’attesa si sarebbe semplicemente divertito nell’osservare le reazioni ed i desideri del suo ‘cagnolino’, concedendogli di tanto in tanto qualche zuccherino come aveva fatto quella sera.