Titolo: Love is fear.
Autore:
aphs91Fandom: Glee.
Rating: G.
Parole: 950.
Avvertimenti: Commedia, Romantico, Fluff.
Prompt: 328 - Baci in una notte di terrore.
Riassunto: Quella era stata decisamente la serata di Halloween più paurosa ed incredibile della sua vita, ma non le importava, non aveva voglia di arrovellarsi il cervello sui significati astratti della vita. Per una volta, preferiva godersi quella sensazione... Quella di terrore puro che si prova quando ci si lancia nel vuoto. Forse l'amore era anche un po' questo: un salto nel vuoto. E la sensazione più ovvia da provare era pura paura.
Note: ...altro che angolo autrice, questo angolo disperata. Non mi piace, affatto, però volevo scriverla e non credo di riuscire a far di meglio. Chiedo venia.
pace&amore.
A Marley i film dell'orrore non erano mai piaciuti. Non li aveva mai potuti sopportare.
Continuava a battere i denti e stringere il cuscino al petto, nascondendo il volto nella stoffa. Alzava di tanto in tanto la testa per guardare la televisione con un occhio e poi riaffondarlo nel cuscino.
Eppure Ryder si stava divertendo, era talmente preso dal film che non si era accorto minimamente del terrore dell'amica. Solo quando la ragazza cacciò un urlo, lui si accorse della sua paura.
«Tutto bene?», domandò Ryder, decisamente retorico. Marley era aggrappata al suo braccio, il volto nascosto dietro la sua schiena, che si imponeva di non guardare il film. La televisione venne spenta e solo in quel momento la ragazza si scostò dal suo compagno di scuola e realizzò cosa stava facendo.
Fece un balzò indietro, dall'altra parte del divano, rossa in volto.
«H-Ho paura dei film dell'orrore», ammise lei deglutendo. Ryder inarcò un sopracciglio.
«Perché non me l'hai detto prima!?», chiese lui, arrabbiato per non essersene accorto. Marley scosse la testa.
«Ma ci tenevi così tanto a vedere dei film dell'orrore per la notte di Halloween che non volevo deluderti...», continuò Marley, mordicchiandosi il labbro inferiore adesso. Ryder sospirò e si avvicinò alla ragazza puntandogli contro l'indice, a due millimetri dalla punta del suo naso.
«Non. Farmi. Più. Contento», sillabò quello guardandola negli occhi. Marley annuì, ancora rossa in volto. Il ragazzo sorrise. «Brava ragazza, adesso ti accompagno a casa e no, non accetterò un rifiuto», concluse lui, alzandosi dal divano e stiracchiandosi.
Marley aveva così tanta paura di perdere le persone che la circondavano che non poteva fare a meno di accontentarle, sempre, anche se sapeva che questo non era del tutto corretto.
Senza dire una parola indossò la giacca e seguì Ryder fuori. Si strinse in quella ancora angosciata dal film appena (intra)visto. Per un po' anche il ragazzo non parlò, ma ad un tratto si fermò e la guardò.
«Ti piace Jake?», domandò a brucia pelo. Marley trasalì appena ed abbassò lo sguardo.
«F-Forse», rispose torturandosi l'interno guancia adesso. Era una ragazza forte, Marley, ma non sapeva farci con i sentimenti. Erano cose astratte per lei, erano cose.
«Non è una risposta, questa», le fece notare Ryder.
«Non si può rispondere a questa domanda! Non c'è una risposta giusta o sbagliata», asserì Marley, volto in fiamme.
Dal cespuglio nel giardino vicino le foglie tremolarono e la ragazza non poté fare a meno di lanciargli un'occhiata spaventata. Continuò ad osservarlo finché non balzò fuori un gatto e Marley si aggrappò di nuovo al braccio di Ryder. Il ragazzo scoppiò a ridere.
«Niente più film dell'orrore, Rose», scherzò quello, accarezzandole il capo.
Marley alzò la testa e si ritrovò vicina a lui, così vicina che poteva perdersi in quegli occhi grandi e generosi, buoni e sinceri. Le tremarono le gambe, ma non si spostò. Prima che potesse realizzare cosa stava succedendo si ritrovò con le labbra di Ryder contro le proprie. La stava baciando! Lui! Ci mise qualche secondo ad elaborare ciò che stava accadendo e quando lo realizzò si allontanò velocemente da lui.
Lo guardò perplessa. Perché un ragazzo come Ryder voleva baciarla? Lei non era né la più brava, né una cheerleader, nulla di nulla. Era una ragazza anonima del Glee Club.
«T-Ti ha dato fastidio?», chiese lui, incerto. Marley scosse il capo. No, non era infastidita, era sorpresa. Piacevolmente sorpresa.
«Ed io ti piaccio, Ryder?», rispose con un'altra domanda, chiedendosi dove avesse trovato il coraggio di porlo, quel interrogativo. Il ragazzo si portò una mano sulla nuca.
«Beh, sì...», ammise, titubante. Marley sorrise.
«Si sta facendo tardi, andiamo», lo incitò lei, afferrandogli la mano e facendo strada verso casa sua. Stavolta non parlarono più sul serio.
Solo quando arrivarono davanti casa di lei e si ritrovarono faccia a faccia, Ryder trovò il coraggio di parlare.
«Mi dispiace! Non avrei dovuto», fece per dire, ma Marley continuò a scuotere il capo.
«È tutto apposto, Ryder, davvero. Non hai fatto nulla di male», lo rassicurò lei.
«No invece! Non si fa così, non si ba-...», stava per iniziare a blaterare e Marley lo sapeva, così prima che procedesse nelle sue parole si alzò sulle punte dei piedi e lo baciò, di nuovo, lei stavolta.
«Ho detto che non c'è problema», mormorò lei sulle sue labbra, adesso, occhi socchiusi e respiro irregolare, a causa dell'emozione. Ryder annuì.
«Beh, buona notte, ci vediamo a scuola, Marley». La ragazza sorrise.
«Buona notte e felice Halloween», gli ricordò suscitandogli una risata.
Entrò velocemente a casa e si richiuse la porta alle spalle, per poi poggiarcisi contro. Sorrideva come non aveva mai fatto prima, si mordicchiava le labbra ed era ancora leggermente rossa in volto. Lo aveva baciato, lei adesso! Certo, continuava a ripetersi, era avvenuto anche grazie alla paura generatasi dalla visione del film, poi anche il clima di Halloween aveva contribuito... Però alla fine non le importava. Forse avrebbe saputo rispondere alla sua domanda.
Ancora poggiata alla porta, sentì bussare. La aprì senza neanche guardare o chiedere chi fosse. Era Ryder.
«Ho dimenticato qualcosa?», chiese lei, perplessa. Lui scosse il capo.
«Io sì, però... Dolcetto o scherzetto?», le chiese. Marley sorrise.
«Scherzetto!», e la baciò, di nuovo. Ma era dolce, come una caramella. Non era valido.
«Buonanotte».
«Buonanotte».
Quello era stato decisamente la serata di Halloween più paurosa ed incredibile della sua vita, ma non le importava, non aveva voglia di arrovellarsi il cervello sui significati astratti della vita. Per una volta, preferiva godersi quella sensazione... Quella di terrore puro che si prova quando ci si lancia nel vuoto. Forse l'amore era anche un po' questo: un salto nel vuoto. E la sensazione più ovvia da provare era pura paura.