Summer Prompt #1
Gelato
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Aveva una gelateria in una stradina del centro, di quelle traverse così strette che nemmeno ci passi, quando percorri di fretta il corso. L’insegna era dipinta di un vivace color lampone, come il sapore dei suoi macarons preferiti e l’aroma dei ghiaccioli che confezionava personalmente.
Abitava nella mansarda sopra al negozio, trecentocinquanta euro di affitto spese escluse: una somma accettabile per lei che oltre a se stessa possedeva soltanto una bicicletta verde e la scatola di legno profumato che conteneva i suoi manoscritti. Era una scrittrice, lei. Faceva volare una penna sulle pagine bianche dei suoi quaderni e subito sulla carta liscia s’imprimevano come mille farfalle i volti di chi quel giorno aveva varcato l’entrata della gelateria.
Quella sera, però, era stato diverso. Era entrato un ragazzo, nell’ora di pranzo, una cuffietta che gli penzolava sulla maglietta gialla e uno zainetto sulle spalle; i suoi occhi chiari avevano vagato un po’ nella lista dei gusti disponibili, poi aveva chiesto un cono stracciatella e mandorla. C’era stato qualcosa in lui di strano e indecifrabile, e per la prima volta le parole non erano state sufficienti.
Era tornato la mattina successiva, e quando era stato il momento di consegnargli il resto, gli aveva detto:
«Hai rubato le mie parole. Non mi era mai successo prima»
Chiunque l’avrebbe presa per pazza, ma lui, lui semplicemente sorrise e tirò fuori dal suo zaino un quaderno a spirale con un paesaggio nordico in copertina.
«Eccole» le disse, porgendoglielo.
Lei lo aprì, e sfogliandolo ci lesse storie, promesse, viaggi e sentimenti. E capì.
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