Titolo: Recita
Fandom: Final Fantasy XIII
Personaggio/Coppia: Lightning Farron, Serah Farron, Snow Villiers
Tema: #10 Chocolate Caramel Enchantment
Rating: PG
Disclaimers: Gli unici che possono rivestire di abiti chic e battute improbabili i personaggi di Final Fantasy sono i capoccia della Square-Enix. Io sono solo una povera fanwriter squattrinata che ama andare in giro per Pulse facendo a fette mostri con il gunblade di Light.
Note: Mi ricordo di questo claim, eh. Ho soltanto i miei tempi.
Questa fic l'ho praticamente scritta un anno fa, prima di finire FFXIII, e prima che si parlasse di sequel, di conseguenza non c'è alcun riferimento al FFXIII-2. L'ho ritirata fuori e risistemata (con scarsi risultati) per l'ennesima volta in occasione del COW-T #2, missione #1 della quinta settimana (tema libero tra le 900 e le 999 parole).
Sia inteso che io non shippo assolutamente Snow/Light, né era questo l'intento della fic. Credo solo che tra i due alla fine si sia creato un bel rapporto :3
C'è una strana serenità nell'aria. E' la tranquillità di una cena a casa, in famiglia, la piacevolezza di una serata che vola via tra discorsi poco impegnati e battute leggere. Nessuno di loro si è ancora abituato a tanta normalità.
"Sei una pessima cuoca, Farron!"
E' Snow, che provoca, con la voce roca e il sorriso canzonatorio. Non c'è nulla di più normale di un battibecco tra Snow e Lightning: del resto, litigavano anche quando il mondo stava per finire, quindi perchè dovrebbero evitare di farlo in un venerdì sera come tutti gli altri? Il loro scontrarsi è naturale, come lo scoppiare di un temporale dopo che le nuvole si sono addensate in un cielo plumbeo, e altrettanto logico è il suo intervento come pacificatrice. E' sempre stata lei, Serah, l'anello di congiunzione tra due mondi tanto diversi.
“Non è vero, tesoro. La torta non era affatto male!”, dice, e sfiora con un sorriso la spalla del suo neo-marito.
Lightning, appoggiata al frigorifero del suo piccolo appartamento, apre bocca per rimbeccare sua sorella di aver menzionato soltanto la torta, e non il resto dei piatti per cui ha speso il pomeriggio, ma Snow la precede tirando fuori da dietro la schiena, con la destrezza di un prestigiatore, una scatola colorata ormai vuota. Chocolate Caramel Enchantment, recita la scritta arancione brillante che accompagna l'immagine di una grossa fetta di dolce al cioccolato.
“Usare un preparato”, Snow scuote la testa con fare teatrale, e a Serah sfugge un altro sorriso - lui riesce sempre a farla ridere, in qualsiasi circostanza, e questo è uno dei motivi per il quale lo ama - “Sei davvero pessima. E disonesta”.
“Serah, la prossima volta che hai intenzione di venirmi a trovare, ti prego di lasciare il tuo stupido marito a casa. O potrebbe venirmi voglia di rispedircelo io. A calci”.
Il volto di Lightning è una maschera di irritazione, ma Serah continua a sorridere: è un gioco, lo sa.
“Dai, sorellina, non essere così violenta! Sappiamo tutti e due che il tuo addestramento militare non può niente contro i miei muscoli!”
“Idiota. Ti ho già steso, ricordi? Non mi ci vuole niente a rifarlo”.
Come prima trattenevano malamente la loro reciproca antipatia, tentando di nasconderla dietro una maschera di composta indifferenza, per amore di Serah, ora mettono in scena questi siparietti per divertirla, per strapparle l'ennesimo sorriso. Perchè lei è al centro del mondo di Light e del mondo di Snow, e non c'è nulla che non farebbero per vederla felice. Neppure fingere che nulla sia cambiato tra di loro mentre non c'era.
“In quel momento ero sconvolto per Serah, non ero in me!”
“Quel momento? A me pare che si accaduto più di una volta”.
Dapprima, sopraffatta dall'inaspettata felicità di riavere la sua vita - il suo futuro - non se n'è accorta. Credeva fossero soltanto felici di rivederla, come lo era lei di essere tornata. Ma poi, con il tempo, l'ha notato.
La mano di Snow che sfiora appena la spalla di Light. Un mezzo sorriso gratuito. Uno scambio di sguardi che non ha bisogno di parole. Semplicemente, un'atmosfera distesa attorno a loro. Qualcosa è cambiato in sua assenza, e lei non è più ciò che li unisce.
C'è stata lei, all'inizio. Poi c'è stato un marchio, una maledizione, e rabbia, dolore, tristezza. Sconforto, voglia d'arrendersi. E all'improvviso è nata, quella strana complicità. Qualcosa di inedito, che mai avrebbe pensato di vedere.
Forse è stata una frase di Snow che ha ridato la speranza a Light, forse è stata Light che ha salvato la pelle a Snow - Serah non può saperlo. Non c'era, e può solo fare congetture.
Li guarda recitare quel copione già usato. Ogni volta mettono in scena quello spettacolo, atto a compiacerla, a farla sorridere e a rassicurarla che no, non c'è assolutamente niente tra loro, non riescono a sopportarsi come la prima volta che si sono incontrati. Serah non teme il sentimento che lega suo marito a sua sorella, non la preoccupano quelle bonarie prese in giro o quegli sguardi di reciproca comprensione che di tanto in tanto si scambiano.
Ma a volte le capita di sentirsi esclusa da quell'intesa, gelosa di quella complicità, come se Light e Snow avessero superato un confine che non dovevano superare: c'era un equilibrio, e loro due lo hanno distrutto per ricrearne un altro, diverso, nel quale non è più lei l'ago della bilancia. E una piccola parte di lei non può trattenersi dal pensare che, mentre dormiva un sonno innaturale e privo di sogni, loro hanno imparato a conoscersi e ad apprezzarsi, e hanno condiviso quella che probabilmente è stata l'esperienza più importante della loro vita. Hanno visto le loro speranze morire e si sono sentiti a un passo dalla fine, ma sono riusciti comunque ad andare avanti.
“Che stai facendo con quel telefono?”
“Chiamo Sazh. Lui può testimoniare la verità dei fatti!”
“Non essere idiota, è troppo tardi per telefonare in casa altrui! Dajh starà già dormendo!”
Li guarda battibeccare: non crede che Lightning si sia innamorata di Snow, né che Snow provi per sua sorella l'amore che prova per lei. La sua è solo una sciocca gelosia che si ripresenta ogni tanto, illogica e infantile. E' questione di un attimo, un frazione di secondo in cui la serenità nell'aria le sembra troppa, e quel nuovo equilibrio la stranisce, la opprime. Ma Serah non è mai stata tipo da farsi rodere da simili frivolezze e quel fastidio passa velocemente com'era arrivato.
“Serah, ti prego, frena quell'idiota di tuo marito”.
Sorride, e interviene, posando delicatamente una mano sul braccio di Snow.
“Non te la prendere, tesoro, ma sono più propensa a credere a Light”.
“Grazie”, commenta sua sorella alzando gli occhi al cielo.
Snow si volta a guardarla con gli occhi sgranati in segno d'offesa.
“Le sorelle Farron fanno comunella contro di me, eh?”, dice. “Lightning, hai una pessima influenza sulla mia Serah”.
“Senti chi parla”.
“Ehi, che vorresti dire?”
Ricominciano.
Serah scuote la testa, sorridendo, e si lascia cadere su una sedia. Spettatrice muta e accondiscendente, ancora una volta, di uno spettacolo messo in scena solo per lei.