Titolo: Paranoid
Fandom: Supernatural
Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester, Castiel
Pairing: onesided!Dean/Castiel, Sam/Castiel
Rating: PG
Prompt: rabbia dalla mia tabella del
bingo_italia Warnings: Nessuno.
Disclaimer: Possiedo niente, davvero. Davvero. Sono solo fangirl.
Avvertenze: Storia a tematica omosessuale, e ormai penso che lo sappiate. Quindi se la cosa non vi piace non leggete.
Note: seguito di
Suprise Surprise, che è a sua volta il seguito di
Blame it (on the Alcool). E dire che l’intenzione era di finirla alla prima.
Anyway, non so come mi è uscita. Cioè, semplicemente…così, niente di più. È una cosetta, spero che vi piaccia.
Ora scusate, ma devo andare a studiare ç____________ç
Quando si era ritrovato a pensare alle possibili reazioni di Castiel nel caso avesse avuto il coraggio di permettergli di venire a conoscenza dei suoi sentimenti nei suoi confronti, Dean credeva di aver vagliato tutte le possibili risposte che l’angelo avrebbe potuto dargli. Da quelle più positive (“anche io ti amo, è per questo che ti ho tirato fuori dall’Inferno, Dean, Dio non c’entrava niente”) alle negative: non possiamo, siamo fin troppo nei guai, devo rimanere concentrato sui miei doveri se vogliamo sopravvivere a tutto questo macello.
Gli sembrava incredibile che, nonostante questo, non aveva mai considerato una risposta così semplice e infondo ovvia come quella che Castiel alla fine gli aveva dato. Niente giri di parole, niente spiegazioni non richieste, la risposta più semplice del mondo.
No.
No e basta. Non perché c’erano dietro grandi impedimenti dai piani alti, o chissà che altro motivo religioso-morale. Semplicemente, era un no. Castiel non lo voleva.
E lui era stato talmente arrogante da non considerare nemmeno quell’opzione. E anche ora, era così arrogante - se ne accorgeva anche da solo - da non prenderla in modo “sportivo”, o “razionale”, considerando che non era colpa di nessuno e che semplicemente Castiel non era interessato. Aveva un bisogno disperato di prendersela con qualcuno - doveva essere colpa di qualcuno.
E aveva il capro espiatorio servito su un piatto d’argento, quindi come poteva non cogliere l’occasione?
Perché era sempre possibile che Castiel avesse mentito. Anzi, era probabile. Probabilmente si vergognava, e non voleva dirgli che quei baci significavano molto di più di quel che gli aveva lasciato intendere - forse in verità avevano portato la cosa a livelli che lui non riusciva nemmeno ad immaginare.
E al mondo non c’è niente di più pericoloso che idee come questa, di quelle che corrodono il cervello e diventano una pura ossessione, al punto da non riuscire più a distinguere cosa è vero e cosa è invece falso.
Perché la razionalità va a farsi completamente fottere senza che nemmeno ce ne si accorga, e il film che si costruisce nella propria mente diventa più reale dei fatti veri.
Ovviamente non lo disse a Sam. Perché Sam avrebbe negato, avrebbe detto che non era vero, che si stava inventando tutto. Quando invece era così ovvio - Sam pensava che fosse un deficiente, lui. Ma quante possibilità c’erano che li avesse beccati proprio l’unica volta che si erano lasciati andare? Non era molto più probabile che fosse solo una delle tante volte quella, e che loro cercassero di farla passare come un evento più unico che raro?
Razionalmente, quale delle due possibilità era più probabile?
La seconda, di certo. Chissà quante altre volte l’avevano fatta franca, chissà quante gliel’avevano fatta sotto il naso - forse ogni volta che si girava, si disse con una rabbia che gli montava dentro da chissà dove. Improvvisamente ogni momento in cui non erano con lui gli parve nient’altro che un’occasione per scambiarsi un bacio, se breve, o fare chissà cos’altro.
Non era razionale né possibile e lui lo sapeva, ma non riusciva a farne a meno. Come se avesse bisogno di pensare a questo, per giustificare il rifiuto di Castiel in modo da non trovarsi davanti alla cruda realtà - cioè che lui per Castiel non era ciò che invece lui avrebbe voluto essere. In questo modo poteva pensare che l’impedimento non era lui stesso, ma Sam. Che se non fosse stato per Sam avrebbe avuto una possibilità - perché Castiel non capiva, era offuscato da suo fratello. Che se non si fosse messo in mezzo, magari le cose sarebbero state diverse.
Sì, si disse, doveva per forza essere così. Non poteva essere che Castiel lo rifiutasse senza un motivo nascosto - ed era Sam, tale motivo. Ne era certo.
Chissà cosa facevano alle sue spalle. Chissà quanto lo prendevano in giro - quel povero scemo di mio fratello, che ti corre tanto dietro senza avere alcuna speranza. Gli sembrava di sentirla la voce di Sam, addirittura riusciva a figurarsi Castiel che rideva pensando a quello che Dean gli aveva detto, e di cui adesso di vergognava da morire.
Riusciva quasi a vederli, quando di notte rimuginava su quanto bene quadrasse questa sua personale verità - che si toccavano, ancora sorridendo al pensiero, per poi dimenticarsi completamente di lui e baciarsi in quel modo, nel modo in cui lui avrebbe voluto baciare Castiel, facendolo ansimare dal piacere e mordendogli quelle labbra lentamente - Dio, quanto avrebbe voluto pensò senza riuscire a trattenersi a causa del dormiveglia in cui si trovava. Avrebbe dato qualsiasi cosa per esserci lui al posto di Sam, quello stronzo di Sam che nonostante sapesse - non gliel’aveva mai detto esplicitamente, ma Sam sapeva sempre tutto di lui, non lo diceva lui stesso? - non si tirava indietro. E nemmeno poteva lamentarsene, visto che non aveva prove per accusarli.
Ma non aveva la possibilità di cercarle, e forse nemmeno il coraggio. Almeno questo dolore adesso lo conosceva, e sapeva di poterlo sopportare.
Preferiva crogiolarsi nelle sue fantasie, appunto perché tali erano e il dolore che provocavano era più attutito di quello che avrebbe potuto procurare lo scoprire quanto fossero vere le sue congetture. Perché lo erano.
Checché ne dicessero quei due traditori.
-
“Non è giusto che lui mi odi così. Non è…non è logico, e non me lo merito.”
Castiel abbassò gli occhi, sentendosi colpevole per l’espressione distrutta di Sam.
“Mi dispiace davvero molto che se la sia presa con te. Io…davvero, non volevo.”
“Io non capisco cosa lui voglia. Non so come fargli capire che io e te non siamo nient’altro che amici, ma lui non mi ascolta. Qualsiasi cosa io dica pensa sia una bugia.” Scosse la testa, esausto. Le aveva provate tutte con Dean, e sembrava che fosse impossibile convincerlo che quello che lui credeva non era vero.
“Se sapesse che sono qui con te…Dean non è mai stato un paranoico, non riesco davvero a capire cosa gli stia succedendo. Speravo che le cose si sarebbero risolte presto, ma a quanto pare non è così.” Guardò Castiel sott’occhi, cercando di trattenere uno sguardo accusatore.
“Certo, dopo quello che mi hai raccontato si spiega il suo comportamento, almeno in parte…”
“Mi dispiace che le cose siano andate così, non era mia intenzione ferirlo. Ma nonostante io non conosca bene le reazioni umane, a quanto dici questa è decisamente eccessiva, no?”
“Beh, per Dean di sicuro lo è. Il problema è che non si è mai trovato in questa situazione, e non sa come gestirla, visto che ha sacrificato molto per te...insomma, è dura quando ti rifiutano in modo così secco, qualunque sia il motivo.” Continuò, e abbassò gli occhi in un modo che sembrava essere a metà tra il triste e il colpevole - non sapeva di che cosa, ma era quasi certo che la sua espressione significasse quello.
“Ne parli come se la cosa ti riguardasse in prima persona.”
“Non stiamo parlando di me in questo momento, il problema è Dean. Volevo solo sapere se puoi parlare con lui - forse se gli spieghi il perché del tuo rifiuto lui se ne potrebbe fare una ragione - magari.”
“Nessuno di noi due l’ha convinto, cosa ti fa pensare che stavolta potrei avere più successo di te?” chiese alzando le spalle, e Sam scrollò il capo.
“Non lo so.”
“Vorresti…semplicemente non avere troppe responsabilità e che ci pensi io a…”fargli del male”, vero?”
Sam sospirò. Maledizione, Castiel cominciava a diventare un po’ troppo scaltro e attento per i suoi gusti.
“Ammetto che non mi dispiacerebbe non affrontare questo argomento. Lo so che è un po’ come dire che non voglio affrontare le cose come stanno, ma…credo davvero che tu avresti più chance di me.” Continuò con tono incoraggiante, e l’angelo si limitò a sospirare.
“Va bene. Però prima vorrei sapere una cosa da parte tua.”
“Cioè?”
Castiel sembrò soppesare le parole, come se stesse per dargli una notizia terribile, o qualcosa che avrebbe sconvolto e confuso Sam. Prese addirittura un respiro, prima di parlare.
“Tu sai che l’incesto è considerato peccato, vero?”
Ancora, Sam tirò le labbra in un sorriso, che stavolta gli risultò così triste da smuovere qualcosa persino in Castiel.
“Senti, non rigirare il coltello nella piaga, va bene? Questi non sono affari tuoi.”
“Ma...”
“Ma niente. Parla con Dean e cerca di sistemare le cose, i miei problemi me li gestisco io.” Lo zittì velocemente, e l’angelo non ebbe il coraggio di replicare. Si limitò a fare un gesto d’assenso con il capo, per poi scomparire e lasciare il minore dei Winchester da solo a sospirare.
Nemmeno una vita sentimentale tranquilla si potevano permettere. Neanche quella.